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Financial Times: “Messina città trasandata”

“Il Ponte sullo stretto di Messina unificherebbe  la Sicilia al continente”

Nel cuore della città di Messina, in difficoltà, si trova il terminal dei traghetti Caronte & Tourist, dove auto, pullman e camion salgono sui traghetti per il viaggio di 20 minuti dall’isola di Sicilia alla terraferma italiana. Oltre ai costosi voli, i traghetti sono l’unico modo per i siciliani e le loro merci di raggiungere il continente, una dipendenza che contribuisce a creare un senso di isolamento e di abbandono in una delle regioni più povere e meno sviluppate d’Italia. Ma la nuova coalizione di governo italiana di destra spera di risollevare le sorti della Sicilia resuscitando i piani abbandonati per un ponte di 3,3 km sullo stretto di Messina, altamente controverso e dal valore multimiliardario. Il governo del primo ministro Giorgia Meloni vede il ponte come la chiave per rafforzare l’influenza dell’Italia nella regione del Mediterraneo e posizionare il Paese come porta d’accesso all’Africa. Nella stessa Sicilia, l’idea di rilanciare il progetto infrastrutturale sta generando un cauto ottimismo e un logorante scetticismo. “La Sicilia è considerata un territorio a parte rispetto al resto dell’Italia e il ponte – un collegamento fisico – la unirebbe al continente”, ha dichiarato Federico Basile, sindaco di Messina. Basile ha detto di ritenere che il ponte – se costruito – sia un’opera” fondamentale” che utilizzerebbe investimenti generatori di posti di lavoro in tutta la Sicilia e rinvigorirebbe la sua città stagnante. Ma ha ammesso che i suoi elettori diffidenti temono che il progetto finisca come molte opere pubbliche in Sicilia: in stallo a tempo indeterminato.
“La città non teme solo i lavori, ma anche la prospettiva che vengano iniziati e non portati a termine”, ha detto Basile, aggiungendo che il fatto che si parli di rilanciare il ponte ha creato nuove incertezze per una città che stava pianificando il suo futuro senza di esso. “Non lo aspetto”. Un ponte “unificherebbe  il continente”, ha detto il sindaco di Messina Federico Basile .
I politici italiani sognano di unire la Sicilia alla terraferma sin dalla fine del XIX secolo. Ma l’ambizioso progetto del ponte sospeso più lungo del mondo è stato abbandonato nel 2013, a causa di dubbi sulla sua sostenibilità finanziaria e sull’integrità strutturale in una regione geologicamente instabile. I timori che potenti organizzazioni mafiose potessero infiltrarsi nel progetto hanno gettato un’ombra, soprattutto dopo che si è scoperto che una di esse aveva tentato di fare un’offerta per una parte dell’appalto. Tuttavia, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha espresso la speranza di iniziare i lavori del ponte entro due anni. Il mese scorso, a Bruxelles, ha chiesto un sostegno finanziario per l’impresa ad Adina Vălean, commissario europeo per i trasporti, che ha richiesto una proposta dettagliata da esaminare.
Il ministro della Politica marittima Nello Musumeci, ex presidente della Regione Sicilia,
alla periferia meridionale dell’Italia, che sta languendo economicamente.
L’obiettivo è trasformare il Sud Italia in una vera e propria piattaforma logistica per il continente europeo”, ha dichiarato. “La creazione di questa grande infrastruttura diventa il primo passo necessario per garantire un futuro diverso”. Tuttavia, tali affermazioni sono controverse a Messina, dove le proteste contro il ponte hanno galvanizzato fino a 20.000 persone per le strade della piccola città, spinte soprattutto da preoccupazioni ambientali e dallo scetticismo generale nei confronti del progetto.
L’ex sindaco, Renato Accorinti, era un attivista antiponte che indossava magliette “no ponte” anche ad eventi formali. In città, i critici si stanno attrezzando per riprendere una battaglia che pensavano di aver già vinto.
“Questo progetto – un progetto vecchio – poteva avere un senso mezzo secolo fa, ma ora è lontano dalla realtà”, ha detto Guido Signorino, professore di economia dell’Università di Messina, che è stato vicesindaco sotto Accorinti dal 2013 al 2016. Gli oppositori affermano che la disastrata rete stradale e ferroviaria interna della Sicilia limita l’utilità potenziale del costoso ponte, mentre la crescita del trasporto marittimo a corto raggio come alternativa ecologica al trasporto su strada rende il progetto obsoleto. Signorino ha affermato che il ponte – il cui costo, insieme alle infrastrutture di supporto, sarebbe di gran lunga superiore alle stime di un decennio fa – non potrebbe mai essere economicamente sostenibile e graverebbe sulle già tese casse pubbliche italiane.
1 Comment

1 Comments

  1. AntoNino Alveario

    19 Gennaio 2023 at 20:16

    Senza Ponte, cca semu e cca ristamu!
    Ecco perché molto di noi siamo scappati in America dove queste teste limitate sono contrapposte con successi inestimabili, incluso tutti noi Siculo-Americani!!

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