Così in una nota il senatore siciliano e commissario regionale della Lega Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo e segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama.
“Ve la immaginate Giorgia Meloni che autorizza la Valutazione d’Impatto Ambientale per il ponte sullo Stretto di Messina, nonostante i pareri discordanti tra le amministrazioni dello Stato? È proprio quello che prevede l’articolo 1, comma 1, la norma voluta e inserita, con la ‘manina’ di Salvini, nel decreto ambiente approvato ieri dal Consiglio dei Ministri. Come è noto, la commissione tecnica sulla Via ha espresso ben 236 osservazioni sul progetto, e alcune autorità dello Stato, come l’INGV, non sono state coinvolte nella valutazione”. E’ la denuncia di Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Avs.
La nota di Bonelli Verdi: “La sicurezza è basilare per la realizzazione del Ponte sullo stretto di Messina”
“Sembra il terzo atto delle forzature istituzionali, le cosiddette ‘leggi ad operam’. Esse attribuiscono al Consiglio dei Ministri, organo politico privo di competenze tecniche, la “complessiva valutazione” su questioni di interesse ambientale e sociale, nonché sulla sicurezza strutturale. A cosa servono leggi e approfondimenti sui problemi, quando una riunione tra esponenti politici può decidere su ambiente, sicurezza, espropri, deportazioni, piloni che scivolano su faglie sismiche, e costi astronomici e incontrollati?”, prosegue Bonelli.
“Questo governo si è assunto la responsabilità di far prevalere la politica sulla scienza, mettendo in secondo piano la sicurezza. Ma la premier è stata informata da Salvini che il progetto prevede che il pilone lato Calabria poggi su una faglia sismica attiva, come indicato dalla cartografia dell’ISPRA. È irresponsabile ciò che ha fatto il governo, prevedendo la stessa procedura anche per le centrali nucleari. Questo esecutivo calpesta le norme a tutela dell’ambiente e marginalizza scienziati e tecnici”, conclude la nota. (Fonte: Adnkronos)
Nota di Invece del ponte:
Tre indizi fanno una prova.
Hanno cominciato col DL 35, modificando ad hoc le norme sulle opere pubbliche. Hanno continuato infilando
nel DL 89 lo “spezzatino” per il progetto esecutivo. Adesso cercano di fare bingo: contro legge e logica un
gruppo di politici, tecnicamente ignoranti, esautora la Commissione VIA per scelte fondamentali riguardo
ambiente, paesaggio, impatti sociali, sicurezza.
Tre indizi che confermano quanto è ormai evidente da tempo: il progetto del ponte non sta in piedi e con
procedure normali sarebbe sonoramente bocciato. Le risposte della società Stretto sono risibili, e per andare
avanti provano a forzare le norme, modificandole a loro vantaggio. Ma le tre forzature sono leggi illegittime,
perchè vanno contro le norme europee, oltre che contro logica e buon senso.
Invitiamo tutti ad una operazione di verità, smascheriamo l’inganno del ponte e denunciamo chi vuole
devastare i nostri territori per miseri interessi economici, con la complicità dei loro ascari locali. Tre indizi
fanno una prova
