Il plenum del Csm, riunito oggi pomeriggio in seduta plenaria a “Palazzo Bachelet”, ha ritenuto il profilo del magistrato Antonio D’Amato (15 voti contro i 14 della collega Raffa, 1 astenuto) più idoneo a gestire l’ufficio inquirente peloritano rispetto a quello dell’attuale procuratore capo facente funzioni Rosa Raffa.
La commissione per gli incarichi direttivi a novembre, come si ricorderà, si era divisa a metà tra i candidati Raffa e D’Amato.
Per la Raffa in commissione avevano votato i togati Andrea Mirenda (indipendente), Roberto D’Auria (Unicost) e Antonello Cosentino (Area). Per D’Amato, che è stato consigliere del Csm eletto con il gruppo di Magistratura indipendente, avevano votato i laici Daniela Bianchini (FdI) e Ernesto Carbone (Iv), e la togata di Mi Maria Luisa Mazzola.
Antonio D’Amato è originario di Torre del Greco ed è stato PM a Palmi nel 1989, durante Tangentopoli ha fatto parte del pool napoletano, esponente della Magistratura indipendente. D’Amato ha avuto esperienze al minstero della Giustizia, al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e come pm anticamorra.
Da sempre esponente della corrente di Magistratura indipendente, ha avuto esperienze al ministero della Giustizia, al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e come pm anticamorra, prima di essere nominato procuratore aggiunto a Santa Maria Capua Vetere, dove coordina l’attività dei sostituti procuratori impegnati nelle indagini per fatti di criminalità di impresa.