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Azione Messina al fianco dei lavoratori Cargill: difendere lo stabilimento di Giammoro è difendere la dignità del territorio

Difendere Giammoro significa difendere il futuro produttivo della Sicilia

“La chiusura annunciata dello stabilimento Cargill di Giammoro non è solo una vertenza sindacale: è un colpo alla dignità di un intero territorio. Non possiamo accettare che decisioni unilaterali di una multinazionale condannino 49 lavoratori e le loro famiglie, colpendo anche l’indotto e impoverendo ancora una volta l’area industriale di Milazzo e Pace del Mela”.
Lo dichiara Letterio Grasso, Presidente provinciale di Azione Messina, che aggiunge:
“Le motivazioni addotte dall’azienda – costi energetici e difficoltà di mercato – non giustificano affatto la chiusura, visto che in altri paesi europei la produzione di pectina cresce. Peraltro la Cargill penalizza solo lo stabilimento produttivo dell’area di Milazzo lasciando “immuni” i suoi stabilimenti in Francia e Germania. È evidente che siamo di fronte a una scelta strategica che penalizza la Sicilia, ancora priva di una vera politica industriale nazionale”.
Azione Messina chiede con forza:
• convocazione immediata di un tavolo istituzionale con Regione, Governo e Cargill;
• ricerca di un acquirente serio o di una riconversione industriale che garantisca occupazione e sviluppo;
• Ammortizzatori sociali e tutele immediate per i lavoratori e per l’indotto.
Azione Messina è chiara: non ci rassegniamo alla desertificazione industriale. Non possiamo accettare che l’area di Milazzo e Pace del Mela diventi solo un cimitero di fabbriche chiuse, dopo anni di promesse mai mantenute. Questa volta la battaglia dev’essere comune: istituzioni, forze politiche, sindacati, cittadini. Non bastano i comunicati di circostanza, serve un fronte comune che faccia pressione su Regione e Governo nazionale.
Difendere Giammoro significa difendere il futuro produttivo della Sicilia. Azione Messina sarà al fianco dei lavoratori del territorio in questa battaglia, perché la dignità non si licenzia”, conclude Grasso.
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