“𝐿’𝑈𝑛𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑒𝑎 ℎ𝑎 𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑎𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑀𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎𝑟𝑦 𝑀𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑦 𝐴𝑐𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑃𝑙𝑎𝑛 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑎𝑓𝑓𝑜𝑟𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑟𝑎𝑝𝑖𝑑𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑢𝑝𝑝𝑒 𝑎𝑙𝑙’𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝐼𝑙 𝑃𝑜𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑜 𝑆𝑡𝑟𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑠𝑖 𝑖𝑛𝑠𝑒𝑟𝑖𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑎, 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛’𝑖𝑛𝑓𝑟𝑎𝑠𝑡𝑟𝑢𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑣𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑓𝑒𝑟𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑧𝑒 𝑁𝐴𝑇𝑂 𝑑𝑎𝑙 𝑁𝑜𝑟𝑑 𝐸𝑢𝑟𝑜𝑝𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑖𝑙 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎𝑛𝑒𝑜”.
È quanto riportato dal Consiglio dei Ministri nella recentissima delibera “IROPI” sulle “motivazioni imperative di rilevante interesse pubblico” che giustificherebbero la realizzazione della Mega Opera sullo Stretto di Messina.
Ma è davvero così? Ad oggi non esisterebbe alcun documento NATO e/o UE che ritenga il Ponte utile per la mobilità di uomini, mezzi ed armamenti. Di contro non sono mancate le analisi da parte delle forze armate italiane sulla insostenibile “vulnerabilità” dell’infrastruttura di collegamento stabile nello Stretto in caso di conflitto o attentato terroristico.
Un Ponte “assai poco difendibile” dunque che però contribuirebbe sin dalla fase di realizzazione all’escalation del processo di militarizzazione del Sud Italia, in particolare dello Stretto di Messina. Un processo con devastanti effetti sulla società e il territorio (si pensi solo a come saranno limitati gli spazi di agibilità per i movimenti sociali) e i cui costi finanziari non sono mai stati volutamente analizzati, anche perché il dispositivo bellico che verrebbe messo in campo per la “difesa” del Ponte comporterebbe l’esborso di miliardi di euro aggiuntivi.
Nel corso dell’incontro vorremmo analizzare la reale portata bellica del Ponte e come esso si inserisca nel disegno del governo Meloni-Salvini-Crosetto di aumentare enormemente le spese militari, in linea con gli accordi NATO/UE e con il piano ReArm Europe di riconversione ad uso militare di buona parte della produzione industriale e della ricerca.
L’iniziativa si inserisce nel percorso di costruzione della due giorni NO PONTE e ha l’obbiettivo di favorire la costruzione di un fronte comune di lotta contro le grandi opere devastanti, la militarizzazione dei territori e le guerre.
