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Cronaca

Ieri a Catania i giovani siciliani con il Segretario della CGIL Maurizio Landini hanno rivendicato il diritto a restare e tornare

Tanti i problemi aperti, chiediamo che la situazione cambi per potere contribuire allo sviluppo della Sicilia.

 

Presentato ieri pomeriggio a Catania, da associazioni giovanili tra cui l’Unione degli Universitari, Rete degli Studenti Medi e la Cgil Sicilia il “Manifesto delle giovani siciliane e dei giovani siciliani” per il diritto a restare e a potere tornare.

Tanti i problemi aperti, chiediamo che la situazione cambi per potere contribuire allo sviluppo della Sicilia.

 

Qui il manifesto completo

https://bit.ly/3PcaSdo

 

Un manifesto che rappresenta la richiesta forte del mondo giovanile alle istituzioni di creare le condizioni affinchè le giovani siciliane e i giovani siciliani non siano costretti a scappare per costruirsi un futuro ma, questo futuro possano averlo qui in Sicilia, contribuendo anche noi a determinarlo.

È stato presentato ieri a Catania alla presenza del Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini.
“La nostra vita conta, la nostra terra conta”, dice il manifesto attraverso cui i giovani rivendicano “il diritto a restare e a potere tornare”,  sostanzialmente a scegliere sul loro futuro.

La Rete di giovani che si è presentata raccoglie le associazioni giovanili del campo progressista, tra cui l’UDU e la Rete degli Studenti Medi, che insieme alle associazioni Koinè, Non si Parti, RUM, ARCI, EPIC, Aurum, Ecologia Politica, hanno elaborato con la Cgil Sicilia il manifesto.
“I giovani della Sicilia vogliono contare – è scritto  in premessa – e chiedono che la loro voce non resti inascoltata”. L’obiettivo è “obbligare la politica ad agire, a cambiare rotta”.

Il manifesto traccia un contesto desolante, che vede l’occupazione giovanile ferma all’11,4% contro la media nazionale del 19,8%, tre famiglie su 10 a rischio povertà, una quota di Neet che supera il 40%, la maggior parte donne, la dispersione scolastica al 27%.

Tra il 2008 e il 2020 il rapporto tra spesa e studenti ha visto la riduzione del 21,9%, con la diminuzione di mezzo punto del Pil.

“Il Paese in pratica non investe sull’istruzione nel  Mezzogiorno”.

Solo il 10% della scuola primaria ha il tempo pieno e 1.443 edifici scolastici hanno barriere architettoniche.

Nelle università mancano aule e laboratori, le residenze universitarie pubbliche sono poche e poche le risorse destinate a queste e anche alle borse di studio che non vengono garantite a chi ne ha diritto, con 16.042 studenti risultati idonei ma non assegnatari per carenza di risorse.

 

Il manifesto rileva come gli investimenti per le politiche giovanili siano progressivamente diminuiti e programmi europei come Garanzia giovani non abbiano avuto ricadute significative.

Vengono anche segnalate le  criticità di un “mercato del lavoro immobile”, del sistema sanitario, di un sistema infrastrutturale carente  che “non favorisce la connettività” né la mobilità.

 

Il documento sottolinea che “tutto in Sicilia è più difficile” e “tutto questo non è sostenibile”.

Da qui una serie di richieste che riguardano il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto al lavoro dignitoso, stabile, non precario e non povero.

Ma anche i diritti alla protezione e salvaguardia ambientale e alle infrastrutture e mobilità.

Le giovani e i giovani siciliani chiedono insomma attenzione, di essere protagonisti, quindi che “la situazione cambi per potere anche contribuire attivamente allo sviluppo sostenibile della Sicilia”.

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