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Politica

Murale imbrattato con frase razzista, intervento di Ferdinando Croce

Ho saputo del murale insozzato, l’ho trovata una cosa grave, disgustosa,
indegna

MESSINA- “Ho letto che le mie dichiarazioni, a seguito dell’
imbrattamento del murale sui migranti, hanno indisposto una candidata
alle prossime elezioni.

E mi sono chiesto: che rispondi a chi si indigna e ti attacca per aver
condannato un atto vandalico di stampo razzista?”, così Ferdinando
Croce, esponente di Fratelli d’Italia, candidato alle elezioni regionali
e intervenuto, nella giornata di ieri, sulla scritta NO AFRICA comparsa
su una pensilina del tram.

“Ora, io non credo sinceramente di dover aggiungere molto a quanto detto
ieri, nè alle innumerevoli spiegazioni e approfondimenti su quella che è
la linea politica del mio partito in merito alla questione migranti che,
per la milionesima volta, è quella di considerare la migrazione sí un
diritto. Ma diritto è sinonimo di libera scelta. La libera scelta
presuppone delle possibilità. Chi fugge da fame e guerra non sale su un
barcone dopo settimane, mesi o anni di spostamenti, trasferimenti,
camminate, per libera scelta, ma perché deve scappare. E dover scappare
non è un diritto: è un dramma. Dico questo e non risponderò oltre perché
di attivare un botta e risposta in merito non ho intenzione alcuna.

Capisco -e non condivido affatto- tutto il bisogno di strumentalizzare
le cose, da parte di chi fa campagna elettorale così, ma al mio paese,
dire che servono politiche atte a non far rischiare la vita in mare a
delle persone, a non riempire le tasche di una malavita organizzata che
traffica in esseri umani, a consentire ad un individuo, se vuole, di
poter restare a casa propria, nella propria terra, è buonsenso e non
odio. E questa è la linea di FdI.

Detto questo, e concludo, che qualcuno abbia sentito l’esigenza di
condannare la mia uscita contro l’imbrattamento del murale, appellandosi
a preconcetti e sventolando una presunta xenofobia ideologica, mi si
consenta, è triste da ogni punto di vista. Ci sono temi che non
appartengono a qualcuno e basta, e guai a toccarli. Non esiste un
copyright partitico sulla difesa dei diritti o sulla condanna ad atti
ostili, e questo va detto, nonostante qualcuno continui a parlare come
se, invece, fosse cosí dividendo il mondo politico in un immaginario
schieramento di buoni e cattivi contrapposti tra loro.

Ho saputo del murale insozzato, l’ho trovata una cosa grave, disgustosa,
indegna e l’ho detto. Capisco che così diventi difficile descrivermi
come brutto e nero (soprattutto nero, nella chiara accezione politica)
ma non chiederò scusa per aver fatto quello che avrebbero dovuto fare
tutti, nessuno escluso.

Compreso chi ha ritenuto di doversi pronunciare contro di me: poteva
condannare l’atto invece di perdere tempo ad attaccarmi per aver fatto
una cosa che reputo, personalmente, tanto giusta quanto ovvia”, conclude
Croce.

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