A seguire le riflessioni del Prof. Ing. Antonio Risitano:
È finita, more solito, a tarallucci e vino. Chi se l’è cantata e suonata per venti anni dando pareri e consulenze (remunerate direttamente o attraverso convenzioni con gli enti di appartenenza) ora viene chiamato per gli assoli. E si, con tre mesi di ritardo, non trovando esperti che si avrebbero dovuto prendere la responsabilità (secondo la legge 30 maggio 2023) di tutte le attività di supporto e pareri sul progetto definitivo, esecutivo, e varianti, si va, in modo illegittimo in relazione all’art. 4 della legge richiamata, a ripescare chi praticamente non può dire di no. Non possono dire di no perché, fino ad ora, nel loro campo di competenze, han detto di sì: Sì, per me si può fare. Tanti per me si può fare che raccolti ed ammucchiati, porteranno ad un progetto esecutivo di (metteranno) quella firma che in caso di ricerca di responsabilità, proteggerà i vari solisti. Io ho sempre sostenuto che degli esperti indipendenti, come la legge vorrebbe, non avrebbero mai dato parere favorevole per la realizzazione di una struttura per cui non esistono le condizioni tecniche per renderla esercibile. Purtroppo non mi sono sbagliato.
Però ho ancora una speranza. Se si imporrà ai solisti di assumersi responsabilità globali, ovvero cofirmare, con uguali responsabilità del progettista responsabile, il progetto esecutivo rimarrà per altri 20, almeno, nel cassetto della ditta costruttrice (che ovviamente già da 20 anni possiede). In altre parole, i solisti dovrebbero fare banda con il maestro prendendosi in uguale peso e scaricando così chi ha tolto i lacci alle borse delle remunerazioni.
Come diceva qualcuno ” a pensar male a volte si azzecca” io penso che la non presenza in questa commissione dei più quotati e fattivi (prendere gli elenchi sbandierati e confrontarli) solisti dipende o dal fatto che la commissione diventa illegittima in relazione all’art. 4 e quindi i più attenti non vogliono essere coinvolti in eventuali problemi legali amministrativi, o che quello che ho sempre pensato io, (il ponte ad una campata non sarà mai sicuro e affidabile) era, per ragioni tecniche di loro sospetto e si sono messi da parte. Mio pensiero: chissà quanti altri professionisti ed esperti hanno rifiutato di andare in questa stirata commissione. Comunque, sia per un motivo che per l’altro, chi si è messo da parte ha dimostrato ancora di essere il migliore. Ha usato la stessa logica ingegneristica che ha permesso loro di dare contributi importanti nel progetto definitivo. In altre parole, se si imponesse ai solisti (esperti dei loro settori) di condividere le responsabilità con tutte le loro firme, assieme a quella del progettista responsabile, sul progetto esecutivo, il progetto esecutivo che verrà loro presentato ritornerebbe nel cassetto. E in questo caso pure se venissero pagati per lo stesso lavoro per due volte, dal punto di vista pratico (non dal punto di vista amministrativo e legale) ben venga: hanno svolto il loro compito con saggezza e competenza, anche se in ritardo.
Sull’aspetto tecnico per cui si arriverebbe ad un tale risultato non mi soffermo, perché lo ho già diverse volte esposto e qualcuno degli strettamente interessati mi accusa di essere ripetitivo. Comunque per non tradire le mie competenze: se vengono rispettate le norme per i cavi soggetti a carichi dinamici essi possono reggere (ma non in sicurezza). Ovvero per il progettista non sarebbe tecnicamente fattibile.

CETTINA LUPOI
27 Settembre 2023 at 17:35
Non sono un ingegnere, per cui non mi permetto di entrare in ragguagli tecnici che esulano dai miei campi. Tuttavia mi sorge spontanea una riflessione in relazione al Comitato dei 9 esperti che, se ho ben capito,dovrebbero offrire consulenza e supporto tecnico per definire il progetto esecutivo. Il buon senso mi suggerisce che in casi del genere(considerato la portata immane dell’infrastruttura ecc…) un supporto tecnico indipendente, affidabile ed incontestabile può avvenire attraverso esperti di alto livello, anche stranieri,”NUOVI”, che non hanno cioè mai partecipato in nessuna veste al progetto Ponte sullo Stretto. Ne va da sé che simili studiosi con diverse e peculiari competenze potranno non solo arricchirne ma soprattutto garantirne una più ampia,pertinente e completa visione, proprio inquanto “ALTRI e DIVERSI”rispetto a quelli che li hanno preceduti, sicuramente di valore, ma condizionati da una visione tecnico_scientifica in ogni caso parziale e soggettiva. A scanso di equivoci: QUATTRO OCCHI VEDONO MEGLIO DI DUE!