Noi non dobbiamo celebrare l’egoismo e le differenze che ci fanno sentire elevati rispetto agli altri, dobbiamo impegnarci a non dividere le persone in categorie, in base alle classi sociali, ma a farci prossimi di fronte a tutti, ha detto S.E. l’arcivescovo Mons. Giovanni Accolla all’incontro con i giornalisti nel quale ha trasmesso il suo messaggio di auguri di una Santa Pasqua alla cittadinanza.
Oggi di fronte allo scandalo, stupore e sdegno: io mi chiedo la vendetta dà consolazione o dà disperazione? Dobbiamo chiederci, pertanto: Oggi come si può essere pellegrini di speranza? Lo si può essere, scendendo dal nostro palcoscenico e restituendo amore. Una vita non “Cristificata” è una vita “umiliata”.
L’augurio che posso fare ai messinesi è vivere la vita con compassione, sentendoci davvero prossimi agli altri.
Io penso che, a volte, chi ci governa non è bipolare, ma multipolare, pensando che si possa risolvere tutto “proteggendo” l’economia o che si possa porre fine a vite umane in cambio di territorio o minerali. Credo, però, che l’Amore non sia finito, altrimenti non ci sarebbe più da minacciare l’uso delle bombe atomiche, perché la fine dell’uomo si ha con la fine dell’Amore.
Cosa dire ai giovani che portano calore e colore?
Dobbiamo portare luce, perché solo dalla luce che viene dalle famiglie, i giovani possono trarre giovamento. La presenza di Gesù tocca il cuore degli uomini, ma al di là delle punizioni, Lui genera vita nuova.
