Le recenti dichiarazioni di Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo e attuale parlamentare, sulle scuole del Sud hanno acceso un dibattito acceso e, a mio parere, profondamente ingiusto. Affermare che il 60% degli studenti meridionali non padroneggia l’italiano pur ottenendo voti alti alla maturità, definendo tale situazione una “disuguaglianza di destino” dovuta a politiche scolastiche inefficaci, significa ignorare la realtà complessa e spesso eroica di un sistema scolastico che, nonostante le difficoltà, continua a rappresentare un baluardo di civiltà e un motore di riscatto.
È innegabile che esistano divari e sfide nel sistema scolastico italiano, e il confronto tra Nord e Sud in termini di risultati può far emergere alcune differenze. Tuttavia, generalizzare e puntare il dito in modo così drastico verso il Sud, attribuendo la colpa a presunte “politiche scolastiche inefficaci”, è una semplificazione pericolosa che non tiene conto di una miriade di fattori socio-economici, culturali e infrastrutturali che influenzano profondamente l’apprendimento.
Il Contesto Meridionale: Sfide e Resilienza
Le scuole del Mezzogiorno operano spesso in contesti caratterizzati da maggiori difficoltà socio-economiche, con tassi di disoccupazione più elevati, minore disponibilità di servizi e, in alcune aree, una dispersione scolastica più marcata. Nonostante ciò, gli insegnanti del Sud dimostrano ogni giorno una dedizione straordinaria e una capacità di resilienza ammirevole. Sono professionisti che lavorano con passione, spesso in condizioni precarie, con classi numerose e risorse limitate. Si confrontano quotidianamente con situazioni familiari complesse, mancanza di supporti esterni e contesti culturali che richiedono un impegno pedagogico ancora maggiore. Ridurre il loro lavoro a una questione di “inefficacia” è un affronto a un impegno che va ben oltre il semplice trasferimento di nozioni.
Voti e Competenze: Una Questione Complessa
La correlazione tra voti alti alla maturità e presunta scarsa conoscenza dell’italiano, o il divario in matematica rispetto agli studenti del Nord-Est, merita un’analisi più approfondita. Il sistema di valutazione è complesso e può essere influenzato da molteplici fattori. È possibile che in alcune realtà vi sia una tendenza a valutare con maggiore generosità, ma ciò non significa automaticamente che gli studenti non abbiano acquisito competenze. Le competenze linguistiche, ad esempio, non si misurano solo con un voto alla maturità, ma con la capacità di esprimersi, comprendere e interagire nel mondo reale. E spesso, gli studenti meridionali, pur con alcune lacune specifiche, dimostrano una vivacità intellettuale e una capacità di adattamento che vanno riconosciute.
Inoltre, il divario in matematica può essere l’esito di percorsi formativi differenti, di approcci didattici non sempre uniformi a livello nazionale, e di un contesto socio-culturale che può influenzare l’approccio alle discipline STEM. Ma anche in questo caso, è fondamentale evitare stereotipi: il Sud ha prodotto e continua a produrre eccellenze in ogni campo del sapere, inclusa la matematica e le scienze.
Un Appello alla Collaborazione e al Riconoscimento
Le dichiarazioni di Gori, sebbene possano aver sollevato un dibattito necessario sulle sfide del sistema scolastico, rischiano di alimentare dannosi stereotipi e di minare la fiducia in un sistema che, con tutti i suoi limiti, è un pilastro fondamentale per il futuro del Mezzogiorno e dell’intero Paese.
Invece di alimentare polemiche e generalizzazioni, sarebbe più costruttivo concentrarsi su come sostenere concretamente le scuole del Sud. Ciò significa:
- Investire in infrastrutture e risorse: garantire scuole sicure, moderne e dotate delle tecnologie necessarie.
- Valorizzare e supportare gli insegnanti: offrire formazione continua, migliori condizioni di lavoro e riconoscimenti professionali adeguati.
- Ridurre le disuguaglianze socio-economiche: affrontare le cause profonde che influenzano l’apprendimento, come la povertà educativa e la dispersione scolastica.
- Promuovere lo scambio di buone pratiche: favorire la collaborazione tra scuole di diverse regioni per condividere esperienze e approcci didattici efficaci ( la mia Silicon Valley dello Stretto partendo da Messina si muove e opera in questo senso ).
La scuola meridionale, con i suoi insegnanti e i suoi studenti, è un patrimonio inestimabile. È tempo di riconoscerne il valore, difenderne l’integrità e supportarla attivamente, affinché possa continuare a essere un motore di crescita, innovazione e riscatto per il Sud e per l’Italia intera.
