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Cronaca

Appalti all’Università di Messina, interrogazione a risposta urgente di tre deputati

I deputati fanno poi riferimento alle notizie sulle inchieste avviate dalla Procura sull’operato dell’amministrazione retta dal rettore Cuzzocrea

Con una interrogazione a risposta urgente, i deputati  i deputati Angelo Bonelli, Elisabetta Piccolotti e Filiberto Zaratti chiedono ai ministri dell’economia e delle finanze,  per la pubblica amministrazione e dell’università e della ricerca quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere per contribuire a far luce sull’intera vicenda in particolare “valutando il ricorso all’ispettorato per la funzione pubblica e ai servizi ispettivi di finanza pubblica o ad altri servizi ispettivi competenti”.

I deputati riassumono anche  la vicenda che ha portato alle dimissioni di Cuzzocrea a inizio ottobre 2023 “perché travolto dallo scandalo dei rimborsi che l’Ateneo gli ha liquidato per oltre due milioni di euro tra il 2019 e il 2023 con pagamenti che sarebbero stati versati dall’Ateneo anche ad una società dell’ex rettore per centinaia di migliaia di euro.

Ma sono le contestazioni dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che ha il ruolo di vigilare sui contratti pubblici per assicurare legalità, concorrenza ed evitare fenomeni corruttivi o uno sperpero di risorse pubbliche, che vengono posti all’attenzione dei ministri.

Anac con nota del 4 febbraio 2022 comunicava l’avvio dell’istruttoria all’Università di Messina e alle imprese coinvolte. “L’avvio dell’istruttoria era determinato dalla sospetta illegittimità e/o illiceità delle deliberazioni del consiglio di amministrazione dell’Università che aveva proceduto, nel periodo settembre-dicembre 2021, alla delibera di sei affidamenti diretti di lavori pubblici e forniture di beni e servizi per un ammontare complessivo di euro 37.524.914,70”, scrivono Bonelli, Piccolotti e Zaratti.

“Con delibera del 5 aprile 2022 la stessa Anac – continua l’interrogazione – rigettava ampiamente le controdeduzioni fornite dall’Università di Messina e confermava la mancata sussistenza dei presupposti per l’applicazione del regime derogatorio di cui all’articolo 2, comma 4 del decreto-legge n. 76 del 2020 sulla base del quale erano stati deliberati gli affidamenti plurimilionari di cui sopra; nello specifico, veniva riscontrato che gli affidamenti operati dalla stazione appaltante risultano censurabili in ragione dell’assenza delle ragioni di urgenza derivanti dall’emergenza sanitaria e dal mancato rispetto dei principi di trasparenza, libera concorrenza e non discriminazione previsti dalla normativa non derogabile dall’articolo 2, comma 4 del decreto-legge n. 76 del 2020; l’Anac ha, inoltre, rilevato che in diversi casi l’impresa aggiudicataria non risultava in possesso dei requisiti soggettivi e di capacità tecnica e finanziaria previsti dalle norme vigenti occorrenti per l’esecuzione delle opere in esame, anche in ragione del loro valore plurimilionario. Infine, veniva anche messo in evidenza il mancato rispetto degli obblighi di progettazione previsti dall’articolo 59 del decreto legislativo n. 50 del 2016. Conseguentemente, l’affidamento e la remunerazione, unitamente all’esecuzione, del servizio di progettazione degli interventi risulterebbero assegnati a soggetti privi dei necessari requisiti di qualificazione, impedendo l’identificazione delle prestazioni da svolgersi, così come la categoria e le classi dei lavori che devono essere svolti”.

I deputati fanno poi riferimento alle notizie sulle inchieste avviate dalla Procura sull’operato dell’amministrazione retta dal rettore Cuzzocrea e che mettono in luce “una situazione quanto mai inquietante, tanto da far pensare all’esistenza di un vero e proprio sistema Cuzzocrea”.

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