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Cultura

Human Briges di Enzo Siviero: un ponte che unisce.

Presentato alla biblioteca regionale di Messina un libro che da lo spunto per guardare l’opera da un’altra prospettiva

Prof. Enzo Siviero

All’indomani degli spiacevoli accadimenti, ad opera di una frangia del movimento No Ponte, che hanno visto il Ponte tornare alla ribalta delle cronache, alla biblioteca regionale di Messina Giacomo Longo si torna a parlare di Ponte, con la presentazione del libro “Human Briges, ponti umani” del professore Enzo Siviero.

Ad introdurre l’incontro,  la direttrice della biblioteca Tommasa Siragusa, che sottolinea come l’argomento Ponte, sia un tema molto dibattuto, soprattutto, perché non si è riusciti a far capire come l’opera sarà qualcosa di integrato nei territori in cui andrà a essere istallato. Oggi a parlarne abbiamo Enzo Siviero, l’autore del libro, che lambisce la tematica del ponte non solo da tecnico, ma da vari aspetti, come ad esempio: Il ponte umano, pensieri in libertà e molti altre visioni del ponte come i ponti dell’amicizia o altri ponti emotivi.

A moderare l’incontro, il giornalista Domenico Interdonato, che presenta i relatori: il presidente dell’ordine degli architetti e della consulta regionale Giuseppe Falzea e successivamente il prof. Enzo Siviero.

Falzea dopo i ringraziamenti di rito, spiega come il nostro porto non possa entrare a far parte degli scambi intermodali del Mediterraneo, se non abbiamo le infrastrutture come quella del Ponte e che il Ponte da solo non basta, ma sappiamo che già ci sono 10 milioni per la Sicilia e 15 milioni in Calabria per le infrastrutture. Questo permette di dar luogo  al corridoio di scambi intermodali europei Berlino – Palermo, che aveva tentato di sostituire il corridoio Helsinki-La Valletta. Del resto un ordine professionale non ragiona in termini di pro e contro il Ponte, ma se così si è deciso, noi dobbiamo vedere come questa opera si possa integrare con il più grande progetto del territorio, sottolinea Falzea,  Io capisco chi soffre dell’espropriazione delle abitazioni, di questo dobbiamo parlare, dobbiamo capire cosa si farà dello spazio liberato sotto al Ponte. Dobbiamo certo avere il piano di industrializzazione che scaturisce dal Ponte, altrimenti parliamo del nulla. L’Amministrazione deve chiedere  a Webuild, il progetto, perché la città deve muoversi e capire, studiando noi la proposta migliore, affinché la progettazione sia in mano nostra.  Tutto durerà 7 o 8 anni e, ovviamente, ci vorrà un economista che spiegherà l’impatto economico dell’opera e come agire di conseguenza.

L’autore Siviero nella sua lectio magistralis, Ponte e Acqua: viaggio attraverso le suggestioni. È il cuore, dice, che ci deve portare a progettare, senza sentimenti i progetti sono inutili. Per molti costruire il Ponte è un sacrilegio, ma in realtà quest’opera è l’opera più studiata, Scilla e Cariddi, metaforicamente, si potrebbero sposare. A Brooklyn, per esempio, territorio fortemente sismico, già lo hanno fatto e in altri territori il ponte è stato inserito nel territorio senza avere alcun impatto. Io sono un fautore del ponte come mezzo di unione e dispiace pensare che solo il Ponte sullo Stretto sia oggetto di discordia. In ultimo, viene mostrata una serie di immagini di Ponti.

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