A che punto siamo con il ponte? Da un lato una marea di osservazioni e criticità sul progetto definitivo. Dall’altra parte la decisione di andare avanti con il progetto esecutivo a pezzi. Da una parte regioni sempre più in preda alla siccità e a rischio desertificazione. Dall’altra miliardi impegnati per un’opera che non serve a nulla e crea solo distruzione del territorio. Questa doveva essere l’estate dell’inizio dei cantieri e invece sarà l’estate delle autobotti dell’acqua. In compenso arriva l’emendamento contro i no-ponte che minaccia anni di galera per coloro che vogliono impedire la devastazione delle proprie città.
«Insomma, ci vorrebbero fermi, pacificati e col bidone in mano. E, invece, anche questa sarà un’estate di lotta, per noi. Il 10 agosto saremo in piazza per dire che vogliamo uscire da questo meccanismo che imprigiona il nostro territorio da cinquant’anni. Sì, perché il rischio vero è che vadano avanti così per altri decenni, erodendo tutte le risorse che sarebbero utili per ciò che serve davvero e occupando il territorio pezzo a pezzo. Adesso si sono fatti anche la norma ad hoc: il progetto spezzatino.» dichiara Gino Sturniolo
E continua «Per questa ragione diciamo che dobbiamo lottare per avere l’acqua nel rubinetto e non il ponte sullo Stretto (per distinguere simbolicamente ciò che ci serve da ciò che ci danneggia) e avviare una grande campagna politica che punti alla cancellazione del soggetto che manovra questo dispositivo politico-finanziario: la Stretto di Messina Spa.»
Ne parliamo insieme nell’assemblea pubblica del 17 luglio alle ore 18.30 presso il Lido Horcynus Orca.
Spazio no ponte
