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La Legambiente dei peloritani augura ai messinesi che il 2024 registri il completamento del porto di Tremestieri

E’ necessario innanzitutto assicurare la copertura finanziaria

A seguire la nota del presidente Legambiente dei peloritani della Legambiente dei peloritani:

Se volessimo fare alla città di Messina gli auguri per il 2024, non potremmo fare di meglio che
augurare la pronta conclusione del Porto di Tremestieri.Il Ponte nonsoltanto è inutile (tanto
per Messinache per il resto d’Italia),ma non è neanche fattibile (progetto attuale ad una
campata), come sostengono tanti espertiindipendenti;
invece la struttura portuale di Tremestieri è indispensabile. E’ nata come idea dal bisogno della
città di liberarsi del traffico gommato pesante sulle vie urbane, ma potrà dispiegare tutti i suoi benefici
sul territorio quando sarà finita. Quando cioè sarà in grado di fornire un servizio adeguato a circa 10
milioni di passeggeri in transito ogni anno (Primo porto di Europa) nonché il giusto supporto allo
sviluppo, attraverso la connessa logistica nei confronti del traffico merci in transito ed in particolare
dell’import-export siciliano.
Legambiente dei Peloritani condanna con forza la lentezza e lo scarso interesse sinora
dimostrato verso la nuova infrastruttura portuale, che, essendo utilissima per la città di Messina,
si sarebbe dovuta realizzare non da oggi ma da ieri. Infatti nel nostro convegno sulla mobilità nello
Stretto del 6 maggio 2022 avevamo già paventato l’immobilismo delle Autorità a vario titolo preposte
(magari non tutte) nel momento di crisi del cantiere, quando sarebbe stato utile concordare con
l’Impresa COEDMAR e con gli Enti finanziatori una revisione dei prezzi per tenere conto
dell’enorme aumento delle materie da costruzione, nonché i necessari aiuti per affrontare
problematiche di abusivismo e di sorpresa geologica. Invece abbiamo assistito ad una triste
contrapposizione di natura burocratica che ha portato lentamente alla rescissione del contratto.
Oggi il cantiere è sospeso
da 18 mesi con soltanto il
25% dei lavori effettuati, a
conferma del fatto che,
quando ci sono opere
pubbliche utili e necessarie,
si trova sempre il modo di
bloccarle, e spesso la causa
principale è l’incapacità
amministrativa, in questo
caso riteniamo del Comune
(stazione appaltante) e della
Regione Sicilia.
E’ necessario innanzitutto assicurare la copertura finanziaria (dei 41 milioni di aumento,
rispetto agli originari 72, ne sono disponibili 15 a carico dell’Adsp e 7 a carico del Mit, mentre i
rimanenti 19 milioni sono a carico della Regione Sicilia, che ancora tergiversa) e quindi rilanciare
l’appalto con urgenza e fortissima volontà politica, procedendo da subito alla stipula di un nuovo
contratto per le opere di completamento (si parla del passaggio all’Impresa Bruno Teodoro), mettendo
in campo una struttura tecnica e politica improntata alla ferma decisione di completare l’opera
entro il 2025 e nello stesso tempo realizzare anche il connesso progetto della piastra logistica
(appalto da 62 milioni a carico dell’Adsp).
Occorre seguire la questione con priorità assoluta, e non distrattamente, come si è fatto finora,
evitando di coinvolgere nella gestione la parte più inerte della burocrazia municipale e regionale,
perché l’infrastruttura è necessaria per lo sviluppo autocentrato del territorio, essendo Messina da
sempre una città di mare, le cui fortune sono sempre dipese dal suo rapporto con il mare e dalla sua
capacità di organizzare il proprio sistema portuale a servizio della mobilità e dei traffici.

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