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Dal 2015 si rinnova la Festa dell’Annuncio

Come hanno sottolineato i coordinatori la Festa dell’Annuncio è un appuntamento che si rinnova ogni anno (uno stop si è avuto solo nel periodo della pandemia), in cui in mezzo al frastuono del sabato sera  del centro Città, la Cattedrale offre “un’oasi” per entrare in contatto con Dio e da cui se ne esce comunque rinnovati.

Da sinistra: il Diacono Giuseppe Sambataro, Padre Massimo Cucinotta e il ministrante Giovanni De Luca - Foto di Antonio De Felice

Nella Basilica Cattedrale di Messina, nell’ambito del progetto pastorale “Sentinelle nella notte”,  l’Ufficio Liturgico, l’ Ufficio Migrantes, l’Ufficio Missionario, l’Ufficio Insegnamento Religione Cattolica, la Pastorale Giovanile, il Seminario Arcivescovile e l’USMI dell’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela hanno celebrato LA FESTA DELL’ANNUNCIO, evento che tende a coinvolgere parrocchie, movimenti, associazioni e istituti religiosi per vivere un’esperienza forte di preghiera  ed evangelizzazione nel cuore della nostra città.

Un sabato sera alternativo, in cui tanti fedeli e non, di tutte le età, attirati dalla Basilica Cattedrale aperta anche di sera e dalla gioia dell’invito, hanno potuto vivere un momento di preghiera comunitaria e un percorso spirituale personale, attraverso dei “pozzi” (Accoglienza, Battesimo, Parola, Preghiera, Riconciliazione, Condivisione, Evangelizzazione), così  da andare tra la gente, per testimoniare con gioia e convinzione che “Dio è Amore”.

Il momento iniziale di preghiera è stato  presieduto dal Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano ,Padre Massimo Cucinotta, il quale, durante la sua omelia, ha spiegato ai presenti come Dio ci ha scelti così come siamo e non santi per fare testimonianza. Dobbiamo essere come dei seminatori che con cura seminano e lasciano che i semi fruttifichino. Io sono la vite e voi siete i tralci restate in me, porterete frutto. Il momento e la serata tutta, sono stati animati dall’ottima corale del gruppo “Sentinelle nella notte”. A collaborare alla serata, tra gli altri il gruppo scout del M.AS.C. che ha curato il pozzo dell’accoglienza, insieme al gruppo “Padre nostro….padre di tutti”  e questi ultimi si sono occupati anche del pozzo dell’evangelizzazione. Chi iniziava il percorso rinnovava le sue promesse di fede al pozzo del Battesimo, curato dalla parrocchia di Sant’Antonio Abate, qui si poteva accostarsi al Credo Apostolico e al fonte battesimale; a seguire la Pastorale giovanile che ha curato il pozzo della Parola, in cui si poteva ricevere un messaggio bibblico; continuando il cammino si arrivava al pozzo della Preghiera, curato dalle suore del Bell’Amore, in cui ciascuno poteva condividere su un foglio la propria preghiera. Come ogni anno il punto centrale del percorso, però, è stato il pozzo della Riconciliazione dove ci si è potuti confessare, provando la gioia di essere rinnovati. A conclusione il pozzo della Condivisione, a cura del gruppo Migrantes, dove una volta rinnovati si poteva condividere un messaggio.

Novità di quest’anno  l’animazione in piazza a cura del gruppo della Parrocchia “Stella Maris” di Minissale.

Come hanno sottolineato i coordinatori la Festa dell’Annuncio è un appuntamento che si rinnova ogni anno (uno stop si è avuto solo nel periodo della pandemia), in cui in mezzo al frastuono del sabato sera  del centro Città, la Cattedrale offre “un’oasi” per entrare in contatto con Dio e da cui se ne esce comunque rinnovati.

 

Le interviste

Abbiamo sentito il responsabile del progetto “Sentinelle nella notte”, Andrea Pinesi.

Un altro anno di Annuncio, è più facile o più difficile annunciare negli anni il messaggio di Cristo?

Il messaggio di Cristo è un messaggio d’amore. Se noi lo annunciamo come messaggio d’amore, non può che essere “facile”. Facile in che senso, nel senso che: dobbiamo portare questo messaggio a chi ancora è alla ricerca dell’amore e come ha detto padre Massimo Cucinotta durante l’omelia, questo messaggio d’amore lo dobbiamo portare in primis a noi, che siamo coloro che fanno un cammino di fede nelle varie comunità cristiane e poi  dobbiamo portarlo a chi è ancora alla ricerca. Dobbiamo, inoltre, secondo quello che è lo spirito della Chiesa,  coltivarlo anche nostre comunità. Se questo messaggio d’amore non lo coltiviamo nelle nostre comunità con un cammino serio e profondo, non possiamo annunciarlo ai giovani e meno giovani che sono alla ricerca. In tutto questo, questa Festa dell’Annuncio ci spinge ancora una volta, in questo anno e a conclusione di questo cammino/percorso che abbiamo fatto col progetto “Sentinelle della notte”, a fare un profondo discernimento e a capire, soprattutto, come dobbiamo andare incontro agli altri, “uscendo” dalle nostre chiese e uscendo dalle nostre sagrestie.

Parliamo di andare incontro agli altri. Quanto questo percorso è agevolato dalla Diocesi e dalle varie realtà diocesane?

Le componenti diocesane favoriscono sicuramente, come in questa circostanza. Non ci dobbiamo dimenticare che questo progetto, accolto nel 2015 dal Vescovo di allora, è  stato poi abbracciato dai diversi Uffici e Organismi diocesani, accolto dai Vescovi successivi, tra cui adesso Monsignore Giovanni Accolla. Un progetto di evangelizzazione e ciò che Papa Francesco ci invita a fare, quello di uscire per andare a portare Gesù agli altri. Sicuramente la Diocesi in ciò favorisce: la Cattedrale aperta oggi e non solo oggi è una dimostrazione di una Chiesa che è attenta alle esigenze della nostra società, ma attenta, anche, a una nuova evangelizzazione che parte proprio da un annuncio concreto e non solo fatto di parole. 

 

Abbiamo poi parlato con Padre Massimo Cucinotta, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, e coordinatore del progetto.

Dal 2015 si rinnova questa Festa dell’Annuncio,  a conclusione di un percorso che la Diocesi di Messina ha sposato pienamente grazie a lei e grazie ai vari Uffici diocesani. Quanto è facile annunciare oggi? Ogni anno è sempre più facile o più difficile annunciare Cristo?

Direi che non si tratta di facile o difficile, quanto nell’approssimarsi veramente all’incontro con Gesù, Gesù risorto che vive nel cuore della Chiesa e di ogni credente. Se c’è questa comunione profonda con Lui tutto sarà più facile, anche se il contesto in cui viviamo sembra dire diversamente. Per certi aspetti, quindi sicuramente, è arduo come ci ricorda il Vangelo :”La messe è molta ma gli operai sono pochi”. C’è uno scarto tra l’abbondanza della messa e gli operai dell’annuncio del Vangelo, però con il Signore questo compito arduo è anche esaltante e gioioso, perché favorisce un rinnovamento spirituale. La nascita dell’uomo nuovo, nei confronti di quell’uomo vecchio che è sedotto dal peccato. Ho pensato che, in questo periodo di “Covid”, di guerre e d’instabilità, ci sia in tutti questo desiderio forte di rinascita e l’annuncio del Vangelo agevola parecchio e facilita ancora di più uno stesso annuncio, che poi è Cristo stesso.

Diceva nell’omelia: “Siamo tutti scelti, così come siamo, per essere testimoni“, come si fa ad essere scelti?
Effettivamente il Signore può usare tantissimi modi e tante modalità perché Egli possa chiamarci, dalla comunità parrocchiale, in cui si cresce; oppure un’esperienza in un gruppo, un movimento della Chiesa e a volte toccando il fondo, anche in situazioni scabrose, a volte il Signore poi chiama a risorgere, chiama ad una vita nuova. Le  modalità dell’incontro, della predilezione e dell’amore di Cristo sono tantissime, svariate.

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