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“Un’operazione verità” sul risanamento di Maurizio Croce e dell’assessore designato, Matilde Siracusano. Le repliche di De Luca e La Verdera

“Persone”. Questo il titolo dell’incontro stampa

“Persone”. Questo il titolo dell’incontro stampa, sul tema del risanamento, promosso dal candidato sindaco di Messina del centrodestra, Maurizio Croce, insieme alla deputata di Forza Italia e assessore designato, Matilde Siracusano.

“Un’operazione verità”, come è stata definita dai protagonisti, per chiarire tutti i passaggi dell’iter parlamentare che ha portato allo stanziamento di 100 milioni di euro per la risoluzione di una vera e propria piaga che affligge Messina da oltre un secolo.

«Quello del risanamento – esordisce Maurizio Croce – è uno dei temi più importanti e caldi di questa campagna elettorale. La nostra volontà, sin dall’inizio, è stata quella di non strumentalizzare un argomento che riguarda la vita e la dignità di tanti nostri concittadini, per questo abbiamo deciso di non fare “passerelle” nelle zone da risanare. Il 18 maggio, però, ci siamo trovati di fronte a un candidato sindaco che tra le liste a suo supporto ne presentava una dal nome “Mai più baracche”. Trovo assolutamente inaccettabile e vergognosa una strumentalizzazione del genere. Per questo motivo, allora, è giusto che i messinesi conoscano – prosegue il candidato del centrodestra – quali siano stati i passaggi reali dell’iter parlamentare e chi abbia i relativi e reali meriti. Una polemica non nostra, a cui siamo stati costretti a rispondere per chiarire e mettere in evidenza il distacco istituzionale che Messina sta soffrendo. La sinergia, tra Comune, Regione e Stato, con cui questo tema doveva essere affrontato, infatti, è stata interrotta nel suo “ultimo miglio” per una precisa volontà di chi amministrava la città. I rapporti di Messina con la Regione e il governo nazionale sono stati interrotti e, oggi, ci ritroviamo col Prefetto a ricoprire il ruolo di commissario. Inaccettabile che Messina si sia fatta disprezzare dalle istituzioni per colpa di chi l’amministrava. Quello del risanamento, dal punto di vista emotivo, è un tema che appartiene alla città e non allo Stato, per questo è fondamentale che sia il sindaco a farsi garante e non un organo, seppur di altissimo profilo, dello Stato».

Prima dell’intervento dell’assessore designato Siracusano, a prendere la parola è la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu: «La vera pecca di Matilde è quella di essere bella – ironizza la senatrice -, quindi, poco credibile per chi è mosso da sentimenti di cattiveria e invidia. Sono testimone diretta di quello che è stato il suo lavoro e la sua presenza al fianco di Maurizio Croce è la dimostrazione di quanto forte e professionale sia la squadra. Durante il periodo più nero della pandemia – conclude la Papatheu – ho provato vergogna per alcune scenette prodotte da chi amministrava Messina nel rapportarsi con i rappresentati del governo nazionale».

“L’operazione verità” entra nel vivo quando la parola passa all’onorevole Matilde Siracusano: «Non avrei mai voluto tenere questa conferenza stampa, perché non credevo che fosse necessario, ma sul tema risanamento c’è stata una speculazione eccessiva. Una speculazione fatta su persone che hanno vissuto in una condizione indegna a causa dell’assenza dello Stato. Non sono interessata a intestarmi dei meriti, per me parlano gli atti parlamentari. Quello a cui tengo – precisa Siracusano – è non creare un pericoloso precedente per la città di Messina. Perché la nostra città sta rischiando di vedersi alzare dei muri istituzionali davanti. Quando un ministro, in questo caso Mara Carfagna, si espone tanto da forzare l’approvazione di una norma è fondamentale riconoscere i meriti e non rinnegare quanto fatto. Chi amministrava Messina – spiega la deputata di Forza Italia – ha deciso di cancellare quanto fatto dal governo. Allora, sono costretta a rivendicare il lavoro di Forza Italia e delle ministre Gelmini e Carfagna, oltre al mio. Facciamo chiarezza e partiamo dall’inizio: il presidente della Regione, Nello Musumeci, chiese lo stato d’emergenza che venne negato dalla Protezione Civile, visto che le baracche sono presenti in città da tantissimi anni. Iniziò un iter parlamentare con il deposito, da parte mia di una proposta di legge. Decidemmo, anche, di organizzare una mostra fotografica alla Camera dei Deputati, per la quale ringrazio il presidente di Arisme, Marcello Scurria, che toccò profondamente tutto il Parlamento. Maria Stella Gelmini – racconta Matilde Siracusano – partecipò a una visita alle baracche di Messina e vide con i propri occhi la condizione in cui queste persone sono costrette a vivere: vere e proprie favelas.  Decise di chiedere la procedura d’urgenza, che venne negata dall’allora ministro per il Sud del Partito Democratico, Giuseppe Provenzano. L’iter, così, si allungò ancora. Con l’insediamento del governo Draghi venne nominata Mara Carfagna come ministro per il Sud: il suo primo atto fu quello di inserire nel decreto Covid i 100 milioni per il risanamento della città di Messina. Una forzatura, come dicevo, ma necessaria perché quelle condizioni abitative non potevano che essere aggravate dalla pandemia. Contestualmente, venne nominato il Prefetto, Cosima Di Stani, come commissario. Un’anomalia, frutto del conflitto tra Regione e amministrazione che portò a tagliare fuori il sindaco della città di Messina. I conflitti tra istituzioni portano solo problemi. Chi specula, adesso, su questa vicenda fa una cosa riprovevole e dovremmo ribellarci tutti. Non è possibile – attacca l’assessore designato – creare una lista dei baraccati perché, in questo modo, non si fa altro che mantenere lo status di baraccati. Dobbiamo dire basta, dobbiamo combattere questa “lettera scarlatta”. Deve sparire questo status, basta creare dei ghetti. Per questo, allora, puntiamo sull’acquisto di immobili e non nuove costruzioni perché non faremmo altro che ricreare dei ghetti. Abbiamo le soluzioni, ma non per fare speculazioni elettorali. Infine – conclude Matilde Siracusano -, posso garantire che il governo monitorerà per completare l’iter e immettere nuove risorse economiche oltre ai 100 milioni già stanziati».

Il commento dell’ex Sindaco Cateno De Luca

“Se portare a Messina oltre 300 milioni, di cui solo 100 con la legge Carfagna, per risolvere l’emergenza abitativa di quanti vivevano nelle baracche, dopo 50 anni di inutili promesse, significa isolarla, ben venga l’isolamento. A me non è mai interessato avere riconosciuto il merito, ma mi stava a cuore risolvere il problema.
Per quanto riguarda la nomina del Prefetto quale Commissario l’On. Siracusano farebbe più figura a raccontare la verità. È stata lei a pregarmi di non insistere per facilitare l’esito del procedimento di legge, frenato da parlamentari che temevano di rafforzare troppo la mia posizione. Siccome non era questo il mio obiettivo, ma quello di fare l’interesse della mia comunità ed in particolare quello di migliaia di persone da sempre dimenticate dalla politica romana e palermitana, ho fatto un passo indietro. Chi, come Croce, lancia frecciatine su questo argomento dimostra di non conoscere i fatti. E questa, purtroppo per lui, non è una novità.
Aggiungo su Croce che Messina con De Luca ha avuto finalmente un sindaco che non sculettava davanti alle istituzioni ma ha preteso rispetto. Lui è evidentemente abituato a sculettare e scondinzolare per poter ottenere incarichi dai governi di centro destra e centro sinistra indistintamente e la sua storia lo dimostra. Sono orgoglioso della mia storia e soprattutto di non avere nulla in comune con il percorso di Maurizio Croce. Oggi se la città di Messina torna ad essere protagonista è proprio perché ha avuto un sindaco che ne ha rivendicato la centralità.
Indietro non si torna. Messina, l’ho già detto e lo ribadisco, non merita questa “croce”.”
Il portavoce di Sicilia Vera Ismaele La Vardera, capolista della compagine Mai più baracche commenta così le dichiarazioni di Maurizio Croce:
“Leggo con estremo stupore le dichiarazioni del candidato sindaco Maurizio Croce che dice essere una vergogna chiamare una lista “mai più baracche”.
Da capolista della lista “‘mai più baracche” e da portavoce regionale di Sicilia Vera non posso che replicare che la vergogna la debba provare proprio la politica rappresentata dalla coalizione di centrodestra di cui Croce è espressione a Messina.
Infatti da oltre 100 anni il problema delle baracche è stato sotto gli occhi di tutto l’arco costituzionale, ma mai nessuno aveva pensato di risolvere concretamente la questione.
Anzi, tutti hanno fatto promesse e passerelle in tempi elettorali proprio sui territori in cui insistono le baracche, strumentalizzando chi ha vissuto un dramma in silenzio e per decenni.
Comprendo il disappunto di Croce che trova inverosimile che la politica finalmente dia dignità e protagonismo proprio ai baraccati ed ex baraccati, fin ora infatti la politica lì ha solo usati.
Oggi noi desideriamo possano sedere sugli scranni del Consiglio comunale proprio per perorare le cause di quel risanamento ormai avviato.
Non avrei mai prestato il mio volto e la mia storia personale se non avessi toccato con mano il lavoro svolto da Cateno De Luca nel porre La questione del risanamento come punto fondamentale dell‘attività amministrativa, trovando risposte concrete che solo chi non ha onestaà intellettuale non vede.”
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