Foto di Antonio De Felice
L’arcivescovo di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela, mons. Giovanni Accolla, ha incontrato e dialogato con i giornalisti, in occasione dello scambio degli auguri per il santo Natale, anche se affetto dai mali stagione. Nel corso dell’incontro il presule ha spiegato il senso che si dovrebbe dare al Natale. Come Gesù nascendo in una stalla, ha dimostrato il suo essere vicino alla gente, anche noi dovremmo farci vicini agli altri, non solo mettendo mano mano al portafoglio, ma facendoci prossimi agli altri e dimostrandogli amore. Essere concretamente vicini agli altri e ridare speranza agli altri, questo dovrebbe essere il vero senso del Natale e del Giubileo che ci si avvicina a vivere. E con con questo invito da portare nel cuore, mons. Accolla, augura a tutti i messinesi l’augurio di un santo Natale.
Un pensiero speciale, in questo incontro, è andato ai giovani. Abbiamo, infatti, chiesto al presule come si possa riuscire a trasmettere questa prossimità e questa affettività ai giovani, spesso protagonisti di fatti di cronaca non sempre edificanti, e che ruolo giocano in questo le parrocchie, molte volte considerate erogatori di servizi e dispensatori di sacramenti e poco comunità. Queste, pertanto, dopo che si è fruito del servizio, di frequente, vengono abbandonate dalle famiglie e dai ragazzi.
Mons. Accolla risponde con le parole di san Paolo in cui sottolinea la gratuità con cui si porta il messaggio evangelico, senza aspettarsi nulla in cambio che sia guadagno o consenso e proselitismo. Dobbiamo, continua, avere più fiducia in Dio, tutti vorremmo avere le chiese piene e avere consenso, a cominciare dal Vescovo, ma a fare questo si fa confusione, confondiamo i frutti con i successi quelli sono delle soubrette, cercando i segni di una reale comunione con il Signore. Dobbiamo abbandonare la logica del mercato, bisogna entrare entrare nella logica di comunione dell’economia e non di economia comune. Non ci si può aspettare che arrivino risultati immediati, ma neanche li cerchiamo, noi abbiamo seminato. Per quanto riguarda i giovani, che sembrano molto lontani da Cristo e dalle logiche del Vangelo, noi in realtà nel corso delle visite pastorali che stiamo facendo, li troviamo molto sensibili. Per esempio, se guardiamo alle scuole e a quello che succede dopo il suono della campana, sembra che i valori siano andati chissà dove, ma passa il Vescovo con quattro sacerdoti, parla di Gesù, dice qualche parolina e si crea una forza di attrazione incredibile. Ho fatto l’esempio della scuola, ma vale anche per la politica, o siamo sonniferi o, nonostante siamo testimoni poco credibili, in quanto peccatori, quando parliamo di Gesù tutti restano affascinati. Spesso ci si concentra nel fare polemiche sugli altri nel criticarli, ma quando parliamo di Gesù tutto cessa. Nelle nostre visite pastorali, anche alla presenza di padre Giò Tavilla ricevuto un’accoglienza calorosa, e abbiamo affrontato i quattro temi fondamentali dei nostri incontri del sabato: ascolto ed evangelizzazione, attività liturgica, impegni sociali, attività caritativa e ci vengono chiesti dei momenti di confronto che non si limitino al sabato, ma dei momenti di cammino comunitario. Noi facciamo poche cose, ma le facciamo con impegno. Non dobbiamo fare catechismo per fare proselitismo, ma evangelizzazione. Dobbiamo avere maggiore fiducia in Gesù, certi del fatto, ironizza il presule, che un ebanista è in grado di lucidare i banchi della chiesa, meglio dei sederi di tanti fedeli.
