A seguire la la nota elaborata dal gruppo salute area PD di Messina unitamente all’On. Calogero Leanza:
Il progetto della giunta regionale della nuova rete ospedaliera, suscita preoccupazione per la
semplificazione e il tipo di soluzioni prospettate per i problemi indicati come prioritari, quali la
gestione delle aree dell’emergenza e quella delle patologie croniche. Si legge che la soluzione
sarebbe quella di “attivare aree di pronto soccorso polispecialistico o mono specialistico all’interno
delle strutture e di rimodulare la gestione delle cronicità attraverso il concreto potenziamento delle
cure domiciliari, delle Residenze sanitarie assistite (i privati, appunto)”. Premesso che qualunque
delega ai privati deve obbligatoriamente comportare gli stessi oneri che in atto sono riversati sulle
strutture pubbliche, per cui la prospettata attivazione di un pronto soccorso all’interno delle strutture
private deve prevedere l’esistenza di un servizio attivo per 24 ore di terapia intensiva, la soluzione
prospettata non tiene conto delle soluzioni già previste da vigenti normative. Il Programma
Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), finanziato dall’Unione Europea, ha, nella sua
Missione 6 dedicata alla Salute, come obiettivo principale la riorganizzazione del SSN e
dell’assistenza primaria e a giugno del 2022 è stato pubblicato in Gazzetta il nuovo regolamento
sugli standard dell’assistenza territoriale (DM 77), in cui è stata presentata la nuova struttura di
un Distretto sanitario. La novità è soprattutto la creazione delle Case di Comunità, luogo dove i
cittadini potranno trovare assistenza durante tutto il giorno e tutta la settimana. Sta in queste sedi la
soluzione ai problemi le cui soluzioni si vogliono affidare ai privati, non solo per l’area della
emergenza ma anche per la gestione della cronicità mediante il rafforzamento dell’assistenza
sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità). In quest’ambito potrà essere
applicato quanto indicato dal Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025 che prevede di
identificare precocemente e prendere in carico i soggetti in condizioni di rischio aumentato per
malattie croniche non trasmissibili e/o affetti da patologia cronica in raccordo con le azioni del
Piano Nazionale Cronicità. Tali condizioni di cronicità sono più frequenti al crescere dell’età e tra le
persone con status socioeconomico più svantaggiato, per difficoltà economiche (26%) o bassa
istruzione (38% tra chi ha nessun titolo o la licenza elementare). In questo contesto più ampio
devono essere previsti gli interventi, non solo sanitari, per rimediare alle ingiustizie economiche e
sociali che si riflettono sulla Salute.
Se è ovvio e auspicabile che si eliminino doppioni in ospedali contigui o nello stesso ospedale, è
inammissibile che si pensi di eliminare come superflui reparti che non sono utilizzati per carenza di
personale, magari pensando di fare ricorso ai privati “per supportare il servizio pubblico”, come di
recente è stato tentato di fare all’Ospedale di S. Agata Militello. La carenza di personale è stata
indotta dai tagli degli ultimi anni per cui non è ammissibile che il tetto di spesa sia influenzato,
come in un circolo vizioso, dalla “spesa storica” precedente. Paradigmatico è quanto avvenuto con
il reparto di Ortopedia dell’Ospedale Papardo, la cui carenza di organico ne mina la sopravvivenza,
a fronte della presenza di circa 400 posti letto di ortopedia nel privato convenzionato. Questo a
causa del costante rinvio dei concorsi previsti in organico, inclusi quelli dei primari. L’insediamento
dei nuovi Direttori Generali dovrebbe rendere reversibile tale situazione se saranno prese misure
immediate, magari valutando la possibilità del ricorso, nelle more, ad incarichi liberi professionali
che attirerebbero giovani dirigenti medici ricostruendo reparti di cui il territorio ha bisogno.
Gli interventi per il miglioramento della Salute devono essere dettati dal soddisfacimento di tutte le
esigenze prioritarie delle persone e a queste devono essere mirati per la salvaguardia del Sistema
Sanitario Nazionale.