Un post su Facebook, un tono ironico ma tagliente, e un messaggio che va dritto al punto:
il rispetto per l’ambiente non è una questione di moda, ma di civiltà. È così che il giovane
Sindaco di Oliveri si fa portavoce di un’educazione civica fuori dagli schemi, ma efficace.
Nel borgo di Oliveri, in Sicilia, il cambiamento passa anche dai social. E lo fa con il
linguaggio diretto e ironico del Sindaco, che in un recente post su Facebook ha lanciato un
messaggio tanto originale quanto chiaro: basta gettare rifiuti a terra.
Con un paragone che fa sorridere ma anche riflettere, il primo cittadino ricorda un gioco
d’infanzia: un mazzo di carte finto, che colpiva le dita con una molla nascosta. Da qui
l’idea provocatoria: “Servirebbe un sistema simile – scrive – che si attiva ogni volta che
qualcuno lancia a terra una lattina, una bottiglietta o un mozzicone. E la molla dovrebbe
essere tanto più potente quanto più tempo impiega quel rifiuto a sparire dal pianeta. Una
sorta di legge del contrappasso”.
E non si ferma qui. Per i mozziconi in spiaggia, propone persino una “pena accessoria”: il
ritorno del “fucozzolo” – un antico bastone usato per richiamare all’ordine – in stile Padre
Luigi. “Educazione civica e rievocazione spirituale, tutto in uno. Mentre impari, ti rivolgi al
Signore”, scrive con sagace umorismo.
Il risultato? Una scena immaginaria degna di un’opera teatrale: “Passeggi per strada e
intorno senti un coro di ‘Ahi!’, ‘Ahhhh!’, ‘Mmmh!’. Un’installazione sonora vivente che mette
in scena le coscienze sporche”.
Il Sindaco riconosce che l’idea potrebbe apparire “politicamente scorretta”, evocando
persino i supplizi di Saint-Médard e ipotizzando, con amara ironia, la nascita di un
“movimento politico di ribelli, pronti a difendere il diritto di inquinare”.
Ma al di là delle battute, il messaggio è serio: “È un semplice rinforzo negativo, la cui
funzione è riconosciuta persino in psicologia”. E se tra fede e scienza ci si può perdere,
allora – conclude – tanto vale andare sul pratico: “sacchi, guanti e tanta pazienza”.
La riflessione finale è quella che dovrebbe farci pensare tutti: “Se a pulire sono in dieci, e
gli altri si dividono tra chi sporca e chi aspetta che qualcuno pulisca, chi la vince questa
battaglia?”
In un paese dove spesso le campagne ambientali si perdono tra slogan e buone
intenzioni, quella del Sindaco di Oliveri è una voce fuori dal coro: ironica, pungente, ma
terribilmente vera.
