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Presentato Nanni Randazzo, assessore designato nella coalizione di centrosinistra. Sulle dichiarazioni replica degli ex assessori Musolino e Caminitii

Presente la vice sindaca Zafarana e Franco De Domenico in video collegamento

Presente la vice sindaca Zafarana e Franco De Domenico in video collegamento

 

L’assessore designato nella giunta di centrosinistra: “Su erosione costiera, l’ex amministrazione ha abbandonato il piano di monitoraggio che Unime aveva in corso e ha sbagliato ignorare le cause dei processi erosivi, intervenendo solamente sugli effetti. Si potevano trovare soluzioni migliori. Su Zona falcata, tra 20 giorni pronto il modello concettuale, grazie al lavoro fatto in sinergia con l’Autorità portuale”. E con emendamento in Finanziaria della vicesindaca Zafarana in arrivo 500mila euro per dotare le spiagge di accessi ai disabili.

Franco De Domenico in video collegamento: Vogliamo costruire un’azione amministrativa basata sulle competenze e non sull’odio e la mistificazione. Chi non ha nulla da proporre, guarda sempre ‘in casa d’altri’.

MESSINA, 24 MAG – “Il primo atto da assessore al Mare, sarà quello di portare ad approvazione il Piano di utilizzo del demanio marittimo (PUDM). È delittuoso che una città come Messina, con il numero più alto di chilometri di costa tra le città metropolitane, non abbia un Piano approvato e, soprattutto, valutato sotto l’aspetto ambientale strategico, la Vas”. Si presenta subito con le idee chiare e le competenze che lo rendono tra i migliori esperti italiani del settore, Nanni Randazzo, assessore designato nella coalizione di centrosinistra che sostiene il candidato sindaco Franco De Domenico. Randazzo è stato presentato oggi nel corso di un incontro al quale ha partecipato in video collegamento Franco De Domenico e al quale era presenta la vicesindaca Valentina Zafarana.

“Il PUDM – approfondisce l’assessore designato – è lo strumento per aprire la città davvero verso il suo mare e dare la possibilità alla nostra costa di essere completamente fruita, non solo per i lidi, ma abbiamo la necessità di dare accesso alla gente, allo sport, per l’alaggio delle barche e tantissime altre attività che generano economia. Dal piano, inoltre non si può prescindere”, il docente universitario, infatti, avverte: “C’è una sentenza del Consiglio di stato molto chiara, dopo il 31 dicembre 2023, se non sarà approvato il PUDM, non si potranno più dare concessioni demaniali”.

L’assessore designato poi, si sofferma sulla questione dell’erosione costiera: “E’ giusto che si metta in sicurezza il territorio. Gli abitanti di Galati hanno diritto di vivere in un’area sicura.  Sono stati fatti degli interventi da parte dell’ex amministrazione ma con uno studio attento si poteva arrivare a soluzioni migliori. Con le giunte precedenti, insieme all’Università di Messina, abbiamo portato avanti per anni un piano di monitoraggio, ottenendo ottimi risultati. L’ultima giunta ha abbandonato il piano di monitoraggio e questo è un grave errore, perché non studiare adeguatamente le cause non ha consentito di mettere in atto tutte quelle attività che si sarebbero potute avviare per mitigare il processo erosivo: il processo erosivo non va trattato solo con i grandi finanziamenti. La costa va gestita giorno dopo giorno, stagione dopo stagione; attivare dei sistemi di spostamento dei sedimenti, assecondando quella che è la naturalità del mare. Con il mio gruppo di lavoro abbiamo collaborazioni con altri colleghi e seguito degli interventi sia a Ischia che nel Lazio, dove abbiamo fatto spostamenti di sedimenti che con cifre assolutamente limitate hanno portato alla buona gestione del territorio. Posso poi citare il piano che ha predisposto il sindaco di San Vito Lo Capo, che ha spostato semplicemente i sedimenti da destra verso sinistra e ha restituito alla fruizione una spiaggia magnifica. La costa messinese non è seconda a nessuno, ha un orizzonte visibile che delinea un paesaggio unico”.

Infine, terzo aspetto sul quale bisogna impegnarsi seriamente è la questione delle bandiere blu. È vero che è una questione complessa, ma è pur vero che se si propone di fare la bandiera blu a Capo Peloro e per l’accesso alla spiaggia si pongono quattro blocchi di calcestruzzo, accanto si installa una doccia orribile che fa un laghetto ristagnante e poi la prima cosa che si scorge accedendo alla spiaggia sono i rifiuti dei lidi, mi pare impensabile che si possa ambire alla Bandiera blu. Mi sembra fuori da ogni logica”.

L’ ultima riflessione di Randazzo è sulla Zona Falcata. Il mio gruppo di ricerca sta lavorando al modello concettuale, dovremmo consegnarlo tra 15 – 20 giorni. Abbiamo tutti i dati per completare con le colleghe Ida Milone e Cettina De Stefano l’attività che diversi anni fa ha avviato l’allora rettore Pietro Navarra. L’Autorità di sistema portuale dello Stretto ha fatto un grande lavoro, ha completato tutte le analisi e i carotaggi. È una questione complessa, non è una situazione facile, è un’area inquinata, come è normale per un’area industriale abbandonata. Però è un’area che può essere bonificata e lo dico pensando alla prima attività che si potrà realizzare, il restauro dell’area della Cittadella che sarebbe il primo magnifico biglietto da visita per la rinascita di quella zona di Messina. Basta metterci professionalità, tanta passione e sono sicuro che con l’auto dei messinesi che ci sceglieranno potremo realizzarla tutto questo presto. D’altra parte – osserva Randazzo – se oggi possiamo parlare di piano regolatore del porto e di recupero e bonifica della Zona Falcata tutto questo si deve al cosiddetto Patto della Falce, che dopo decenni di stallo ha messo intorno al tavolo tutte le istituzioni che avevano competenza su quella porzione di città. Quell’accordo ha determinato il superamento di profili di contenzioso giuridico che bloccavano ogni azione. Abbiamo superato i veti incrociati. Questo dà la misura di quanto sia importante il dialogo interistituzionale, le potenzialità enormi quando si fa rete. Senza spendere un euro abbiamo dato la possibilità di recuperare e creare ricchezza nei prossimi anni, restituendo una parte importante e anche simbolica di Messina ai messinesi”.

FRANCO DE DOMENICO – Vogliamo costruire un’azione amministrativa basata sulle competenze e non sull’odio e la mistificazione. Chi non ha nulla da proporre, guarda sempre ‘in casa d’altri’.  C’è una questione di credibilità, Messina merita rispetto, merita persone serie e competenti. Su questo noi vogliamo impostare la nostra azione amministrativa, non sulla furbizia, non sull’inganno e la speculazione. Con la mia coalizione abbiamo deciso di nominare in giunta e dare una delega apposita al massimo esperto di erosione costiera e di problematiche legate all’ambiente marino, già consulente della Regione Siciliana”.

“Siamo pienamente operativi – ha aggiunto il candidato sindaco – in questi giorni sto ricevendo tantissime attestazioni di affetto. La campagna elettorale va avanti e ogni giorno che passa siamo sempre più fiduciosi e forti del sostegno che cresce intorno alla nostra proposta di cambiamento. Nei prossimi giorni presenteremo i nostri assessori designati in luoghi simbolo, oggi siamo partiti dalla Cortina del Porto”.

VALENTINA ZAFARANA – La vice sindaca ha evidenziato come “la disponibilità di una figura autorevole come Nanni Randazzo pronta a lavorare per Messina sia una risorsa importantissima”.  Zafarana ha ricordato, infine, a proposito della fruizione delle spiagge, che grazie a un emendamento proposto da lei in Finanziaria regionale, arriveranno a Messina 500 mila euro per dotare le spiagge di accessi ai disabili. In questo modo – osserva Valentina Zafarana – possiamo ambiare al riconoscimento della Bandiera Lilla, che premia e supporta quei Comuni che favoriscono il turismo d’inclusione”.

Dafne Musolino e Francesco Caminiti replicano alle dichiarazioni di Giovanni Randazzo.
Ecco la nota a firma di entrambi.
Messina. Musolino e Caminiti: Randazzo troppo impegnato tra le aule universitarie per conoscere cosa ha fatto l’amministrazione De Luca.

“Abbiamo ascoltato le dichiarazioni del designato assessore del candidato sindaco De Domenico, prof. Giovanni Randazzo, sul PUDM, erosione costiera, Capo Peloro e Zona Falcata, dalle quali si evince chiaramente che il professore è stato troppo impegnato nelle aule universitarie per informarsi sull’azione amministrativa posta in essere dalla Giunta De Luca.

Al Prof. Randazzo che dichiara che la prima cosa da fare sarebbe il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo ricordiamo che con delibera di consiglio comunale n. 645 del 13 dicembre 2021 il PUDM del Comune di Messina è stato approvato e trasmesso al competente Assessorato Regionale Territorio e Ambiente per la sua validazione.
Dopo oltre dieci anni di tentativi infruttuosi e di procedimenti che non andavano mai a buon fine, la Giunta De Luca è stata l’unica che, in meno di tre anni e in piena pandemia, ha redatto e completato il PUDM, ottenendo la validazione di prefattibilità in linea tecnica da parte della Struttura Territoriale Ambientale di Messina, trasmettendolo al Consiglio Comunale che ha deliberato, adottandolo.
Paradossale poi la questione sulla difesa delle coste dove, nonostante un candidato a sindaco (Croce) fosse fino a pochi giorni fa il soggetto attuatore per il dissesto e disponesse di centinaia di milioni di euro, il pensiero di Randazzo è rivolto all’azione politica di Cateno De Luca mentre nessun accenno viene fatto a Maurizio Croce, unico responsabile per i mancati obiettivi in materia di difesa delle coste.
Il Professore Randazzo, “docente di critica costiera” presso l’Università degli Studi di Messina, è solito contestare gli interventi di difesa delle coste con pennelli e barriere, ma ciò che omette di rendere noto è che lui stesso fa parte dei gruppi di progettazione (a titolo oneroso, ovviamente) anche per interventi che si sono dimostrati del tutto inefficienti ed inadeguati come a giardini Naxos, nonostante siano stati spesi 12 milioni di euro.
Il Prof. Randazzo preferisce non parlare delle sue attività di progettazione affidategli da Croce e rivolge il pensiero alla scorsa amministrazione di Messina per gli interventi di somma urgenza, “dimenticando” che l’ente finanziatore, e stazione appaltante, è stato proprio Maurizio Croce e che quegli interventi si sono resi necessari per salvare le case degli abitanti di Galati mentre si attendeva che la Regione Siciliana si esprimesse per quanto riguarda la Valutazione d’Impatto Ambientale (2 anni) del progetto complessivo, oggi in fase di realizzazione, e che sta dando velocemente i propri frutti; quel progetto, è bene chiarirlo, è del Comune di Messina
L’Amministrazione Comunale si è invece messa a disposizione della Regione per appaltare più velocemente le opere redigendo il progetto che, senza la disponibilità della Giunta De Luca, si sarebbe dovuto affidare all’esterno, con allungamento dei tempi per l’affidamento della progettazione e con aumento dei costi.
Del tutto inaccettabili risultano le considerazioni sugli interventi eseguiti dalla Giunta De Luca sulle spiagge che, per la prima volta dopo decenni, sono state pulite e rese fruibili, dotandole di passerelle, docce attrezzate, isole ecologiche, servizio di vigilanza della balneazione proprio a Capo Peloro e di assistenza alle persone disabili mediante la sottoscrizione di una convenzione con l’ASP di Messina.
Infine, per quanto riguarda la Zona Falcata, comprendiamo il palese disagio con il quale il Professore è stato costretto dal suo ruolo di designato assessore del candidato De Domenico a tentare di smentire il suo “datore di lavoro” Croce che ha affermato che ci vorranno anni per ottenere la completa riqualificazione dell’area, facendoci quasi venire in mente quella famosa commedia del Goldoni del servitore di due padroni. Nel dubbio su quale sia meglio assecondare, il professore preferisce dire che pensa che ci vorrà del tempo, un paio d’anni, ma non tantissimo… dimostrando assoluta approssimazione e scarsa conoscenza dei fatti. Rammentiamo infatti che dopo l’approvazione del Piano di Caratterizzazione dell’area, alla cui redazione ha partecipato il Comune di Messina, sono stati eseguiti i prelievi ambientali che hanno confermato l’esistenza di un rischio di contaminazione ambientale. Lo stesso Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, ing. Mega, lo scorso mese di gennaio, ha dichiarato che per eseguire i lavori di bonifica occorrerà prima completare l’analisi del rischio e redigere il c.d. Modello Concettuale Definitivo, stimando un tempo non inferiore ai 4 mesi per questo adempimento (che non risulta essere stato ancora approvato) ma senza potere neppure quantificare il tempo occorrente per la bonifica.
 Quanto poi alla spesa… a parte i proclami di Musumeci, che periodicamente dichiara che finanzierà la bonifica della Zona Falcata, ancora non si è visto un euro, con buona pace di padroni e servitori.”
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