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Cronaca

In manette il presunto responsabile del tragico scontro avvenuto lo scorso 4 agosto sul viadotto Bordonaro

Il Suv Porsche di un 21enne avrebbe tamponato l’utilitaria condotta dal 62enne Manganaro

Gli agenti della Sottosezione Autostradale di Messina A-20 del Compartimento Polizia Stradale di Catania e del Comando Stazione Carabinieri di Giarre hanno eseguito la misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di un ventunenne della provincia di Catania indagato per il reato di omicidio stradale aggravato dallo stato di alterazione psicofisico, dalla mancanza del titolo abilitativo alla guida, oltre che dal mancato rispetto delle norme del Codice della Strada.

Le indagini, condotte dalla Sottosezione Autostradale di Messina A-20 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Messina, hanno consentito di ricostruire la dinamica del grave incidente stradale che, nella serata dello scorso giovedì, ha causato la morte del 62enne Giacomo Manganaro che viaggiava a bordo di un’utilitaria lungo la tangenziale autostradale di Messina.

Secondo l’ipotesi formulata dagli uomini della Stradale, che dovrà trovare conferma nei successivi gradi di giudizio trattandosi ancora di indagini preliminari, durante le quali sono stati valutati dal G.I.P i gravi indizi raccolti, il  21enne arrestato viaggiava a forte velocità alla guida di un SUV Porsche di grossa cilindrata, peraltro sprovvisto di copertura assicurativa, che, proprio a causa del mancato rispetto delle norme del codice della strada, avrebbe tamponato violentemente l’auto sulla quale sedeva la vittima insieme ad altri familiari rimasti lievemente feriti.

Il ragazzo, inoltre, era privo di patente, in quanto gli era già stata ritirata, ed in stato di alterazione psicofisica per l’assunzione di stupefacenti.

Sulla scorta dei rilievi tecnico-scientifici effettuati dalla polizia e degli ulteriori elementi acquisiti in fase di indagine, il Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Messina e fermo restando il generale principio di non colpevolezza sino a sentenza passata in giudicato, ha applicato la misura cautelare della custodia in carcere per l’indagato.

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