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Rilevazione territoriale dei prezzi al consumo gennaio 2024 a Messina

Nella città di Messina nel mese di gennaio 2024 si registra un incremento tendenziale del +0,4% e congiunturale del +0,5% dell’indice dei prezzi al consumo

Gli indici dei prezzi al consumo di gennaio 2024 sono stati elaborati tenendo conto di una progressiva riduzione della gravità dell’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 e di riapertura di buona parte delle attività commerciali di offerta di beni e servizi di consumo. Pur rimanendo sopra la norma, il numero di mancate rilevazioni è quindi diminuito.

L’impianto dell’indagine sui prezzi al consumo, basato sull’utilizzo di una pluralità di canali per l’acquisizione dei dati, ha consentito di ridurre gli effetti negativi dell’elevato numero di mancate rilevazioni sulla qualità delle misurazioni della dinamica dei prezzi al consumo. Come ricordato nella nota metodologica dell’Istat, gli indici ai diversi livelli di aggregazione, sia nazionali che locali, che hanno avuto una quota di imputazioni superiore al 50% (in termini di prezzi mancanti e/o di peso), sono segnalati mediante l’utilizzo del flag “i” (dato imputato). Nella città di Messina nel mese di gennaio 2024 si registra un incremento tendenziale del +0,4% e congiunturale del +0,5% dell’indice dei prezzi al consumo. Crescono tendenzialmente rispetto all’anno precedente prodotti alimentari e bevande analcoliche (+5%), bevande alcoliche e tabacchi (3,7%), abbigliamento e calzature (3,7%), mobili, articoli e servizi per la casa (+1,4%), servizi sanitari e spese per la salute (+0,6%), trasporti (+0,6%), ricreazione, spettacoli e cultura (+0,8%), istruzione (+0,9%), servizi ricettivi e ristorazione (+4,3%) e altri beni e servizi (+3,1%). Decrescono tendenzialmente rispetto all’anno precedente abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-16,3%) e comunicazioni (-2,2%). E’ quanto emerso nel corso della riunione della commissione comunale di controllo prezzi, presieduta dall’assessore con delega ai Servizi al Cittadino Massimiliano Minutoli.

La nota offre una sintetica analisi dei fattori che hanno contribuito a determinare le dinamiche di prezzo più marcate dei beni e servizi a rilevazione centralizzata nel mese di gennaio 2024:

Energia elettrica e gas di rete: a gennaio, rispetto ai mesi precedenti, si registrano alcune importanti novità. Il segmento di consumo gas di città e gas naturale del mercato tutelato, aggiornato in base delle informazioni pubblicate da Arera, fa riferimento ai soli clienti vulnerabili. Il segmento di consumo gas di città e gas naturale del mercato libero, oltre ai due prodotti che monitorano l’andamento dei prezzi del mercato libero, include anche due nuovi prodotti rappresentativi dei clienti non vulnerabili, che a dicembre 2023 non avevano ancora scelto un’offerta del mercato libero. Si registra un aumento congiunturale del gas di città e naturale sia nel mercato tutelato (+9,7%; +15,9% il tendenziale) che nel mercato libero (+6,8%; -38,9% il tendenziale). La variazione del gas è spiegata anche dall’aumento dell’Iva, che ad ottobre 2021 era stata ridotta al 5% e che ora è ritornata ai livelli precedenti, con due aliquote al 10% e al 22%.

La classe energia elettrica, la cui rilevazione è effettuata centralmente dall’Istat, è arricchita da un nuovo segmento di consumo, energia elettrica per le famiglie in transizione, che affiancherà i due già presenti nel paniere: energia elettrica mercato tutelato e energia elettrica mercato libero. Il nuovo segmento di consumo misura l’evoluzione della spesa (a consumi costanti) dei clienti non vulnerabili che a dicembre 2023 non avevano ancora scelto un’offerta del mercato libero e che dovranno effettuare quindi il passaggio entro giugno 2024. Pertanto, nei primi sei mesi dell’anno la dinamica di questo indicatore continuerà ad essere influenzata dal cambiamento delle tariffe in vigore nel mercato tutelato, mentre dal mese di luglio intercetterà invece la variazione di spesa che le famiglie in transizione effettuano nel mercato libero. L’energia elettrica nel mercato tutelato aumenta a livello congiunturale per quanto riguarda la quota fissa (8,1%; 27,3% il tendenziale), mentre diminuisce per quanto riguarda la tariffa bioraria sia nella fascia diurna feriale (-10,8%; – 58,0% il tendenziale) che nella fascia notturna, weekend e festivi (-12,7%; -58,2% il tendenziale). Si registra, inoltre, un aumento congiunturale dell’energia elettrica del mercato libero (+3,6%; -43,5% il tendenziale) e una diminuzione congiunturale dell’energia elettrica per le famiglie in transizione (-9,3%).

Servizi di trasporto: nel trasporto aereo il maggiore calo congiunturale interessa i voli nazionali (-36,9%; +8,5% il tendenziale), seguiti da quelli europei (-14,6%; +12,6% il tendenziale) e da quelli intercontinentali (-20,8%; -8,0%). Si registra, inoltre, un aumento dei prezzi del trasporto marittimo (+2,4%; +1,5% il tendenziale), dovuto maggiormente alle destinazioni verso l’estero. Aumentano, infine, i trasporti ferroviari nazionali (+0,9%; +11,5% il tendenziale), a causa della minore disponibilità di offerte commerciali per i servizi intercity e intercity notte, e i trasporti ferroviari regionali (+0,8%; +6,5% il tendenziale), per gli aumenti di listino registrati in otto regioni.

Attività turistiche e ricreative: in termini congiunturali, i pacchetti vacanza aumentano a livello nazionale (+1,5%; +6,9% il tendenziale), risultando invece in diminuzione a livello internazionale (-7,9%; -1,3% il tendenziale). L’aumento dei pacchetti vacanza nazionali dipende principalmente dai segmenti arte e benessere, quest’ultimo finalizzato ai trattamenti di cura del corpo. Sempre in termini congiunturali aumentano gli agriturismi (+2,6%) e, in modo più marcato, gli impianti di risalita (+5,0%; +1,6% il tendenziale).

Cultura: aumentano, a livello congiunturale, i prezzi dei giornali a diffusione nazionale (+2,0%; +2,6% il tendenziale) e, in misura più contenuta, di quelli a diffusione locale (+0,7%; -0,8% il tendenziale). Diminuiscono invece i prezzi dei periodici (-0,2%; +1,7% il tendenziale). L’aumento dei quotidiani nazionali è imputabile in parte alla diversa distribuzione degli allegati, e in parte, ad aumenti di prezzo delle versioni digitali.

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