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Ponte sullo Stretto: le perplessità dell’Arcivescovo

Gli individualismi portano a scelte affrettate

mons. Accolla

In occasione degli auguri pasquali abbiamo chiesto al presule mons. Giovanni Accolla cosa ne pensasse del Ponte sullo stretto e se davvero fosse un’opera che porterà sviluppo alla città. Il presule non si pronuncia né a favore né contro l’opera per non sembrare sostenitore di un partito, piuttosto che un altro, ma esprime i suoi forti dubbi.

Io non mi esprimo, dice l’arcivescovo, perché non mi voglio schierare per non far parte di questo o di quell’altro partito. Sono più delle diffidenze su quelli che sono i luoghi comuni e il trascorso comune. “Trascorso Comune”, s’intende che del Ponte ho sentito parlare da quando ero bambino, ma ormai appartengo ad un altro secolo. Ho avuto l’impressione che a volte diventa una griffe per fare caciara. Non so effettivamente se si siano mossi per fare i lavori, ma credo proprio di sì. Sono certo, piuttosto, che ci siano tre criticità. Se lei mi chiede sulla base di quali documenti lo dico, non ne ho documenti, ma ne sono certo. Le criticità sono: una di natura ambientale, l’altra di natura sociale e l’altra ancora di natura politica. Purtroppo però, temo che quella di natura politica rischi di non far prendere in considerazione le prime due: quella di natura sociale e quella di natura ambientale. Da un punto di vista tecnico penso che il Ponte sia realizzabile, ma questo non sta a me dirlo, perché non ho competenze di natura tecnica e quindi sarebbe una presunzione. La storia, però, mi insegna che ogni volta che si è parlato di Ponte è stata una bella griffe di natura politica e poi cambiando i governi, entrando in crisi, tutto si è lasciato. Quella di natura sociale: io ritengo che comporterebbe il cambiamento dell’apparato morfologico, geologico e urbanistico di una città per la creazione dei collegamenti, ovvero, delle infrastrutture che si collegano al Ponte, questo naturalmente esigerà dei sacrifici o comunque dovrà aprire dei rapporti con i proprietari di terreni, di case, etc. In Italia siamo messi male, io non lo so quante abitazioni o terreni hanno abusi edilizi. Nel momento in cui si dovrà provvedere al risarcimento, si rischia che qualcuno che, nel passato, abbia costruito  non regolarmente per necessità o per furberia, o per carenza delle vendite o per la fretta di avere la sua abitazione, oggi dovrà soffrire. Questo significa che ci potrebbero essere dei rigurgiti non indifferenti come contenziosi legali e spero che non diventino contenziosi sociali. Questi sono problemi correlati, ma la chiave in realtà è un’altra, quanta stabilità hanno questi partiti che oggi propongono questa opera, perché noi sappiamo che questi partiti oggi sono al 27% e poi scendono. Tra l’altro nei partiti ci sono sempre conflitti e c’è un forte individualismo. Pensiamo per esempio a Renzi che si era proposto come rottamatore del PD e poi ha creato un suo movimento, che è come dire che un vescovo chiede di essere seguito e poi si spoglia del suo abito, quindi non possono esprimere una posizione netta. Comunque, se quest’opera si dovesse fare non bisogna avere uno sguardo miope ma molto più profondo, cioè che cosa fare attorno, perché quella struttura architettonica – ingegneristica di servizio possa diventare motivo di attrazione e di permanenza in questa città che è una città di passaggio. Non vorrei che passando sul Ponte diventi ancora più di passaggio. Comunque ribadisco che mi lascia perplesso l’instabilità dei partiti politici in questo periodo e penso che certe volte gli individualismi e la sete di potere facciano prendere decisioni affrettate.

3 Comments

3 Comments

  1. Lupoi cettina

    1 Aprile 2024 at 2:02

    L’Arcivescovo parla di perplessità politiche, sociali e ambientali, probebilmente gli sfuggono quelle di natura tecnico ingegneristiche, che vari esperti in più occasioni hanno mosso e su cui i membri del CTS non hanno mai risposto. Hanno però evidenziato 68 criticità nel progetto da ottemperare. Dopo oltre 40 anni in cui si lavora sul progetto ponte ancora sono presenti problemi tecnici di non facile soluzione. Queste mi sembrano motivazioni altrettanto importanti, se non più importanti, da vagliare attentamente assieme a quelle già sollevate dall ‘Arcivescovo, prima di lanciarsi in opere il cui esito potrebbe rivelarsi nefasto.

  2. Rosario

    3 Aprile 2024 at 16:49

    Mi sembra che già sono in tanti a fare caciara … Contro il ponte, che lo faccia anche l arcivescovo è normale visto che cosa è diventata la gerarchia ecclesiastica, il ponte si farà… e faranno la fila per venirlo a benedire e per attraversarlo.

  3. MATTEO DI FLAVIA

    4 Aprile 2024 at 10:34

    RICORDO NOI NEL 1969 IO IMBARCATO SU MOTOPONTONE NARWAL DELLA MICOPERI ABBIAMO FATTO CAROTTAGGI A PUNTA PEZZO X QUASI UN MESE MA LA TORRE ORMEGGIATA DA 8 ANCORE CON CAVI IN ACCIAIO DA 50 LA NOTTE LA CORRENTE FORTE A ROTTO I CAVI,,TRASCINANDO LA TORRE POI RITROVATA A CAPO DELL’ARMI DI LI ABBIAMO SMESSO I LAVORI ,CARTOTTAGGI FATTI X IL PONTE SULLO STRETTO

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