Verrà discusso oggi al Tar di Catania il ricorso presentato da sette dipendenti comunali appartenenti al corpo della Polizia Municipale di Messina che si sono affidati agli avvocati Giovanni Marchese e Cristina Bellerone. Gli impiegati comunali chiedono al Tribunale Amministrativo Regionale di bloccare tramite l’annullamento della determina pubblicata in Gazzetta Ufficiale, il cosiddetto “concorsone” per le assunzioni di 341 dipendenti che ricopriranno diversi profili, ed in particolare, la parte relativa alle cinque unità di personale della categoria D area vigilanza (Polizia municipale). I ricorrenti sostengono che nel Piano di fabbisogno Il Comune di Messina non ha previsto per la copertura dei posti disponibili la prioritaria selezione concorsuale interna o comunque, in sede di concorso, una riserva dei posti del 50% per il personale interno, di fatto non ha previsto alcuna procedura di progressione di carriera. L’amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Santi Delia, sostiene invece, come si deduce dalle oltre trenta pagine di memoria difensiva depositate, che le procedure concorsuali “potevano” e non “dovevano” prevedere il meccanismo della riserva, pertanto – a parere del legale del Comune di Messina – non esisteva alcun obbligo in capo all’Amministrazione di prevedere la stessa riserva, ma solo una semplice possibilità in questo caso – a discrezione dell’Amministrazione comunale – non applicata.
