Ancora una volta in questi giorni abbiamo assistito alla devastazione che la furia dell’acqua può causare al fragile territorio della nostra città. Ancora una volta fango ed acqua hanno sconvolto interi quartieri e villaggi di tutto il territorio comunale e della città metropolitana nella sua interezza. Ancora una volta il dibattito che si è acceso intorno a questo evento verrà cancellato nell’arco di pochi giorni e sedato con pochi spicci che non potranno risolvere alcunché dal punto di vista strutturale. Ancora una volta assistiamo increduli al paradosso insopportabile che mentre fiumi di acqua irrefrenabile sconquassano il nostro territorio, i nostri rubinetti rimangono asciutti.
Quella della messa in sicurezza del territorio e della distribuzione capillare dell’acqua potabile sono tra le priorità reali e più importanti per la nostra città e più in generale per le nostre regioni.
Quanto appena detto è avvenuto solo due giorni dopo della cerimonia ufficiale allestita per la consegna dell’area delle Officine Grandi Riparazioni di RFI al Comune di Messina. In questa occasione tra gli ospiti è spiccata la presenza di Ciucci che, con il suo discorso ha colto l’occasione per perorare il progetto del ponte e il suo ruolo propulsivo su tutto il territorio, sottolineando come l’opera non avrà alcuna intenzione di scavalcare il territorio e le sue esigenze. Il ruolo del Sindaco di Messina è stato quello di comparsa, silente rispetto alle affermazioni di Ciucci che da li a poche ore si sarebbero rivelate profetiche, anche se in senso inverso. Il ruolo da protagonista, quello di vero gestore dei destini della città, è toccato a lui, relegando alla posizione di Sindaco ombra Basile che solo dopo due giorni, insieme a tutta la classe dirigente messinese, avrebbe mostrato l’insufficienza di risorse e di organizzazione nel fronteggiare l’ennesima emergenza cittadina. Il fiume di acqua e fango che ha travolto il villaggio di Zafferia e non solo, dove per fortuna gli abitanti sono rimasti illesi, ha ricordato una volta di più quali sono le priorità che non si è in grado di affrontare e risolvere.
Ecco per cosa dovrebbero essere spesi i soldi in questo territorio e più in generale in tutta la Sicilia, la Calabria e molte altre zone del Mezzogiorno d’Italia. Le vere urgenze sono la cura del territorio, una rete idrica efficace in grado di distribuire equamente l’acqua in tutte le zone, presidi sanitari diffusi che possano accogliere le richieste della popolazione, una rete di trasporti pubblici realmente rispondente alle esigenze dei territori e dei quartieri più abbandonati. Queste solo alcune delle vere priorità del nostro Sud, della nostra Isola, della nostra città.
In tal senso da anni il Movimento No Ponte ha fatto sua una delle più simboliche ed importanti battaglie di questi luoghi, quella dell’acqua. Lo Spazio No Ponte, insieme al Movimento nella sua interezza, ha trasformato uno slogan usato da anni “Vogliamo l’acqua dal rubinetto e non il ponte sullo Stretto!” come la frase di indizione del corteo estivo dello scorso anno. In piena crisi idrica abbiamo sfilato per le vie della città ricordando a tutte e tutti il paradosso a cui eravamo di fronte, mentre si discuteva di miliardi di euro per il ponte i rubinetti a Messina ed in molte altre località siciliane e calabresi erano all’asciutto.
In questo senso non possiamo che plaudire all’attività che il “Comitato Vogliamo l’acqua dal rubinetto” sta portando avanti battendosi perché sia garantito uno dei diritti fondamentali di ogni comunità e territorio: una distribuzione dell’acqua capillare e continua. Siamo consapevoli del fatto che la crisi idrica in Sicilia e a Messina si è aggravata, sia a causa dei cambiamenti climatici, sia per l’inefficienza delle amministrazioni regionali e comunali che si sono alternate negli anni.
Sebbene dal 2003 in Sicilia piove il 30% in meno mediamente nell’arco di un anno, i responsabili delle infrastrutture idriche avrebbero avuto tutto il tempo, in oltre vent’anni, di intervenire in modo risolutivo per mitigare gli effetti della ridotta portata idrica, rendendo più efficiente la rete di distribuzione. Questo, come constatiamo ad oggi, non è stato fatto, e l’ennesima possibilità per realizzare un profondo e strutturale adeguamento della “bucherellata” rete idrica siciliana rischia di sfumare ancora una volta. Un fondo di oltre 6 miliardi stanziati dal Governo per la Regione Sicilia per le annualità 2021-2027 insieme alle risorse finanziare del PNRR, avrebbero potuto risolvere ed affrontare, tra gli altri, il problema idrico in modo sostanziale e definitivo.
Ma ciò non sta accadendo, anzi, una parte consistente di queste risorse sono state destinate a cofinanziare (1 miliardo e 300 milioni) un’opera inutile e devastante come il ponte sullo stretto, o ancora 800 milioni saranno destinati all’ipotesi di realizzazione di termovalorizzatori, scorciatoia dannosa per risolvere il problema dei rifiuti. Tutto ciò a discapito della possibilità di approntare una rete idrica regionale efficiente, oltre a poter intervenire sulle altre emergenze della nostra terra.
Malgrado Messina, in questo scenario di mutazione climatica, sia la città più fortunata della Sicilia ed una delle più fortunate del meridione per la quantità media di precipitazioni annue, versa in una crisi idrica sempre più grave. Negli ultimi mesi molti cittadini soffrono i disservizi continui della rete idrica e l’AMAM, la partecipata responsabile della distribuzione d’acqua in città, non riesce a garantire effettiva e puntuale risposta alle esigenze della popolazione ed a comunicare con chiarezza la reale situazione in cui si trova la città. Il Comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto!” si batte per pretendere una soluzione definitiva riguardo l’annoso problema dell’acqua nel Comune di Messina ed in tutta la Città Metropolitana, evidenziando l’aumento dei disservizi idrici e sospettando che la partecipata non riveli la reale portata del problema adesso divenuto insostenibile.
In aggiunta a quanto sin qui detto, non ci si può esimere dal sottolineare che l’eventuale apertura dei cantieri per il ponte potrebbe impattare pesantemente sulla già inadeguata portata idrica cittadina, che rischierebbe di diminuire drasticamente nel comune ed in tutta l’area metropolitana.
A tal proposito, l’attuale situazione che riguarda i cantieri del raddoppio ferroviario tra Messina e Catania pone già un interrogativo su quali siano e quanta sia l’entità delle risorse idriche territoriali che sono utilizzate per tali lavori.
Attraverso lo slogan “Vogliamo l’acqua dal rubinetto e non il ponte sullo stretto!” il Movimento Noponte quindi, partendo da una delle battaglie simboliche del nostro territorio, ribadisce la volontà di lottare per destinare i soldi pubblici per infrastrutture veramente utili per le comunità, e respinge con forza l’idea che le risorse finanziare vengano destinate ad un’opera devastante per tutto il territorio dello stretto!