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Cronaca

“Sacco edilizio”  al torrente Trapani, ecco i risarcimenti

Il Comune di Messina, a seguito di transazione, ha già pagato il 50% di quanto riconosciuto dal Tribunale

Il “sacco” del torrente Trapani è costato 1 milione di euro ai messinesi. È questa la somma che, in parte, ha già versato, e, in parte, dovrà ancora pagare il Comune di Messina alle parti civili del processo “Oro Grigio” che ha svelato un giro di corruzione per la lottizzazione del residence “Green Park”, in una delle aree più fragili del territorio messinese. Palazzo Zanca era stato condannato a risarcire 12 privati e il Wwf che si sono costituiti parte civile nel processo che ha “scoperchiato” le tangenti per una variante al Piano regolatore, necessaria per realizzare 250 appartamenti.

Il Comune di Messina, a seguito di transazione, ha già pagato il 50% di quanto riconosciuto dal Tribunale a 5 creditori, tra cui il Wwf, per un totale di 156mila euro. Altri 8 creditori hanno invece deciso di riscuotere per intero le somme vantate e, per questo, il Comune dovrà pagare altri 885mila euro nei prossimi 11 anni. Intanto, le palazzine realizzate, solo in parte, sul torrente Trapani sono al centro di una matassa difficile da sbrogliare, finita al centro di un’interrogazione del coportavoce dei Verdi Angelo Bonelli che, data l’illiceità della realizzazione del complesso edilizio, si è rivolto al ministro Piantedosi: «Sui casi Oro Grigio e La Residenza, nonostante le sentenze della Cassazione, le demolizioni non sono state realizzate. Alcuni immobili, ormai acquisiti al patrimonio comunale e in condizioni non idonee all’abitabilità, sono oggi illegalmente occupati: è necessario sgomberarli e attuare le disposizioni legali perché questa naccettabile inerzia va contro la legalità e mette a rischio la sicurezza dei cittadini e l’integrità ambientale di una zona già a rischio». Quelle costruzioni, realizzate in un’area a forte rischio dissesto e frutto di una lottizzazione in barba ad ogni norma di tutela della Zps, sono diventate un fardello pesante per il Comune costretto a risarcire 1 milione di euro e rimasto con una patata bollente in mano. Intanto, il Wwf, con l’avvocata Aurora Notarianni, sta preparando un nuovo dossier sull’attuale situazione di rischio idrogeologico nella zona.

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