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No Ponte: raccontate la verità sull’acqua (e non toglieteci la poca che abbiamo)

La Sicilia è famosa per la disponibilità di acqua e il transito di circa 300 autobotti al giorno

La società Stretto di Messina ha recentemente inviato due tecnici per tentare di rassicurare il Consiglio
Comunale sul delicatissimo tema delle risorse idriche necessarie per la realizzazione del ponte sullo Stretto.
Fino a settembre 2024 il tema era fuori dai radar, poi il Ministero dell’Ambiente ha perentoriamente richiesto
“di dettagliare i quantitativi di risorsa idrica necessari, individuando in dettaglio le fonti di
approvvigionamento utilizzabili”. La risposta è stata una relazione (CZW3201) dalla cui lettura appare con
chiarezza però che il problema è stato posto ma non risolto.
Il fabbisogno indicato (poco meno di 6 milioni di l/giorno), forse anche sottostimato, è una quantità enorme,
pari a circa il 10% del fabbisogno della città di Messina. E allora bisogna avere il coraggio di dire le cose come
stanno invece che andare dietro a imbonitori; a oggi non c’è alcun progetto e vengono indicate solo ipotesi
inverosimili: dissalatori, nuovi pozzi a decine di Km dalla città, trattamento delle acque reflue dell’unico
impianto di depurazione esistente. Tra queste, i tecnici raccontano che saranno preferiti i pozzi nella zona di
Savoca (ma lo sanno dov’è Savoca?) e promettono di realizzare il progetto (che non c’è) entro 12-18 mesi,
prima dell’apertura dei cantieri delle gallerie. Se così non fosse – udite, udite – l’acqua arriverà dai “Comuni
in eccedenza idrica”!
E, di grazia, quali Comuni in una Sicilia sempre più assetata sarebbero “in eccedenza idrica”? Oppure no,
aggiungono i tecnici calati da Roma, l’acqua per i cantieri arriverà via mare o in autobotte. Insomma, oggi le
comiche.
Ma lo sanno questi signori che non si tratta solo di scavare i pozzi, ma di realizzare anche strutture
acquedottifere lunghe decine di chilometri? Sono progetti complessi, che con ogni probabilità richiedono una
specifica procedura di VIA (come da allegato II-bis DL 152/2006) sia per le caratteristiche delle strutture
ipotizzate sia perché interessano aree sottoposte a tutela ambientale.
E tutto questo agli imbonitori interessa poco, per loro e per chi gli va dappresso la Sicilia è famosa per la
disponibilità di acqua e il transito di circa 300 autobotti al giorno (è questo il numero necessario per i
fabbisogni dichiarati) sarà uno stimolo per migliorare la viabilità cittadina.
Così è se vi pare.

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