L’economia di questa splendida città è sottomessa a politiche fallimentari e logiche che premiano i soliti noti: Chiudono anche le realtà imprenditoriali storiche.
Oggi ci interroghiamo sulle difficoltà che sta affrontato il settore commerciale a Messina, commettendo l’errore di attribuire soltanto a questa amministrazione gli errori di politiche scellerate. Credo che per diritto di cronaca e per onestà intellettuale, bisogna dire che la rovina commerciale di Messina nasce da molto lontano ed ha i natali in una becera rincorsa al posto pubblico ed alle politiche assistenziali legate al contributo di povertà, di disoccupazione e di invalidità, propedeutiche al lavoro nero. A questo scellerato e funereo modo di ricercare il reddito familiare, segue un appiattimento delle condizioni culturali imprenditoriali e un allontanamento dalle ricerche innovative e produttive legate al territorio ed alle sue potenzialità. Di contro le amministrazioni, concentrati sui servizi di base comunali e sulla spesa economica ottenuta dalle opportunità e non dalle programmazioni e progettualità cittadine, tendono a non essere un valore aggiunto nella ricerca e costruzione di una fiorente economica, legata ai servizi ed al commercio, come avviene in altre città come Catania e Palermo, della nostra Sicilia. Messina raccoglie soltanto contributi per assistere e per realizzare sostegni alla precarietà ed alla povertà e così ha iniziato anche a fare l’alta formazione, che incapace di offrire una istruzione a cinque stelle e attrarre alunni stranieri o Italiani che pagano le rette, importano soltanto quelli che hanno bisogno e distribuiscono economia pubblica in forma assistenziale. Non esiste una programmazione a medio e lungo tempo che faccia sperare su processi produttivi in nessun settore economico e questo facilita l’idea di non voler più investire nel territorio, con il conseguenziale di tante chiusure, anche attività storiche che nessuno avrebbe mai immaginato che chiudessero. E’ vero che serve anche innovare per non rimanere indietro con i tempi, ma a Messina di innovazioni e d’investimenti simili non se ne vedono perché il territorio non è predisposto. Ultimo tassello, ma determinante per sbrogliare questa grande matassa, è il valore delle risorse umane nella pubblica amministrazione nei settori determinanti ai fini della crescita produttiva. A volte a Messina capita d’imbattersi nei meandri della burocrazia e di alcune figure che di professionale probabilmente hanno avuto la furbizia a farsi scegliere e superare le prove, ma di professionalità non se ne parla. Messina è piena di ragazzi con più lauree e tanta predisposizione, ma quello che conta per metterli in gioco evidentemente non sono queste qualità. Le soluzioni appaiono evidenti e sono quelle di abbattere questi metodi, togliendo di mezzo tutte le criticità che impediscono la crescita e sostituirle con un processo di rete e di innalzamento della qualità delle risorse in ogni settore della vita pubblica e privata, imponendo un passo che parta dal merito.
