Riceviamo e pubblichiamo:
La risposta secca e scientificamente pertinente del Prof. Antonino Risitano alla relazione tecnica del SdM sulle integrazioni al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, lascia parecchio perplessi e preoccupati. Il noto ingegnere sostiene infatti che, sul piano della tenuta dei cavi portanti l’immane infrastruttura, le note integrative non solo non siano affatto esaustive sotto il profilo tecnico ma che non poggino su nulla di scientificamente corretto. Come ben sappiamo il Prof. Risitano si avvale di una lunga e consolidata esperienza su tale settore, essendo uno dei massimi esperti a livello mondiale su resistenza a fatica dei materiali meccanici, avendo al suo attivo oltre 150 pubblicazioni su tale specificità. Ci preme ricordare che lo stesso Metodo Termografico RISITANO, modalità di analisi termica per la valutazione di stress e danni nei materiali sottoposti a sollecitazioni variabili nel tempo ( soprattutto acciaio), seguito e validato in decine di Paesi nel mondo, lo si deve a questo nostro scienziato che, spinto dalla sola ed unica pretesa di verità scientifica, si spinge in tali valutazioni tecniche relative ai cavi. Ma si sa “ nemo propheta acceptus est in patria sua”…. Detto ciò è chiaro che non ci sia la pretesa da parte di nessuno nel voler mettere in discussione che sul progetto Ponte, in fieri da oltre 40 anni, vi abbiano lavorato i migliori ingegneri. Tuttavia sperimentare, ricercare anche se con perizia e zelo scientifico non significa necessariamente giungere a conclusioni positive sotto il profilo della realizzazione di un manufatto.
Lo scienziato, ci insegnavano a scuola, osserva un fenomeno e fa ipotesi, sperimenta e soltanto se il tutto corrisponde in maniera rigorosa ne definisce la legge. In questo progetto Ponte, alla luce di tutte le criticità emerse, vi è l’impressione diffusa tra la cittadinanza che esistano dei seri problemi tecnici irrisolti, difficilmente risolvibili e su cui si tenda parecchio a sorvolare. Il progetto venne avviato da un grande esperto di ponti sospesi, William Brown, il quale nel lontano 1992 nel progetto, diciamo di massima, aveva avviato le prove di fatica a tensione sui fili dei cavi ed inoltre ne aveva programmato le prove sui trefoli che però sembra non siano mai state eseguite. L’opera Ponte infatti subisce un arresto per problematiche oggettive e si ripropone nel 2004 quando la SdM ne riprende le attività. A questo punto Brown si offre per continuare il lavoro di progettazione interrotto ma stranamente non viene riconfermato.
E’ chiaro che un qualsiasi cittadino in possesso di un minimo di raziocinio si chiederebbe a questo punto: “Come mai un tale super esperto è stato estromesso da un progetto da lui voluto, ideato ed avviato?” Ovviamente c’è qualcosa che non torna!
Ed inoltre: ” Dove sono conservati i documenti che attestano i risultati delle prove già effettuate dall’illustre scienziato? A quali esperti sono state poi affidate le varie fasi di progettazione dell’Opera e quali i loro nomi?”
E’ chiaro a tutti che al punto in cui stanno le cose il cittadino ha il pieno diritto di non accontentarsi più delle presunte rassicurazioni dell’ AD Ciucci, secondo cui tutto sarebbe a posto, o della consueta e desueta retorica di chi vorrebbe liquidare tutta la faccenda con l’ormai “notoria affermazione” che i più grandi ingegneri avrebbero lavorato al progetto. A prescindere dalle personali simpatie sul tema Ponte, credo che un minimo di saggezza a questo punto suggerirebbe di andare a fondo in questa intricata problematica tecnica.
Come reagiscono invece le alte Istituzioni alle legittime proteste dei cittadini che preoccupati vorrebbero capirne di più, esserne coinvolti e tranquillizzati? Con provvedimenti autoritari: un DDL sicurezza che prevede aggravi di pena verso chi protesta contro le grandi infrastrutture. Tali imposizioni, ostacolando il rapporto dialettico tra il territorio e l’Istituzione, ne ledono non soltanto i principi che stanno alla base della nostra Carta Costituzionale ma finiscono anche per produrre sfiducia e ulteriore scollamento dall’ Istituzione centrale.
Ma a prescindere da tutto ciò ci si chiede: “Quali le motivazioni che hanno spinto il Governo a simili misure restrittive contro chi esprime dissenso ad opere strategiche?” Tutti i cortei che hanno caratterizzato la storia dei NO Ponte si sono sempre svolti in un clima di massima compostezza e rispetto istituzionale, e questa è Storia e non Mito…. Mai un minimo “incidente di percorso” che abbia discreditato le numerose manifestazioni pubbliche! Forse i nostri governanti sono stati spinti dal dubbio che gli abitanti dello Stretto avrebbero potuto imitare gli isterici comportamenti di alcuni mesi fa tenuti alla Camera, luogo preposto alla Legge e al sano dibattito politico, da numerosi membri che al dissenso di un loro collega hanno risposto con aggressione fisica di massa? O che altro? Da cittadini responsabili non ci resta che l’auspicio di una sempre maggiore presa di coscienza da parte di esperti che hanno giurato fedeltà alla scienza da estendersi agli amministratori locali che si ostinano a voler liquidare la protesta NO Ponte in semplicistica pretesa di ideologismo di massa, alle distratte forze sindacali e politiche, queste ultime spesso protese verso propaganda di tipo elettorale. Si attende anche una presa di coscienza da parte di quegli Ordini professionali che, sul tema Ponte Si – Ponte NO, incalzano Enti ed Istituzioni a non perdere tempo ma piuttosto ad assumere un ruolo da protagonisti per trovarsi preparati ad avviare un’Opera ( di cui ancora non esiste uno stralcio di accreditato progetto non solo esecutivo ma neppure definitivo) che comporterà, sostengono, tante opere a terra. Peccato che, nel millantare tali necessarie iniziative, si sorvoli sul fatto che se il Ponte non si potesse realizzare, come da più parti si sostiene, Messina verrebbe inutilmente rivoltata come un calzino, le vite dei suoi abitanti stravolte…. per nulla!
Ma soprattutto, grazie al lavoro certosino dei Comitati ed Associazioni, si confida nella sensibilizzazione di tutti quei cittadini, troppi ancora per la verità, che polarizzati sul “Grande Fratello” o sulle mille cose urgenti del quotidiano finiscono per trascurare quelle veramente importanti. Consapevole che saranno alla fine questi ultimi a farne la vera differenza e convinta della veridicità contenuta nella nota massima latina” repetita juvant”, concludo con la citazione di un grande sociologo spagnolo che a tal uopo ebbe a dire: “Una massa omogenea pesa sopra il potere pubblico e schiaccia, annulla ogni gruppo di opposizione. La massa non desidera la convivenza con ciò che non si identifica con essa”. (“La ribellione delle masse” José Ortega Y Gasset)
Antonino Risitano
7 Ottobre 2024 at 19:57
Bellissimo articolo, centrato è completo. Di grande valore umano e perché no anche tecnico. Un applauso.