Stamane i poliziotti del Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), con la collaborazione della Squadra Mobile di Messina, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misure cautelari emessa dal Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto nei confronti di 12 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di aver violato la normativa che regola il soggiorno sul territorio nazionale di cittadini stranieri e di averne favorito illegalmente la permanenza,al fine di trarre ingiusto profitto e approfittando della loro condizione di irregolarità.Le indagini, esperite dalla Polizia di Stato e coordinate dall’Autorità Giudiziaria, coprono un periodo che va dal giugno 2020 ad oggi e prendono piede nell’ambito della consueta attività di verifica correlata al rilascio dei permessi di soggiorno ai cittadini extracomunitari che ne facevano richiesta presso il Commissariato di Barcellona Pozzo di Gotto. Di rilievo, tra i destinatari di misura cautelare, la posizione di imprenditori, datori di lavoro, intermediari e, in particolar modo, del gestore di un patronato che, secondo l’ipotesi investigativa, approfittando del ruolo rivestito garantiva un canale privilegiato e la conoscenza specifica della normativa da aggirare per un ritorno di natura economica.Dagli accertamenti emerge un sistema articolato e ben rodato basato su schemi predefiniti che, in più occasioni, si ripetono. L’evidente incongruenza tra quanto dichiarato dai cittadini extracomunitari e la realtà dei fatti dimostra un consolidato uso di documentazione falsa attestante contratti di lavoro, buste paga, contributi previdenziali nonché attestazioni relative alla residenza dei diretti interessati. In molteplici casi, ad esempio, le dichiarazioni di ospitalità provenivano dalla stessa persona e per lo stesso immobile dove, in realtà, il cittadino straniero non era mai stato.I gravi indizi, di condotte penalmente perseguibili, sono stati, inoltre, avvalorati, da intercettazioni ambientali e analisi del traffico telefonico. E’ seguita, pertanto, l’odierna ordinanza con la quale si applicano quattro misure di massimo rigore, quattro degli arresti domiciliari nonché quattro dell’obbligo di presentazione alla P.G. Su ordinanza del Gip Salvatore Pugliese che ha accolto tutte le richieste di custodia cautelare del pm Scali, gli agenti del Commissariato diretto dal vicequestore Antonio Rugolo, hanno arrestato il tunisino Hedi Ben Ameur, 62 anni, da anni residente a Barcellona, gestore del patronato Inpas nel quartiere Nasari, il suo presunto complice Giuseppe Salvatore Lo Presti, 60 anni, già gestore di una impresa di pulizie; l’imprenditore agricolo Carmelo Recupero, 61 anni ritenuto amministratore di fatto della ditta “Germoglio srl” e l’amministratrice ufficiale della ditta, Giulia Calabro, 54 anni, tutti di Barcellona. Con la stessa ordinanza, disposti i domiciliari, con il divieto di comunicare con persone diverse da quelle coabitanti, ivi compresi chat, sms, internet e altro, per il vivaista, Giuseppe Cicciari, 44 anni di Barcellona, titolare della ditta Vivai Cicciari; per Biagio Triscari, 58 anni, originario di Tortorici e residente a Milazzo; per l’imprenditrice Domenica Muscianisi, 57 anni di Barcellona e per Antonella Puglisi, 45 anni residente a S. Biagio di Terme Vigliatore. La misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, una volta al giorno, è stata disposta per Carmelo Salamone, 37 anni di Terme Vigliatore che avrebbe assunto fittiziamente una badante per il nonno; Giuseppe De Stefano, 70 anni, ex funzionario dell’Ente unico provinciale del lavoro di Messina che avrebbe agevolato con le sue conoscenze le pratiche per regolarizzare la posizione lavorativa dei migranti irregolari; per l’agente immobiliare Andrea Alizzi, 49 anni che avrebbe affittato appartamenti vuoti e mai abitati dove i migranti eleggevano il domicilio senza mai abitarvi perché non sarebbero stati presenti in Italia, e Zhora Ghazouani, 49 anni, di origine tunisina e residente a Milazzo.
Cronaca
Permessi di soggiorno falsi, la Polizia esegue 12 misure cautelari
Contro imprenditori, intermediari e il gestore di un patronato
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