“Lavoro, responsabilità e passione: una nuova semina per ricucire il Paese”. Questo l’impegno che vuole assumere per il prossimo quadriennio il Movimento cristiano lavoratori (Mcl) che, dal 1° al 3 febbraio, ha celebrato il XIV Congresso generale.
L’attenzione verso il Congresso dell’organizzazione presieduta da Antonio Di Matteo è sottolineata dalla confermata presenza dei vertici della Conferenza episcopale italiana e di un’autorevole delegazione del Governo nei tre giorni di lavori.
Nella giornata di apertura hanno partecipato il ministro degli Affari esteri e vicepremier, Antonio Tajani, e il sottosegretario alla Presidente del Consiglio, Alfredo Mantovano. Il giorno successivo, il presidente della Cei, card. Matteo Maria Zuppi, e la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Sabato, è intervenuto il sottosegretario Claudio Durigon. Non formali i saluti portati dai segretari generali della Cisl, Luigi Sbarra, e della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta.
Nel corso dei lavori congressuali, i rappresentanti l’Area dello Stretto di Messina hanno conseguito un significativo risultato politico impegnando il Movimento a un’efficace azione a sostegno della costruzione del Ponte sullo Stretto, infatti: l’Assemblea dei delegati provenienti da tutta Italia e dalle sedi all’estero, riunita all’Ergife Palace Hotel ha approvato all’unanimità la mozione presentata dalle delegazioni provinciali di Reggio Calabria e Messina, guidate dai rispettivi presidenti Antonio Merenda e Fortunato Romano. Il documento è stato illustrato al Congresso da Lillo Zaffino, ex Assessore del Comune di Messina e vice presidente provinciale del Movimento.
A seguire il testo approvato :
Ordine del giorno presentato dai delegati di Reggio Calabria e Messina
al XIV Congresso Nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori
del 1-2-3 febbraio 2024 Roma
premesso che:
da più di mezzo secolo si discute sulla fattibilità del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina;
una disputa infinita tra i sostenitori dell’opera e i contrari che ha determinato una sostanziale posizione di stallo, con pesanti vincoli urbanistici dei territori interessati e l’allarmante regresso economico dell’area dello Stretto;
constatato che:
l’incertezza decisionale ha innestato un micidiale processo involutivo:
il disimpegno dello Stato che ha dismesso importanti siti della Difesa militare e infrastrutture ferroviarie nel nodo messinese e nella provincia reggina (Arsenale militare, Officine Grandi Riparazioni F.S. di Messina e Saline Joniche, Navigazione, Deposito Locomotive e Squadra Rialzo) con la conseguente chiusura di Industrie Private collegate (costruzione carri ferroviari merci, diversi cantieri navali, fabbricazione di vari accessori per carrozze passeggeri, una galassia di imprese artigiane e commerciali;
considerato che :
contrariamente a quanto auspicato dai movimenti ambientalisti, fautori dell’impiego delle risorse economiche, destinate al manufatto stabile, per il rafforzamento delle strutture deputate al collegamento tra le due sponde, si è registrata, invece, una clamorosa involuzione, anche con la soppressione dei treni a lunga percorrenza che collegavano direttamente la Sicilia con il Nord Italia ( Torino, Milano e Venezia) e la riduzione della flotta navale, infliggendo un colpo definitivo e irreversibile alle residue speranze dei Siciliani di esercitare il diritto alla continuità territoriale e alla mobilità;
inoltre, nell’Isola non esiste né l’alta velocità, né la grande capacità, né linee complete di doppio binario, e in Calabria è stata istituita una pseudo “alta velocità” , in quanto i convogli, marciando su obsoleti armamenti dei binari, non possono raggiungere le celerità previste: la vera alta velocità si è fermata a Salerno;
atteso che :
un siffatto declino economico, ampliato anche dalla crisi di altri settori produttivi, ha prodotto effetti devastanti nell’equilibrio socio- economico dei territori e delle comunità : la fuga dei giovani qualificati in cerca di lavoro, l’anomala contrazione demografica e l’invecchiamento statistico delle popolazioni;
dalle rilevazioni dei dati di censimento si evince che le due città metropolitane di Messina e Reggio Calabria, nell’arco di circa 40 anni, hanno perso circa 120 mila abitanti equivalenti a una città di media grandezza (Bergamo o Siracusa). E non è difficile immaginare un catastrofico prossimo futuro, qualora non si invertisse l’attuale tendenza di un processo destinato a desertificare una delle aree geografiche più attraenti del Paese;
tenuto conto che :
la costruzione del Ponte sullo Stretto, già finanziata, anche con l’intervento economico delle due Regioni, e con un progetto di fattibilità definitivo, oltre alla realizzazione di una un’opera straordinaria che collegherà il Mezzogiorno d’Italia con il Nord Europa, attraverso il corridoio scandinavo – mediterraneo Helsinki-Palermo – La Valletta , rappresenta il volano economico per innestare un virtuoso processo di sviluppo, non solo per le regioni del Sud, ma per l’intero Paese;
la Sicilia, in sintonia con la sua naturale vocazione, si potrà proporre come moderna piattaforma logistica nel Mediterraneo e l’area dello Stretto potrà sviluppare sinergie tra le due sponde delle città metropolitane;
Tutto ciò premesso e considerato, l’Assemblea congressuale del MCL
impegna il nuovo Ufficio di Presidenza a sollecitare il Governo affinché:
- Assicuri il mantenimento dei tempi previsti dal cronoprogramma per la costruzione del Ponte sullo Stretto;
- Valorizzi il ruolo delle Regioni Calabria e Sicilia e in particolare degli Enti Locali interessati ai lavori per la realizzazione del manufatto stabile e di tutte le opere collegate;
- Attui gli impegni assunti per le opere compensative in favore dei territori coinvolti;
- Tuteli i diritti dei cittadini interessati nella fase degli espropri delle proprietà ricadenti nelle aree implicate;
- Disponga alle società incaricate dei lavori l’obbligo di assumere le maestranze prevalentemente dalle Regioni interessate, anche attraverso corsi professionali mirati al tipo di lavoro da svolgere;
- Innalzi il livello di vigilanza e attenzione nel contrasto di potenziali infiltrazioni delinquenziali da parte di organizzazioni criminali.
CETTINA LUPOI
5 Febbraio 2024 at 7:46
Lo sviluppo non si costruisce sulla base di una distruzione SENZA PRECEDENTI d’importanti realtà territoriali: Messina, lo Stretto e Villa S. GIOVANNI. Per un PONTE TECNICAMENTE NON FATTIBILE(esperti di indubbio valore lo sostengono), che in ogni caso BYPASSERA’ MESSINA e REGGIO, CON CONSEGUENTE MORTE ECONOMICA E SOCIALE DELLE STESSE.