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Il lavoro strumento per la partecipazione e la democrazia. Le riflessioni di Cisl, Mcl, Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro

Le conclusioni sono state affidate a Fortunato Romano, presidente Mcl Messina

La Festa dei Lavoratori ha visto insieme ieri Cisl Messina, Movimento Cristiano Lavoratori, Ucid e Ufficio Diocesano per i problemi sociali e il lavoro in un momento di confronto e riflessione presso la parrocchia dei SS. Giuseppe e Martino a Spadafora. La Santa Messa è stata officiata da Don Sergio Siracusano, direttore dell’Ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro, concelebrata da padre Alessandro Lo Nardo e dal diacono Salvatore Nolasco assistente ecclesiastico provinciale Mcl Messina.

Padre Siracusano ha sottolineato come le organizzazioni e la Chiesa possano lavorare insieme e recuperare e valorizzare la soggettività del lavoro, perché questo non sia considerato solo un atto produttivo, ma un’espressione della persona e del contributo che essa dà alla propria comunità. «Insieme dobbiamo impegnarci contro ogni forma di sfruttamento nel lavoro, per il diritto al lavoro dignitoso ma anche al riposo» il senso del suo contributo.

Il lavoro e la sicurezza sul lavoro sono stati i temi che ha toccato il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, nel corso del suo intervento. «Sono temi delicati, ormai in Italia i numeri dei morti sul lavoro sono “da conflitto” considerato che la media è di oltre mille l’anno. Sono numeri che devono far riflettere tutti. Come Cisl, da mesi, stiamo incontrando i nostri iscritti con assemblee nei luoghi di lavoro per sensibilizzare alla cultura del lavoro. Un percorso che ha portato alla grande assemblea dei dirigenti e dei delegati alla sicurezza della Cisl a Roma lo scorso 13 aprile. Sono stati avviati dei confronti e dei tavoli governativi che hanno portato a risultati concreti come il potenziamento degli ispettori negli enti interessati ma occorre ancora lavorare sulla patente a punti e per maggiori risorse economiche che servano alla formazione sulla sicurezza sul lavoro. Su questo puntiamo, come Cisl, per arrivare all’obiettivo di zero morti sul lavoro. Sono già stati ottenuti risultati importanti ma occorre continuare su questa linea perché non si può assistere a levate di scudi solo quando perde la vita un lavoratore, occorre prevenzione e formazione per evitarle». Sul fronte dello sviluppo e del lavoro, Alibrandi ha sottolineato invece la necessità di lavorare in sinergia sul territorio. «Lo ripetiamo da anni, serve un Patto tra tutti gli attori sociali ed istituzionali, servono programmazione, sinergia ed una rete come quella di oggi con MCL e la Diocesi, con la pastorale del lavoro. Fare rete significa creare un sistema che renda attrattivo il territorio, partendo dagli investimenti pubblici ma garantendo anche il sostegno agli investimenti privati, recuperando il territorio. Il lavoro è fondamentale per la libertà delle persone, investire sul lavoro con l’applicazione dei contratti nazionali significa dare dignità alle persone, a tutto il contesto sociale del territorio».

Rosanna Mortelliti, vicepresidente dell’UCID Messina, ha ribadito che «lo sviluppo del territorio, la sua valorizzazione, non può prescindere da un’azione imprenditoriale intrisa dei valori cristiani che metta sempre al centro la persona e che guardi a uno sviluppo sostenibile a tutela dell’ambiente».

Le conclusioni sono state affidate a Fortunato Romano, presidente Mcl Messina: «L’impegno per il lavoro e i lavoratori è l’essenza dell’azione sociale della nostra organizzazione, che mettiamo in campo ogni giorno nella collaborazione con la Chiesa, con le istituzioni territoriali e con le altre tante organizzazioni attive nelle politiche del lavoro e che trova nella giornata del 1 maggio il suo manifesto. Un manifesto che si arricchisce oggi delle organizzazioni che con noi hanno scelto di confrontarsi per affermare, in continuità con il messaggio dei Vescovi italiani, la dimensione comunitaria del lavoro. Ecco che oggi dobbiamo guardare al lavoratore come ad un attivatore di benessere non solo per sé o per la propria famiglia, ma anche per la propria comunità. Allo stesso modo la preoccupazione per la povertà da lavoro si amplifica perché gli effetti negativi vanno ben oltre la singola persona. Davanti a un mercato del lavoro che esprime una timida ma positiva crescita, la sfida è quella dell’impatto sociale del lavoro, ma soprattutto del lavoro dignitoso. Guardiamo con attenzione all’innovazione che sta interessando il Paese, alle nuove politiche di sviluppo, agli investimenti del PNRR che però non lasceranno vero benessere ai territori se non saranno accompagnati da politiche che incentivino il lavoro sicuro, sostenibile e rispettoso della persona».

 

 

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