La Giunta Comunale ha deliberato anche per il 2023 (così come era avvenuto per i due anni precedenti) l’esonero del pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico di tutti i locali pubblici comunque denominazioni.
Tale provvedimento viene motivato dal Sindaco Basile e dagli altri amministratori comunali come supporto al tessuto economico e sociale locale, come se si potesse pensare, in maniera del tutto riduttiva, che il tessuto economico e sociale della nostra realtà cittadina potesse reggersi su tali esercizi pubblici, senza tenere conto di tutte le altre attività produttive.
Ma è opportuno porre in evidenza che tale misura non si riferisce alla categoria dei commercianti nella sua accettazione più ampia, ma solo a quella specifica categoria di esercenti e gestori di locali pubblici che, già durante il periodo della pandemia erano stati beneficiari di bonus e ristori ; a differenza di altre tipologie di alcun commerciante che non hanno usufrutto di contributo economico, pur avendo subito le stesse refluenze negative, che hanno portato (come facilmente è ravvisabile) anche alla chiusura di negozi e botteghe.
Così come va evidenziato che la categoria specifica oggetto di tali ulteriori “benefici” ha già potuto fruire della “licenza” di occupazione, esercitata talvolta in maniera indiscriminata, e senza un minimo di pianificazione, di spazi ed aree esterne ai loro locali, dato anche la voluta perdurante assenza di un piano commerciale comunale.
Ed è così che, in base ad una sorta di “espropriazione” autorizzata e concessa dall’Istituzione Comunale, sono state stabilmente occupare porzioni di sedi stradali, marciapiedi, vie di transito (comprese vie di fuga in caso di emergenza) e piazzette e slarghi, senza tenere conto minimamente delle esigenze dei residenti, rendendo in molti casi impossibile il passaggio delle persone diversamente abili, e senza alcun rispetto della tutela di beni pubblici di valenza culturale, monumentale ed architettonica, presenti in zona in cui dovrebbero essere vigenti determinati vincoli.
Ma accanto a tali forme di “facilitazioni” si avvertenze, da diversi anni, un “modus operandi” totalmente diverso dell’Amministrazione Comunale nei confronti dei singoli cittadini e delle singole cittadine e dei nuclei familiari, che, probabilmente, non hanno lo stesso potere contrattuale ed “elettorale” di determinate corporazioni o lobby varie.
E, nonostante la perdurante crisi economica e sociale, che si tenta ingenuamente di minimizzare o misconoscere, significata dalla crescita esponenziale dello spopolamento della città, dall’aumento dei livelli di disoccupazione, sottoccupazione e precarietà, accompagnata dall’aumento del costo della vita, con un incomprensibile e speculativo aumento dei prezzi dei generi alimentari e non solo, non si pensa di fare emergere una parvenza di “sensibilità sociale”, ma ci si accanisce contro le famiglie spesso monoreddito e le fasce sociali più deboli che non riescono a fare fronte alle spese necessarie per vivere.
Vengono invece adottati (con una sorta di cinismo beffardo che emerge plasticamente in certe conferenze stampa) aumento di tributi e tariffe comunali come la TARI, che in percentuale alla popolazione ha raggiunto il tetto massimo a livello nazionale, nonostante quella raccolta differenziata non ancora messa a regime che avrebbe fatto diminuire i costi del servizio; o il recente aumento delle bollette dell’Amam, nonostante il contestuale avvio di recupero degli annosi crediti insoluti, che non tengono conto della scarsa efficienza del servizio, in quanto in molte zone cittadine l’erogazione dell’acqua viene interrotta alle dodici di mattina.
Ed ancora vengono annunciati in maniera trionfalistica i circa ottomila interventi di prelievi di automezzi effettuati lo scorso anno dai carro attrezzi dell’Atm o di ditte private, fatti spesso in tutte le zone della città anche in assenza delle condizioni necessarie prescritte
Ciò in quanto tali interventi vengono fatti avvalendosi di una segnaletica, collocata ed apposta frettolosamente, arbitraria, perché non riporta la dicitura “Comune di Messina” ma quella relativa a società partecipate come Messina Servizi Bene Comune o Amam ed ATM, anche in occasioni di lavori o pulizie i cui periodi non sono correttamente indicati creando così confusione, e con anomale “premialità” per gli operatori dell’ATM che richiedono gli interventi dei carro attrezzi stessi.
E non vorremmo che si voglia fare rientrare in tale logica caratterizzata dal “fare cassa” anche la decisione poco comprensibile di estrarre le aree adibite a parcheggi a pagamento, restringendo gli spazi di importanti assi viari .
Tali considerazioni che rendiamo pubbliche non intendono avere il sapore di un deterioramento “qualunquismo” ma costituiscono una “denuncia civica” che tende ad evidenziare l’atteggiamento di una Amministrazione Comunale che, anche mediante i suoi strumenti operativi, si comporta in queste come in altre vicende come un “Giano bifronte”, all’insegna del favoritismo da un lato e delle vessazioni dall’altro.
Attualità
Il Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “Rispetto Messina”critica il provvedimento sull’esonero del pagamento del canone di occupazione del suolo pubblico
Non intendono avere il sapore di un deterioramento “qualunquismo” ma costituiscono una “denuncia civica”