Il Ponte sullo Stretto è ancora al centro dell’attenzione e di stringente attualità. La Commissione consiliare del Comune di Messina, presieduta dal consigliere Giuseppe Trischitta, ha redatto un fitto programma di incontri con i movimenti schierati per il no al manufatto stabile e quelli schierati per il si, al fine di acquisire le varie opinioni sulla coastruzione dell’opera.
Sull’argomento sono intervenuti anche i rappresentanti delle forze sociali. Dopo Nino Alibrandi della Cisl che ha espresso un parere favorevole, legando gli enormi investimenti previsti a un possibile processo di sviluppo dell’intera area dello Stretto. E ora la volta del del segratario generale della CGIL messinese Piero Patti che afferma : “Continua l’opera di distrazione di massa dai problemi reali da parte di certa politica appoggiata da alcune (poche oserei dire) forze sociali del nostro territorio. Si continua a discutere della mega opera come unico elemento di sviluppo e volano della nostra economia senza accorgersi (volutamente?) che ormai, nel 2024, parlare di Ponte è diventato anacronistico”.
Il segretario argomenta : “Una città che non riesce a completare un’opera strategica come quella del porto di Tremestieri che decongestionerebbe il traffico cittadino o che non riesce a ultimare i lavori del viadotto Ritiro, diventata ormai la barzelletta d’Italia, o che non riesce a tutelare e valorizzare i propri beni artistici e architettonico-culturali non può sempre inseguire la chimera del Ponte mentre tutto il resto rimane nell’eterno riposo delle incompiute. Oltre alla città degli eventi dovremmo diventare la città delle opportunità: per i giovani che vanno via, per le persone bisognose di cure che non trovano riscontro adeguato in una sanità che ormai è al collasso e che si vuole privatizzare, per le centinaia di famiglie sfrattate e senza casa, per un lavoro sempre più povero e precario, per un welfare sociale adeguato alle moltitudini di fragilità che investono il nostro territorio”.
Infine, Pietro Patti sostiene : “Noi crediamo che lo sviluppo debba passare da una politica industriale seria che crei posti di lavoro certi e duraturi nel tempo. A breve si rischia una bomba sociale nell’area industriale di Milazzo se non si interviene subito sui siti produttivi più importanti della provincia e della Regione. Dall’ultimo report della Cgil Sicilia si evince come il governo nazionale abbia scippato alla nostra regione quasi 5 miliardi di euro nel silenzio assoluto di buona parte della politica, soprattutto quella di governo. Taglieranno quasi 100 scuole in due anni e di queste 11 solo nella nostra provincia e nessuno, tranne la nostra organizzazione sindacale, si è preoccupato delle sorti dei nostri alunni e del personale scolastico coinvolto. E mentre la nostra città si apprestava ad ammirare le luci natalizie e partecipare ai concerti non ci si è accorti che dalla finanziaria regionale non è arrivato un solo euro per Messina”.
Il segretario argomenta : “Una città che non riesce a completare un’opera strategica come quella del porto di Tremestieri che decongestionerebbe il traffico cittadino o che non riesce a ultimare i lavori del viadotto Ritiro, diventata ormai la barzelletta d’Italia, o che non riesce a tutelare e valorizzare i propri beni artistici e architettonico-culturali non può sempre inseguire la chimera del Ponte mentre tutto il resto rimane nell’eterno riposo delle incompiute. Oltre alla città degli eventi dovremmo diventare la città delle opportunità: per i giovani che vanno via, per le persone bisognose di cure che non trovano riscontro adeguato in una sanità che ormai è al collasso e che si vuole privatizzare, per le centinaia di famiglie sfrattate e senza casa, per un lavoro sempre più povero e precario, per un welfare sociale adeguato alle moltitudini di fragilità che investono il nostro territorio”.
Infine, Pietro Patti sostiene : “Noi crediamo che lo sviluppo debba passare da una politica industriale seria che crei posti di lavoro certi e duraturi nel tempo. A breve si rischia una bomba sociale nell’area industriale di Milazzo se non si interviene subito sui siti produttivi più importanti della provincia e della Regione. Dall’ultimo report della Cgil Sicilia si evince come il governo nazionale abbia scippato alla nostra regione quasi 5 miliardi di euro nel silenzio assoluto di buona parte della politica, soprattutto quella di governo. Taglieranno quasi 100 scuole in due anni e di queste 11 solo nella nostra provincia e nessuno, tranne la nostra organizzazione sindacale, si è preoccupato delle sorti dei nostri alunni e del personale scolastico coinvolto. E mentre la nostra città si apprestava ad ammirare le luci natalizie e partecipare ai concerti non ci si è accorti che dalla finanziaria regionale non è arrivato un solo euro per Messina”.
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