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Le riflessioni di Laura Giuffrida, componente il direttivo Associazione “Invece del ponte, cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area delloStretto”

A seguuire la nota di Laura Giuffrida, componente il direttivo Associazione “Invece del ponte”:

In relazione al progetto di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina la stampa riporta la notizia:

“Ponte, l’UE finanzia il progetto”;

nulla di reale, si tratta della solita pratica di chi ha fatto di una sistematica opera di disinformazionemediatica il proprio cavallo di battaglia.

A margine di questo ennesimo episodio di propaganda mediatica qualche riflessione sul ruolo che l’UE ètenuta ad avere in tale specifico contesto.

Siamo ormai a due mesi dalle elezioni europee e noi cittadini chiediamo che l’UE dimostri di essere unorganismo sovranazionale che nelle sue azioni sia coerente con quando afferma in sede teorica. Noicittadini sentiamo forte la necessità che ci sia coerenza tra il dire ed il fare, abbiamo bisogno di credere inun’Europa che riesca ad essere ecologicamente e socialmente giusta.

Il Green deal europeo nasce per promuovere un’Europa ecologicamente e socialmente giusta.Il progetto di costruzione del ponte sullo Stretto di Messina va contro i principi di base sanciti dal Greendeal europeo. La tutela della biodiversità e degli ecosistemi, la prevenzione dell’inquinamento e quindi lasalvaguardia della salute dei cittadini, la salubrità di aria, suolo, acqua (in Sicilia si va dall’emergenza idricaattuale alle previsioni di desertificazione), la dichiarata volontà che nessun luogo e nessuna persona sianotrascurate nel momento in cui la crisi climatica è diventata una crisi sistemica rendono il Green deal larisposta alle sfide drammatiche del nostro tempo.

Il Green deal tutela la salute dei cittadini e se la salute dei cittadini dipende anche dall’ambiente essa nonpuò essere soggetta a logiche di mercato, mercato di voti nel caso specifico.

Il ponte sullo Stretto di Messina è anch’esso inteso dal Governo italiano come una sfida, una sfidaingegneristica in nome di un modello di sviluppo che noi sappiamo ormai essere chiaramente un modellosuicida, è proprio il Green deal a certificarlo.

È assolutamente necessario ed urgente oggi impegnarsi, a livello locale-nazionale-globale, per ricostruireradicalmente il paradigma stesso di sviluppo quale esso è attualmente ed è per questo che, senza alcunapreclusione ideologica, associazioni civiche si oppongono sul territorio alla costruzione dell’ecomostro sulloStretto, un progetto insostenibile sotto il profilo finanziario, ecologicamente devastante, contrario adirettive europee; la nostra azione è quindi perfettamente in linea con le direttive di base del Green dealeuropeo.

Prevale oggi la narrazione che le opposizioni locali alla costruzione di nuove infrastrutture siano il maledella società per definizione perché ogni NO è di per sé sbagliato in quanto arreca un danno allacollettività; ci sono dei NO che sono in realtà un regalo alla collettività. Non regge la retorica dell’interessestrategico del Paese se questo coincide con la condanna di una comunità locale, bisognerebbe intendersisul concetto di interesse generale, problema questo culturale prima che politico.

Come cittadini consapevoli e responsabili noi ci aspettiamo oggi che l’ Unione europea ci dimostri che ilGreen deal è nei fatti un tema identitario , che la sicurezza ambientale è concretamente un obiettivoprioritario delle sue politiche; l’ecomostro sullo Stretto va contro ogni principio di sicurezza ambientale enoi auspichiamo fortemente che l’U.E ne sia consapevole e sia quindi conseguente nelle sue decisioni adesso relative.

Il futuro del Green deal è uno dei temi di base che ci interrogano sull’identità stessa della Unioneeuropea.

 

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