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Il Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina” esprime la preoccupazione sul metodo adottato nella scelta dei vertici:da Enti Pubblici a “proprietà privata”

Il 25 ottobre del 2022 il Consiglio Comunale di Messina votava una delibera di “approvazione dello schema di Convenzione fra la Città Metropolitana ed il Comune di Messina per l’ufficio di Segreteria generale

A seguire la nota del Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “RispettoMessina”:
Il 25 ottobre del 2022 il Consiglio Comunale di Messina votava una delibera di “approvazione dello schema di Convenzione fra la Città Metropolitana ed il Comune di Messina per l’ufficio di Segreteria generale”.
Con tale atto veniva approvato il doppio incarico di Segretario Generale nei due Enti affidato alla dottoressa Agata Carruba che, come viene dichiarato in Aula Consiliare durante il dibattito fra i consiglieri comunali, così come si evince dal verbale della seduta , “aveva dato la propria disponibilità perché ambiva ad avere un ruolo in un Ente di secondo livello per poi eventualmente arrivare ad essere Segretario Generale in qualche Regione”.
E nella stessa Convenzione veniva stabilito che il considerevole costo relativo al trattamento economico per l’espletamento dei due ruoli di vertice amministrativo, a cui andavano aggiunti attribuzioni di altre funzioni con relative indennità, sarebbe stato per il 60% a carico del Comune di Messina e per il 40% a carico della Città Metropolitana. Successivamente una Convenzione analoga veniva adottata per il doppio ruolo di Direttore Generale al Comune di Messina ed alla Città Metropolitana affidato al dottor Salvo Puccio, con la stessa suddivisione della spesa prevista.
Giorni fa, inaspettatamente, l’attuale direttore generale del Comune nonché consulente del Sindaco di Taormina comunica le sue dimissioni da Direttore Generale della Città Metropolitana, evidenziando, però, la disponibilità a rimanere in carica fino allo scioglimento della Convenzione tra i due Enti, come se volesse suggerire un momento di riflessione sulle successive procedure da adottare.
Difatti il Regolamento sull’Ordinamento degli uffici e dei servizi della Città metropolitana prevede espressamente che “Il Sindaco Metropolitano di norma nomina direttore generale il segretario generale, con un decreto in cui viene stabilito anche il trattamento economico”.
E nel caso in cui l’ incarico di Direttore generale venisse affidato ad un “soggetto esterno ” vanno indicati i criteri e le modalità “di selezione”, motivando la scelta della persona individuata, sulla base della “qualifica culturale”, della competenza (chiaramente specifica) e delle esperienze professionali .
Ma il Sindaco Basile, invece di prendere in considerazione quanto previsto nominando, anche per un periodo, direttore generale la Segretaria Generale, dopo l’imprimatur annunciato dal suo leader politico, annuncia la nomina a direttore generale dell’Ente di Palazzo dei Leoni del dimissionario presidente dell’ATM nonché Presidente dell’ASM di Taormina, senza avviare alcuna procedura di selezione anche formale prevista da normative, dal regolamento e dallo stesso Statuto dell’Ente all’articolo 23.
Senza pensare, inoltre, minimamente che tale opzione comporterà una sostanziale differenza in termini economici, in quanto il costo della corposa indennità di carica, che dovrà essere specificata nel decreto di nomina, sarà a carico interamente della Città Metropolitana, con un aggravio di spesa fatto non con soldi privati ma pubblici. Ma da questa vicenda, che si ricollega ad altre, emerge in maniera sempre più chiara l’immagine di un Sindaco che vede sempre più sminuita e “limitata” la propria autonomia nell’ esercizio del suo doppio ruolo.
Con i due “direttori generali “, che rispondono anche a logiche di “fedeltà” a chi sta muovendo le pedine sulla scacchiera, che, come traspare dalle loro dichiarazioni svolgeranno non solo un ruolo tecnico da supervisori ma di controllo ed indirizzo politico, anche in previsione degli importanti finanziamenti per interventi legati al PNRR.
E così, quel principio di “Bene Comune”, che avrebbe dovuto significare le Istituzioni Pubbliche, è stato trasformato gradualmente nella nostra realtà in maniera sempre più arrogante e sfacciata, così come stiamo riscontrando anche per le Società Partecipate Comunali, in “pratica” da “proprietà privata”.
Un aspetto che, però, non ha trovato fino ad ora la necessaria attenzione…
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