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Cronaca

Turismo, Cgil e Filcams Messina: “L’occupazione non cresce, lavoro in nero e sempre più precario

“L’incremento del flusso turistico non fa crescere l’occupazione

 

“L’incremento del flusso turistico non fa crescere l’occupazione. I dati ci mostrano la fotografia di un settore produttivo la cui crescita è prodotta da lavoro sempre più povero, precario e  parcellizzato”. La denuncia arriva dalla Cgil Messina e dalla categoria Filcams-Cgil che offrono un’analisi di un settore in cui la costante è
quella di un lavoro che si precarizza sempre di più.

“È un danno al tessuto economico perché le lavoratrici e i lavoratori, che oggi  subiscono l’impoverimento delle loro retribuzioni, al contrario  potrebbero alimentare il circolo economico sul territorio tutto l’anno”,
dichiara il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti.

“Il turismo – aggiunge la segretaria confederale Stefania Radici – è un  settore ad alta intensità di lavoro, un turismo di qualità si fonda su  un’occupazione di qualità, invece si continua a pensare che il turismo  possa produrre ricchezza con una manodopera sotto inquadrata,  sotto pagata o pagata con i voucher, precaria, scarsamente formata e instabile”.

“Serve una visione di sistema per orientare tutti gli  operatori della filiera e del territorio verso la creazione di
un’offerta turistica innovativa, integrata e lunga tutto l’anno”,  continuano Patti e Radici.

 

“Guardando ai dati Istat relativi al 2022, nella provincia di Messina nel commercio e nelle strutture ricettive e ristorative non è stata recuperata l’occupazione del 2019 che vedeva 40mila occupati, ci sono 6 mila occupati in meno, a fronte di un aumento degli arrivi, che stanno quasi raggiungendo i livelli del 2019, e di un aumento delle permanenze, che hanno superato il dato del 2019 di 161.241 unità arrivando a 3.632.481”, fanno notare Patti e Radici.

La Cgil e la Filcams Messina osservano come siamo ancora indietro mentre la precarizzazione dell’occupazione cresce. “Se da un lato la pandemia ha costretto tanti lavoratori a  riqualificare le proprie competenze fuori dall’industria turistica, oppure fuori da Messina, dalla Sicilia e a volte anche dall’Italia – dichiara la segretaria generale della Filcams di Messina Giselda Campolo – dall’altro, a chi resta, le associazioni datoriali dicono che chi non accetta condizioni di lavoro al di sotto delle tutele di legge e di
contratto, non vuole lavorare. È un meccanismo che fa scappare le professionalità. La retribuzione, le ferie, il tfr, le 48 ore settimanali come limite di legge, i riposi giornalieri e settimanali, il diritto di prelazione per gli stagionali, l’applicazione del contratto collettivo maggiormente rappresentativo, sono regole. E non si può
pensare di fare profitti, di fare promozione del territorio facendo dumping salariale, contrattuale e sociale”.

La condizione del lavoro nel territorio rientra tra i dati Cgil che segnalano come oltre il 70% del lavoro nel turismo in Sicilia è irregolare, il 40% è a tempo determinato, il 60% è part-time, l’80% è sotto inquadrato, il 64,5% di chi lavora negli alberghi e nei ristoranti non arriva a 1000 euro al mese.

Il sindacato torna nelle piazze per chiedere diritti e tutele. “La Filcams –  prosegue Giselda Campolo –  anche quest’anno mette in campo la campagna nazionale turismo sottosopra in difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto turistico, ricettivo e alberghiero. Nella nostra provincia saremo presenti sui luoghi di lavoro con volantinaggi già dalla prossima settimana, con il camper dei diritti, che ritorna anche quest’anno la prima settimana di agosto, con l’organizzazione delle giuste occasioni di confronto con le amministrazioni, gli enti locali e le associazioni datoriali presenti sul territorio. Informazione, tutela e sensibilizzazione saranno le parole chiave di questa stagione per ricordare a tutti che il lavoro ha delle tutele”.

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