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Cultura

La ricerca del talento a scuola: dibattito nei gruppi di lavoro della Silicon Valley dello Stretto

Riflessioni didattiche del Prof Aldo Ficara

Riflessioni didattiche del Prof Aldo Ficara

A Messina al pari di tutti i territori nazionali la gerarchizzazione dei saperi non è un buon viatico per la valorizzazione dei talenti all’interno delle scuole. Così come non giova alla discussione sui talenti una visione professionalizzante della competenza. È in gioco proprio quell’idea di “saper fare” che una malintesa accezione di competenza interpreta come mera attitudine pratica, come abilità tecnica, come dimensione meramente operativa dell’esistenza. In questa prospettiva, la scuola media finisce per sentirsi coinvolta in un’azione “orientativa” volta a comprendere se gli alunni siano maggiormente “portati per la pratica” (istruzione tecnica e professionale) oppure “portati per lo studio” (licei), e ciò indubbiamente influisce sul modo in cui la scuola dei preadolescenti interpreta il tema della competenza scolastica e quindi, implicitamente, il tema del riconoscimento dei talenti. La scuola a cui pensiamo offre molteplici possibilità di apprendimento, sperimenta metodologie didattiche diversificate e utilizza strumenti inclusivi. Ognuno può trovare il proprio modo di imparare e mettersi in gioco in vari campi, sapendo che non tutti saranno interessanti allo stesso modo o non in tutti si è capaci in egual misura. A tal riguardo, in discussioni avvenute in incontri on line nei gruppi di lavoro della Silicon Valley dello Stretto riguardanti il progetto ” Di.Te. Online “, si propongono 4 strumenti per promuovere i talenti a scuola:

  1. La biblioteca in classe: gli alunni hanno a disposizione libri di vario genere (narrativa, monografie a carattere scientifico, storico, artistico, dizionari, glossari, raccolte…) e vi possono accedere liberamente per dedicarsi alla lettura in un tempo stabilito o nel tempo libero. I testi della biblioteca possono essere utilizzati per approfondire argomenti di studio proposti dai docenti o per progettare e sviluppare ricerche personali. Interessante è il progetto ” Ama.LaScuola ” portato avanti all’interno delle attività della  Silicon Valley dello Stretto e già citato nell’enciclopedia Wikipedia alla voce Autoedizione
  2. Gli “angoli attrezzati” in classe: l’organizzazione dell’aula è di fondamentale importanza se si vuole lasciare la possibilità di sperimentare e scoprire abilità e inclinazioni individuali. Gli “angoli attrezzati” sono zone dell’aula (scaffali o mobiletti) nei quali sono presenti materiali strutturati o non per dedicarsi ad attività che implichino attitudini alla scrittura, alla costruzione, al ragionamento matematico, all’estro creativo… A seconda dell’età degli alunni i docenti organizzano i materiali che possono essere semplici oggetti, giochi strutturati, raccolte di enigmistica, strumenti scientifici o tecnologici.
  3. I laboratori: sono spazi esterni alla classe dedicati alle attività di tipo artistico (musicale, visivo, plastico, scientifico, tecnologico etc. Anche nei laboratori sono presenti materiali strutturati e non e sono co-pensati e co-costruiti con gli alunni, che si occupano di recuperare oggetti di riciclo utili alle varie attività.
  4. Collaborazioni esterne e territorio: l’apertura alle possibilità formative che la progettualità esterna alla scuola offre è un’occasione da non perdere se vogliamo consentire ai nostri studenti di fare esperienze diversificate nelle quali scoprire un’attitudine speciale o iniziare ad approfondire un’abilità nota con la guida di esperti.
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