Agenti della Polizia di Stato di Messina, durante gli ordinari servizi di vigilanza lungo la linea ferroviaria e le stazioni di competenza, hanno denunciato in stato di libertà due messinesi di 53 e 52 anni per ricettazione, maltrattamento di animali ed altri reati in materia venatoria.
In particolare, gli agenti della Polizia Ferroviaria di Messina, giunti alla stazione di Tremestieri, hanno notato due soggetti che, alla vista dell’auto della Polizia, sono precipitosamente risaliti a bordo di un’autovettura per allontanarsi dal piazzale dello scalo ferroviario.
L’atteggiamento dei due ha tuttavia insospettito i poliziotti che hanno, pertanto, deciso di sottoporli ad un controllo più approfondito, esteso anche al veicolo dove sono stati rinvenuti due reti e due dispositivi artigianali usati per la cattura di volatili vivi, tra i quali un paletto in ferro per legare volatili vivi al fine da fungere da esca per catturane altri, nonché arnesi vari per lo più utilizzati per la pulizia del terreno su cui installare trappole.
Inoltre, nascoste sotto un telo all’interno del cofano, sono state ritrovate sette gabbie per uccelli, di cui alcune con tre cardellini all’interno ed un volatile di specie ibrida non protetta. I volatili erano praticamente rinchiusi nel cofano, al caldo, senza alcuna ventilazione e privi di cibo ed acqua.
Entrambi gli uomini, con precedenti specifici in ambito venatorio, sono stati dunque denunciati all’Autorità Giudiziaria, mentre i cardellini, specie per la quale è severamente vietata la cattura e la detenzione, sono stati affidati al Centro Recupero Fauna Selvatica del Dipartimento sviluppo rurale di Messina, per la successiva liberazione in natura dopo la prova di volo. L’altro volatile, di specie non protetta, è stato invece affidato in custodia giudiziale ad uno degli indagati.
Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti degli indagati che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, è da presumersi innocente fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo agli indagati.
