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Cultura

Intervista a Mario Incudine sul suo nuovo progetto discografico “Il senso della misura”

Grande ricchezza interiore, nobiltà d’animo e un grande bagaglio di valori spirituali e culturali, nel poliedrico Artista siciliano

Ci sono grande ricchezza interiore, nobiltà d’animo e un grande bagaglio di valori spirituali e culturali, nel poliedrico Artista siciliano Mario Incudine, che ci regala con il suo nuovo progetto discografico un’opera unica, singolare e significativa.

Questa intervista, nasce dalla consapevolezza che gli Artisti siano, oggi più che mai, punti di riferimento importanti per molti giovani e che trasmettere un messaggio sia uno degli scopi precipui della loro attività ed un servizio che in un certo senso loro rendono alla collettività.

Abbiamo chiesto a Mario Incudine come mai avesse scelto come titolo per questo nuovo progetto Il senso della misura e, senza esitare, ci ha risposto che si tratta di un progetto discografico, prodotto da Mimì Factory e distribuito da Sony Music, che uscirà il 2 agosto e sintetizza e rielabora il manifesto e la poetica di tanti anni di attività artistica. Ci ha spiegato che l’avvicinamento, a 43 anni alla maturità, all’età di mezzo, età della misura,  avviene con l’intento di rimettere al centro l’uomo e accendere uno sguardo critico su temi, valori e sentimenti che gli appartengono, secondo quello che è il suo personalissimo “senso della misura”.

Con questa nuova produzione, in versione CD e digitale, Incudine tiene a precisare, orgogliosamente, che si dona al suo pubblico come “artigiano” di canzoni che cuce a mano, accuratamente.

Al centro delle 12 tracce c’è l’Amore: quello per una donna, quello per la propria Terra, quello tenero e istintivo per un figlio, ma sempre Amore libero, incondizionato, senza alcun assoggettamento.

Un Amore, quello per la propria donna, che potremmo definire “romantico”, unito ad una visione della donna che riconduce all’idea stilnovista della donna-angelo, al cui passaggio il terreno va cosparso di petali di rose.

Ed è ancora la donna ad essere sublimata, in “Roma” con le musiche di Tony Canto, dove si racconta la bellezza di una donna, che supera quella della Città Eterna.

 

Tra le canzoni c’è un gioiello, un vero capolavoro: la bellissima “Parlami d’Amuri” che affascina e trascina lontano in un turbinio di emozioni… Mario Incudine traendo ispirazione dal poeta arabo-siciliano Ibn Hamdis che nel 1100 scriveva della Sicilia perduta, della giovinezza, della bellezza femminile, del dolore della partenza, ci dona con grande sensibilità e garbo una canzone stupenda e poesia pura.

Particolarmente intensa “Amara Terra  mia”, la nota canzone di Domenico Modugno ed Enrica Bonaccorti, nella versione suggerita da Federico Quaranta, in siciliano, con un finale recitato mirabilmente dall’Attore Incudine.

Piena di passione “Tienimi terra”, un accorato grido di dolore di chi pur avendo un ideale per andar via, chiede alla propria terra di trattenerlo. La terra può esercitare anche il potere di trattenere i suoi figli e quando ciò accade è “festa nazionale” da celebrare. Con testo e musica scritti appositamente per Mario Incudine da Biagio Antonacci, tornano i valori del poliedrico Artista, torna l’attaccamento alla propria terra e quel principio “cu resta arrinesci” ben radicato in Mario Incudine.  Forte è il desiderio di riappropriarsi della propria identità, di creare le condizioni per restare e non lasciare la propria terra e le proprie radici, e questo grido giunge come un monito ai tanti ragazzi che oggi decidono di partire e lasciare la propria Terra per cercare altrove migliori  condizioni lavorative.

Considerato, infine, che un cantautore ha indiscutibilmente una sensibilità maggiore rispetto a quella dell’uomo comune e riesce a scrivere e raccontare storie nelle quali ognuno di noi può facilmente ritrovarsi, abbiamo chiesto al Cantautore Mario Incudine, in conclusione di questa piacevole intervista, cosa si attende da questo nuovo progetto discografico e lui ci ha risposto “Mi attendo il ritorno al cantautorato vero, quello vecchio, quello originale, il ritorno alla canzone dei menestrelli”.

E l’Artista, che con questa affermazione ci strappa un sorriso, si congeda, con l’auspicio che si possa ritrovare nella canzone uno spiraglio per riflettere, per pensare.

Ester Isaja

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