“Il nostro obiettivo, afferma l’ex sindaco di Messina Cateno De Luca, è quello di difendere la città da persone come Maurizio e Ferdinando Croce. Ho già spiegato perché, ma la nota dell’ex vicecapo di gabinetto dell’assessore Razza delle scorse ore mi obbliga a tornare sull’argomento per chiarire alcuni passaggi.
Politica
De Luca: difenderemo la città dai giochi di potere della famiglia Croce
Replica alle dichiarazioni di Ferdinando: “chi spalmava i morti non può permettersi di dare lezioni”
Ferdinando Croce, afferma De Luca, è stato utilizzato da Maurizio Croce per accreditarsi nel centro destra. Vogliamo ricordare infatti che mentre Maurizio Croce era ancora assessore del governo di centrosinistra Crocetta, Ferdinando Croce era invece candidato nella lista Sarà Bellissima a fianco di Musumeci. Insomma, classici giochi di potere di certe famiglie messinesi per stare sempre e comunque dalla parte di chi governa. In questo caso a trarne il vantaggio maggiore è stato l’ex assessore del governo di centrosinistra Maurizio Croce, che con il centrodestra si è mantenuto la poltrona di Commissario per il dissesto idrogeologico e che quindi possiamo ben definire un uomo buono per tutte le stagioni. Ecco di cosa parliamo. I “Croce” prosegue De Luca, sono davvero una “croce” della politica perché strumentalizzano il consenso per accreditare sé stessi e conquistare poltrone. Oggi, prosegue De Luca, Ferdinando Croce, farebbe meglio a tacere. Lui che ha fatto campagna elettorale nel 2017 sparando a zero contro quelli che dal suo punto di vista erano impresentabili guarda caso oggi rientra a pieno titolo in quella stessa categoria. Il vero impresentabile oggi è proprio lui perché vogliamo ricordare che Ferdinando Croce è il protagonista della vicenda che ha sconvolto la sanità siciliana. Ferdinando Croce era nella banda che in piena emergenza Covid spalmava i morti e si preoccupava di mettere a tacere proprio il sottoscritto. Questo non lo dice Cateno De Luca. Questo emerge dalle 248 pagine del dispositivo della Procura di Trapani. è l’8 di gennaio quando la procura intercetta Maria Letizia Di Liberti, dirigente del Dipartimento attività sanitarie e osservatorio epidemiologico e proprio Ferdinando Croce, Vicario Capo Gabinetto dell’Assessore alla Salute Ruggero Razza. In quell’occasione “CROCE è preoccupato dai dati, con un forte aumento, provenienti da Messina, per cui vorrebbe “bilanciare” il dato negativo inserendo quello dei guariti in modo che il dato allarmante dei “positivi” sia, in qualche modo, rassicurato dai soggetti “guariti”. La DI LIBERTI dice che stanno calcolando il numero dei guariti degli ultimi 30 gg. riferendosi alla Circolare ed ai soggetti di “fine isolamento” e la “guarigione”. Nel corso della conversazione la DI LIBERTI chiede se i dati gli servono per “…migliorare e fare bella figura” o per “affossare La Paglia” (Direttore Generale ASP Messina) (collaboratore inviso ai due), in modo da modularli secondo lo scopo per cui vengono utilizzati. CROCE risponde che i dati servono per bilanciare le polemiche su Cateno DE LUCA (sindaco della città di Messina), in modo che l’Assessorato faccia bella figura per far vedere che ci sono i dati dei guariti a bilanciare l’alto numero di contagiati.” Questo è solo uno stralcio dell’intercettazione. Il problema di fronte ai morti in quel momento è mettere a tacere me. Ecco cosa si legge nel dispositivo: “Si pongono il problema di dare tali dati considerando la pressione negativa che il Sindaco di Messina DE LUCA sta facendo nei confronti dell’amministrazione regionale, valutando anche il fatto che bisognerebbe intervenire nei suoi confronti.” Io, conclude De Luca, devo ricordarvi chi è Ferdinando Croce e devo ricordarvi che Ferdinando Croce e Maurizio Croce sono della stessa pasta. Sono nella stessa “banda”. Difendere Messina significa difenderla da chi si è reso protagonista di una delle pagine più buie della sanità siciliana. Da chi usa la politica per soli interessi e scopi personali.”
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