In scena nella prestigiosa Cappella Orsini di Roma l’11 ed il 12 dicembre e presto,si auspica,nei teatri delle province italiane, la commedia <Polvere di Gio’ > della Contessa – regista – attrice Francesca Stajano Sasson un’opera che si propone di ripristinare la memoria storica della celebre e trasgressiva nobildonna protagonista indiscussa della Dolce Vita.
La vicenda di Gio’ Stajano (nella foto) è nota ai maiores che l’hanno vissuta,ma anche ai più giovani che l’hanno conosciuta dalle cronache,spesso malevole,che hanno messo in luce gli aspetti hard della sua vita, tralasciando il suo tormento interiore e la sua religiosità di fondo che non ha mai abbandonato durante la sua vita.
Nipote del gerarca fascista Achille Starace,figlia di Fanny Starace e del Conte Riccardo Stajano Briganti di Panico nacque a Sannicola (Lecce) nel 1931 come Gioacchino Stajano.
Forse fu il primo omosessuale dichiarato del dopoguerra che,nonostante censure,divieti ,denunce e derisioni derivatigli dall’essere il nipote “perverso” del Segretario del PNF, riuscì nell’Italia allora neo – repubblicana ed  ancora rigidamente bigotta,ad affermare il suo diritto all’autodeterminazione con coraggio leonino.
Animatrice delle notti romane degli anni 60,amica di Novella Parigini e dell’elite culturale avanzata del tempo,si narra che con un famoso bagno notturno nella barcaccia di piazza di Spagna,abbia ispirato Federico Fellini alla realizzazione della famosissima scena del bagno nella fontana di Trevi di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni , iconica sequenza del celebre film La Dolce Vita.
Di indole dolcissima,sentimentale e sognatrice,ma battagliera, si dedicò alla pittura ma anche alla scrittura,che potremmo definire realista, e come tale oggetto di censure ed ostracismi.
Celebre il suo romanzo – cronaca “Roma capovolta” (1959) che suscitò un terremoto tra i perbenisti della Capitale,e molti altri testi di pari argomento,subito censurati,sequestrati e condannati al rogo!
Sempre incline alla ricerca del vero amore,nonostante tutto, indubbiamente molto difficile illo tempore da raggiungere.
Notevoli furono i contrasti con la madre, che non smise mai di amarla suo malgrado.
Alla fine del 1982 decise di diventare donna con un intervento chirurgico effettuato a Casablanca,e clinicamente non perfettamente riuscito,sicuramente affrontato per realizzare la sua vera personalità di donna o meglio di Nobildonna.
Certamente la vita anche dopo l’intervento non fu facile ma la fede,che mai aveva abbandonato, l’aiuto’ a vivere, pur tra mille difficoltà e la spinse negli ultimi anni alla vita monastica, anche se la Chiesa le consenti’ di assumere il solo ruolo di suora laica.
Mori’ ad Alezio (Lecce) nel 2011, non senza aver appalesato all’amata nipote Chicca (Francesca Stajano) il suo desiderio di essere ricordata per quello che veramente era stata.
Ed appunto oggi la nipote -regista -attrice Francesca Stajano Sasson assolve al compito lasciatole dalla zia con una bellissima commedia – verità a cui ho avuto il privilegio di poter assistere trovandomi a Roma .
Bravissimi tutti gli attori del cast, menzione particolare per il giovanissimo Joyce Conte,che impersona con grande professionalità il difficile ruolo di Gio’ Stajano.
La prima dell’11 dicembre coincide con il giorno del compleanno della Contessa Gio’. Graziosa casualità? Lo spero,il personaggio è certamente meritevole di un ricordo adeguato.
Diego Spanò