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Sabato 17 maggio, il Gruppo “Padre nostro … Padre di tutti” ha vissuto il momento conclusivo della Missione Territoriale

Le coppie di evangelizzatori sono scese in piazza per avvicinare tanti ragazz

Sabato 17 maggio, il Gruppo “Padre nostro … Padre di tutti” ha vissuto il momento
conclusivo della Missione Territoriale con Evangelizzazione rivolta agli adolescenti,
iniziata nel mese di novembre e proseguita mensilmente a Piazza Cairoli, luogo per
eccellenza di incontro per i giovanissimi. In questi sette mesi, nonostante le
condizioni meteorologiche avverse, le coppie di evangelizzatori sono scese in piazza
per avvicinare tanti ragazzi, che seppure intenti a gironzolare senza meta con lo
smartphone in mano o seduti sulle panchine a chiacchierare, si sono fermati a
dialogare con gli “evangelizzatori” e sostare in preghiera davanti ad un’icona del
Padre Misericordioso. Osservando il quadro, che riproduce il magnifico dipinto di
Rembrandt, la maggior parte dei presenti è rimasta colpita dall’ abbraccio amorevole
del Padre che accoglie e perdona i suoi figli, anche “lontani”. La potenza di un
abbraccio che racchiude l’essenza della Missione territoriale: annunciare e
testimoniare Cristo, la speranza e il conforto di cui tutti abbiamo bisogno ed in modo
particolare i giovani, che vivono in un’epoca attuale molto difficile. Negli ultimi
mesi, infatti, si sono registrati numerosi casi di cronaca, anche nella nostra città, con
adolescenti protagonisti di episodi di violenza e di autolesionismo, aggressioni e risse
senza motivo apparente. Un quadro preoccupante della realtà in cui viviamo,
campanelli d’allarme di un malessere diffuso. I genitori e gli educatori si interrogano
e non sanno quali strategie adottare per evitare il sorgere di simili tragedie e cosa fare
per limitare questi comportamenti distruttivi. Appare evidente la necessità di
riscoprire il senso della vita e curare l’interiorità, così come fa il Cristianesimo.
Bisogna che i ragazzi incontrino Cristo, la roccia su cui costruire la propria esistenza,
Colui che parla ai loro cuori, illumina la loro vita e dona la speranza. Ecco perché le
coppie di evangelizzatori vanno incontro agli adolescenti nei luoghi di aggregazione,
come le strade, le piazze e i ritrovi; li avvicinano con un sorriso e li invitano a
prendere una “caramella di Dio” (un semplice messaggino su cui meditare e
riflettere), e cogliendo lo spunto da una frase, cercano di dialogare amichevolmente o
di mettersi in ascolto di chi vuole raccontare le proprie ferite. In tanti ci sono rabbia,
frustrazione e paura. Vedere sguardi spenti e tristi che si trasformano in volti radiosi
fa sentire la presenza dello Spirito Santo che opera sempre, che consola, che dona
una luce che prima mancava e tanta forza per affrontare le sfide della vita. I giovani
sono risorse per la Chiesa, come diceva Papa Francesco, « Cristo ha bisogno dei
giovani perché siano testimoni della sua carità e diventino operatori di carità,
servendo, amando e costruendo un futuro di pace e giustizia». I giovani sono anche
testimoni di quella speranza che è radicata nella Resurrezione di Gesù che «è disceso
fino a noi per farci salire fino al Padre».

Marisa Mangano

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