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Elezioni, acceso scontro Mulè – De Luca sui toni usati contro la  stampa

Polemiche elettorali

 A seguire la dichiarazione dell’on. Giorgio  Mulè di F.I. :
I toni usati da Cateno DE LUCA contro la
 stampa “li ho trovati davvero al di là dell’ignominia per la
 violenza e la gratuità”. Così Giorgio Mulè, sottosegretario alla
 Difesa e capolista di Forza Italia nel collegio di Palermo alla
 Camera, intervistato dall’Italpress.
 “Mi limito a dire che in quello sproloquio, in quella sentina del
 turpiloquio c’è una parte che mi ha molto preoccupato dal punto di
 vista istituzionale prima ancora che politico – prosegue Mulé -.
 Laddove, e lo cito testualmente, dice ‘quanti pezzi di m… e
 mafiosi hanno in questi giorni fatto pressione su di me anche per
 infilarsi sulle nostre liste, quanti soldi sul tavolo ho avuto e
 ho detto no’. C’è una mezza rubrica di codice penale condensata in
 queste poche parole: se ci sono dei mafiosi, che ha individuato
 come tali, se ci sono dei soldi che sono stati messi sul tavolo
 per avere un posto in lista, penso che già o è stato presentato un
 esposto in una qualsiasi procura della Repubblica o una qualsiasi
 procura della Repubblica ha il dovere, per serenità di tutti, di
 sapere da Cateno DE LUCA di sapere chi sono questi mafiosi che si
 sono seduti con lui e che addirittura gli hanno messo soldi sul
 tavolo”.
La replica di Cateno De Luca :

«Leggo le dichiarazioni del sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè ad Italpress e noto con piacere che sono riuscito a farlo risvegliare dal torpore romano e fargli ricordare le sue origini siciliane.

Mulè riporta alcune mie dichiarazioni indicandomi la via più corretta da seguire. Vorrei tranquillizzare il sottosegretario che so benissimo cosa devo fare senza aver bisogno di suggerimenti esterni.

Certamente non intendo accettarne da chi oggi rappresenta un candidato alla Presidenza della Regione Siciliana, Renato Schifani, rinviato a giudizio nel processo che sintetizza la fase più pericolosa dei rapporti deviati tra mafia e politica.

D’altronde stiamo parlando di uno ‘pseudosiciiliano’ che vive da oltre 30 anni nei salotti buoni romani e milanesi, blindato in Sicilia grazie al fatto che ha lavorato nelle aziende editoriali di Berlusconi e che si ricorda della sua terra solo in campagna elettorale e per di più per venire in soccorso dei suoi ex colleghi della stampa. Dalla comoda posizione di nominato non ha percezione delle dinamiche dell’isola e interviene su sollecitazione senza neanche sapere di cosa stiamo parlando.

Quanto da me affermato alcuni giorni fa e oggi strumentalizzato rientra nella mia quotidiana azione di denuncia pubblica di quella certa politica che fino ad ora ha barattato i seggi in parlamento con gli interessi personalistici asservendo le cariche politiche agli interessi di bottega. Questa logica è stata sempre da me denunciata pubblicamente e anche con appositi atti alle competenti autorità giudiziarie perché la Sicilia deve liberarsi da certi personaggi che sono siciliani solo alla nascita e che della loro terra non si sono mai interessati, preferendo anzi spesso sacrificare i diritti dei siciliani sull’altare dei vantaggi concessi alle lobby del potere

Oggi, dunque dovrebbe essere Forza Italia a porsi certi problemi che potrebbero riguardare personaggi discutibili partendo proprio da Renato Schifani.

Forse dovrebbe indirizzare la sua preoccupazione sul fatto che i siciliani sanno benissimo distinguere chi mistifica pensando di prenderli per i fondelli e chi vuole veramente cambiare la Sicilia. Provi a venire in Sicilia più spesso e scoprirà quali sono i reali problemi della gente».

Lo dichiara il leader di “Sud chiama Nord” Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Siciliana.

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