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Le riflessioni sulla situazione politica messinese dell’ex Consigliere comunale e esponente di Forza Italia Sebastiano  Tamà

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A seguire le riflessioni sulla situazione politica messinese dell’ex consigliere comunale e esponente di Forza Italia Sebastiano  Tamà:

Quando il principio della cosiddetta  legalità supera quello sostanzialista (mutevoli apparenze) allora non rimane altro che fermarsi.

E riflettere.

E se poi parli o scrivi si corre il rischio di essere male interpretatoo, ancora peggio, essereadditato comeun rosicone, dinanzi ad una aspettativa fallita (vedi la diatriba, sin dal risultato delle ultime Amministrative, del subentroeventuale  all’ex Consigliere Comunale  Croce, in caso di sue dimissioni ).

Bene, corro il rischio senza inutili e sterili geremiadi.

Così aggiungo la mia voce alle tante voci che si sono susseguite, in questi ultimi mesi, per fare chiarezza e per non trasformare il mio silenzio in indifferenza ed inerzia.

Diversamente da coloro che hanno ballato e brindato, anzitempo, certi del fallimento altrui.

Provo a superare luoghi comune e banalità per centrare alcuni momenti o passaggi salienti della politica degli ultimi anni forte del mio percorsopolitico e sociale espresso, da molti anni,per il territorio :per Messina.

Messina la mia Città dove sono nato e dove opero come medico da oltre 30 anni.

Rammento una Messina con una storia e una memoria di antico splendore, attrattiva e riferimento di floride attività culturali e commerciali, terra di artisti Universali, giuristi e medici di grande valentia e competenza, riconosciute anche oltre confine.

Una Messina che si erge dopo essere stata rasa al suolo da un destino superiore, ma affrontato a testa alta.

Oggi?

Oggi, in uno scenario di malessere, di speranza e di deluse aspettative osservo una Messina senza memoria, una Messina cannibalizzata, illusa, sedotta e abbandonata dopo dichiarazioni di Amore Eterno, dopo uno, cento, mille abbracci, che si perdono nelle notti degli ultimi 30 anni, almeno.

Lasciata sull’altare da una coorte di pretendenti affacciatisi, a turno,  e scappati via ancor prima dell’illusorio contratto di una vita insieme.

Infedeli, invece, nelle promesse e negli  intenti.

Messina e il suo territorio tanto decantato nel tempo ad ogni competizione elettorale e dimenticato un minuto dopo.

Messina, di volta in volta, preda di baroni, di collezionisti di voti, di politici di turno e di pseudo-servitori posti ad arte nelle posizioni che contano per servirsi di molti e servire pochi.

Messina messa in saldo e all’asta migliaia di volte.

E’ innegabile che esistano tante Messina.

La Messina delle famiglie blasonate, potenti per la loro storia, forti, spesso, di un potere economico che garantisce se stessi e i loro servitori, sudditi utili per alimentare una politica oligarchica finalizzata alla gestione della res publica.

Esistono poi le famiglie di mezzo, che aspirano, ogni giorno, ad una gratificazione più o meno significativa, e poi le migliaia di famiglie, che costellano le periferie, anche quelle non più geografiche, ma pur sempre margini della società per incrostazioni sub-culturali, divenute regole e vita quotidiana, con orizzonti di riscatto generazionale sempre più distanti e improbabili.

Alla Messina dei Pochi serve mantenere questa condizione.

Tra i vari ambiti della Messina calpestata quello che appare volontariamente dimenticato e saccheggiato,dai decisori di turno, è quello del Servizio Sanitario cittadino

E’ innegabile che la sanità rappresenti un visibile fallimento, agganciato ad una vile e voluta disattenzione politica per non mettere le cose al proprio posto.

L’Ospedale Piemonte, ad esempio,così baricentrico per il mantenimento dell’offerta sanitaria alla Città, rappresenta l’emblema assoluto di questo fallimento e di questa miopia, espressione di strategie subdole, stratificatesi nel tempo, per rendere un non luogo una struttura, che ha servito i bisogni sanitari di generazioni di famiglie, dal post-terremoto sino ad alcuni decenni fa e che poteva evolvere, dignitosamente, verso un grande Polo sanitario per l’Urgenza ed Emergenza nel cuore geografico della Città.

Ma anche un grande Centro per la Riabilitazione, non solo in ambito Neurologico, ma anche Cardiologico, Respiratorio e Ortopedico per servire le richieste di salute, non solo di Messina, ma anche della Provincia e territori viciniori,in una vera conurbazione dei bisogni sanitari senza confini.

Oggi, inspiegabilmente, sottoutilizzato e sempre in procinto di essere dismesso, nonostante la “brillante“soluzione della fagocitosi dell’ IRCCS Neurolesi.

Che dire dei trasporti e della viabilità, degli svincoli autostradali, del Ponte e ancor prima delle opere compensative, prodromi strutturali mitigatrici, inderogabili ed indifferibili, degli scarichi fognari nelle acque dello Stretto e nelle spiagge del versante  Ganzirri-S.Saba e costa Tirrenica, del mai realizzato borgo marinaro di Torre Faro-Ganzirri ?.

Ho partecipato, in modo attivo, dal 2008, a tutte le campagne elettorali amministrative che si sono susseguite, sino all’ultima del 2022 restando, dall’inizio della mia esperienza elettorale, sempre vincolato al mandato che mi sono prefissato, ovvero mantenere un baricentro di impegno nel centro-destra e nella fattispecie in Forza Italia, non negando il transito dall’MPA Lombardiano, meteora fallimentare di una rivoluzione autonomista teorizzata, ma mai attivata.

Oggi non posso non gettare uno sguardo dentro la casa politica che ho abitato, sino ad ora, Forza Italia e, globalmente, nel cosiddetto centro-destra

Nelle due occasioni che mi sono state concesse di sedere sugli scranni del Consiglio Comunale ho imparato che la Politica non è astrazione e che le parole non sono neutre perché lasciano sempre un segno tanto quanto la concretezza dei fatti.

Così come categorizzarsi di destra o di sinistra  significa, spesso, mentire a se stessi perché ogni categoria di appartenenza è un contenitore zeppo di contraddizioni che tende a polarizzarsi in senso fisico ed ideologico non sempre riuscendo a semplificare il quadro politico ai cittadini che nel colpevole silenzio dei fatti, che non seguono gli enunciati dei programmi che condiscono le campagne elettorali, lascia spazio a chi diventa proprietario del monopolio della parola scagliata come dardi in faccia a coloro che l’hanno persoabdicando, colpevolmente, per maligna inerzia, al nuovo che avanza ammantandosi di un silenzio oscuro che tra segrete stanze prova, comunque, a condizionare la vita della Città.

Il centro-destra a Messina hanegli ultimi 10-15 anni, innegabilmente, tradito il fenotipo culturale, storico e politico della Città che ha sempre avuto una impostazione ed una tradizione di destra rappresentando una idea di una Politica con un baricentro ideologico preciso e netto, voce potentissima e diversa da tutte le altre.

Un vero magnete attorno al quale gravitava il tessuto socio-politico del territorio, anche limitrofo, esprimendo Politici che non soccombevano alle urla e alle manifestazioni teatrali che oggi, ahimè, hanno consentito all’ultimo della fila di prendersi la scena e dettare i ritmi socio-politici nei territori occupati, colpevolmente, lasciati scoperti da coloro che nel proprio feudo, satolli ed ubriachi del potere locale, hanno consentito ai cittadini di destra di soccombere alla durezza ed asprezza del nuovo conquistatore.

Una destra nominale con una deputazione fortunata che si arrovella solo a mantenere le paratie attorno alla personale roccaforte facendo di Messina una Città di conquista e di transito senza nemmeno una Segreteria Politica di Partito ancorché personale, tranne qualche singolare eccezione che, tuttavia, incide poco per il cosiddetto bene comune e non lascia traccia di autorevoli interventi e modifiche di vizi e difetti stratificatesi nel nostro Comune e, quindi, proprietario/a di una delega svuotata di azioni.

La scelta dell’ultimo candidato alla carica di Sindaco, rappresentante del Centro-destra della Città di Messina, (amministrative Comunali 2022) è avvenuta, tra i rappresentanti della destra cittadina e provinciale, dopo tumultuose riunioni in un locale di un hotel cittadino con fumate nere per diversi incontri, rissosi ed inconcludenti.

Incontri e confronti soccombenti per i rappresentanti del Centro-Destra con il potente di turno,forte di una visione ipermetrope ed artefice di porte girevoli.

Forte non per merito, ma per la messe di voti reclutati per impotenza altrui.

E solo dopo essere stati minacciati nella loro identità hanno ceduto.

Tale scelta è apparsa ai più improvvida, debole ed asimmetrica rispetto alla figura che si doveva provare a contrapporre al carrarmato che si profilava all’orizzonte. Una scelta caduta su un non politico distante anni luce dai reali bisogni del territorio.

Personaggio che non ha mai “calpestato” le vie cittadine, personaggio non integrato e dallo scarso potere empatico, non inclusivo, artefice di apparizioni e di assenze infinite. Non basta di certo un legame familiare per rendere utile una persona alla causa della ri-nascita di un territorio asfittico nei fatti che non sa darsi un reale cambio di passo.

La storia recente, oltre ogni ragionevole dubbio e senza alcuna espressione di giudizi personali sulla storia personale dell’uomo, evidenzia che la scelta era e rimane sbagliata al punto che se mai ci fosse stata una sola opportunità di vittoria oggi la Città di Messina sarebbe stata commissariata per l’ennesima volta.

Una coalizione eterocromica, politicamente parlando,ancorchè nella sua composizione di deputati, un tempo casa di liberali e moderati, non può avere una visione miopica per logiche spartitorie o. ancora peggio, divenire preda di un pensiero egemonizzante di pochi.

Rimane, pertanto, una oggettiva distanza tra i cittadini ( sforzi recenti del partito Forza Italia  provano a far tesserare ) e i concreti indirizzi da dare alla Città attraverso la conquista di una buona pratica di governo della stessa.

Per fare ciò è giusto ed imprescindibile selezionare uomini e donne del territorio ed adoperarsi, ogni giorno e non solo nelle tornate elettorali, a calpestare, sempre, il suolo, odorarne la polvere e  respingere chi ha pretese personali ed obiettivi opacizzati e, se fosse possibile, utilizzare un linguaggio politico rinnovato, una grammatica plebea, che possa dare voce anche a coloro che non hanno mai trovato le parole per esprimere i loro bisogni e che si pretende di  fare andare in cabina elettorale.

Viceversa si potrà assistere solo ad una liquefazione dei partiti, centro-destra di Messina compreso, a prescindere dalla collocazione ideologica nella quale si sforzano di rappresentarsi.

 

 

 

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