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Cronaca

Ennesima truffa ai danni dell’Unione Europea perpetrata dalla mafia dei Nebrodi

Due decreti di sequestro nei confronti di due persone, operanti sul versante tirrenico e ritenute socialmente pericolose

La Guardia di Finanza di Messina ha eseguito due decreti di sequestro nei confronti di due persone, operanti sul versante tirrenico e ritenute socialmente pericolose, uno di Locri e l’altro di Catania. I due sono accusati di appartenente a un gruppo mafioso attivo nel territorio dei Nebrodi. I due hanno avuto un ruolo determinante nella commissione delle molteplici condotte truffaldine e predatorie, in quanto gestori di due Centri di Assistenza Agricola, dei quali uno, a Tortorici (Messina), l’altro, a Cesarò (Messina). Tali centri, anello debole della catena del controllo pubblico sull’erogazione dei fondi, rappresentano l’anticamera  attraverso  cui passare per presentarsi all’Unione Europea come legittimi beneficiari di quei contributi che, sulla carta, avrebbero dovuto sostenere gli agricoltori rispettosi delle regole e contrastare l’abbandono delle aree rurali. Il sequestro di beni ammonta complessivamente a 1,5 milioni.  In definitiva, sulla base delle attività esperite, l’Autorità Giudiziaria di Messina ha disposto l’odierna esecuzione di apposite misure di prevenzione patrimoniali, aventi ad oggetto, complessivamente:

– n. 1 compendio aziendale comprensivo dei relativi beni patrimoniali (attivo nel settore agricolo);
– n. 6 terreni, n. 3 quote societarie, n. 35 rapporti finanziari (n. 10 polizze assicurative, n. 11 deposito titoli, n. 4 carte di pagamento/prepagate, n. 1 deposito a risparmio, n. 8 conti correnti, n. 1 somma derivante da disinvestimento di quote del fondo comune d’investimento);
– n. 1 autoveicolo e n. 2 quote di proprietà, relative a n. 2 fabbricati, nella disponibilità diretta e indiretta o comunque riconducibili ai proposti, per un valore complessivo di stima pari ad € 1,5 milioni.

Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dei due soggetti proposti, che, in considerazione dell’attuale fase, essendo il provvedimento di sequestro non definitivo e potendo sempre essere provata la loro non pericolosità fino alla irrevocabilità del medesimo provvedimento, con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo ed imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di pericolosità e di sproporzione fra i beni posseduti ed i redditi dichiarati o presunti.

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