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Ultimi ciak a Messina per il documentario Abyss Clean Up

Per ripulire i fondali dai rifiuti sottomarini

Ripulire gli abissi: questo il significato del titolo e anche l’obiettivo del film
documentario Abyss Clean Up, che dal 25 giugno al 1 luglio batterà i suoi ultimi
ciak, diretto dal palermitano Igor d’India, diventato ormai una vera e propria
icona per la salvaguardia dell’ambiente e in particolare, in questo caso, del mare.
Il progetto, prodotto da POPCult con il sostegno della Regione Siciliana (Patto
per il Sud) e realizzato nell’ambito del Progetto Sensi Contemporanei, ha
l’obiettivo di sensibilizzare il grande pubblico sul tema dei rifiuti marini.
“Forse non tutti lo sanno, ma i fondali dei nostri mari e dei nostri fiumi si
trasformano spesso, loro malgrado, in sconfinate discariche di rifiuti.” ci racconta
Igor d’India “Un problema enorme, i cui effetti sono ancora allo studio dei
ricercatori. Un problema emerso solo di recente. Con questo film ho deciso di
unirmi alle persone che stanno già combattendo questa battaglia e vogliono
rimuovere le discariche sottomarine da -20m a -600m in Sicilia e Liguria. Per
raccontare la loro storia, per raccontare questo terribile fenomeno e, soprattutto,
per trovare delle soluzioni.”
Con le prime uscite per i sopralluoghi che Igor D’India ha già filmato, sono stati
raccolti quintali di rifiuti. Ogni discarica ha la sua storia, legata a un preciso
contesto. In Sicilia il team di Abyss Clean Up è già stato nel territorio di Terrasini,
dove alcuni abitanti hanno riversato per anni i loro rifiuti, ignari del corretto
processo di smaltimento. Nella frazione di Porticello, a Palermo, nata sui resti di
un vecchio ristorante abbandonato e vandalizzato che le mareggiate hanno
vuotato e portato in profondità, sono stati raccolti quasi 5 quintali di rifiuti.
E dopo avere effettuato riprese anche in Liguria, Igor D’India è tornato in Sicilia
per girare l’ultima grande impresa che prevede una esplorazione a -600mt di
profondità con l’ausilio di ROV, robot a comando remoto in grado di effettuare
riprese dei fondali e mostrarci così la realtà sottomarina e la produzione
esecutiva di Just Maria, casa di produzione di Palermo che si occuperà della
logistica e dell’organizzazione della troupe siciliana.
L’esplorazione verrà effettuata in collaborazione con l’organizzazione
ambientalista Sea Shepherd e impiegando la loro imbarcazione Conrad con la
quale è stato da poco concluso un intervento di rimozione reti pianificato per la
Campagna Ghostnet 2023, una delle campagne di Sea Shepherd attive nel
Mediterraneo che ha l’obiettivo di combattere il problema degli attrezzi da pesca
abbandonati.
Le ghostnet – ossia le reti o le attrezzature da pesca fantasma – costituiscono
oltre il 48% delle plastiche che compongono le aree ormai chiamate “isole
galleggianti” e rappresentano il 70% del peso di tutti i detriti di microplastiche in
mare. Nel solo Mediterraneo il 10% di tutti i rifiuti marini derivano da attrezzature
da pesca perse o abbandonate, per un totale di oltre 4.000 tonnellate stimate
che finiscono in mare ogni anno.
Scaricate, abbandonate o perse nelle acque, le reti fantasma si trasformano nel
tempo in grovigli di plastica e fanghiglia che diventano una vera e propria
trappola senza scampo per migliaia di pesci, uccelli, cetacei, ma anche
invertebrati e tartarughe marine. Una volta appesantite si adagiano sul fondale,
dove, una volta ripulite dalle carcasse a opera degli “spazzini”, risalgono verso la
superficie trasportate dalle correnti per poi ricominciare il loro corso di morte e
distruzione dell’ecosistema che incontrano.
È indispensabile conoscere e raccontare questo terribile fenomeno, affinché le
future generazioni possano contrastarlo. “Il problema è di grandi dimensioni e
sono tante le risorse necessarie per affrontarlo. È imperativo capire a fondo le
dinamiche che governano questo fenomeno per poter pianificare al meglio gli
interventi di recupero” dichiara Enrico Salierno, campaign leader di Ghostnet e
membro del Board of directors della Fondazione Sea Shepherd Italia.
“Altrettanto importante per noi è condividere questo problema con tutti e
affrontarlo anche sulla terraferma dove i nostri comportamenti devono
necessariamente cambiare per poter contrastare il fenomeno all’origine. La
collaborazione tra Sea Shepherd e Abyss Clean Up è l’occasione perfetta per
indagare insieme e sensibilizzare su un tema così importante per la salvaguardia
del mare.”
L’esplorazione del fondale sarà guidata dal gruppo di ricerca del CNR che
insieme all’Universita’ Degli Studi Di Roma La Sapienza ha pubblicato uno studio
sul ritrovamento di una discarica sottomarina nello Stretto di Messina.
Il 28 giugno alle ore 18.30 presso Marina del Nettuno Yachting Club a Messina è
stato previsto un momento di presentazione aperto al pubblico. In
quell’occasione sarà possibile incontrare i membri del team che stanno
lavorando al progetto.
Nel 2010 Igor D’India aveva seguito a piedi, il corso del fiume Oreto, a Palermo e
aveva scoperto condizioni ambientali disastrose da cui era nato il progetto Oreto
Urban Adventure che, oltre ad aver acceso i riflettori su quel disastro, è stato solo
il primo tassello di un puzzle molto più articolato e complesso che lo ha portato
ad occuparsi di temi ambientali negli anni a seguire.
Dopo quella di Messina sono state individuate altre discariche ma quante ancora
ne esistono sui fondali? L’Italia ha 8.000 km di coste e questo potrebbe essere
solo l’inizio.
Il documentario uscirà nei cinema a partire dalla primavera del 2024 e sarà
distribuito dalla stessa società di produzione POPCult che vanta anche un canale
Amazon Prime negli Stati Uniti e in Inghilterra.

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