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Società

Appello sul recente caso di un foglio di via per persona senza dimora

La Grave Emarginazione Adulta in città

È UN DELITTO IL NON RUBARE QUANDO SI HA FAME: APPELLO CONTRO IL DASPO PER LE PERSONE SENZA DIMORA
 
È notizia di qualche giorno fa il foglio di via consegnato ad una persona senza dimora nella nostra città a seguito di un furto. Non si è aspettato neanche il processo (cioè senza poter certificare che il fatto sia effettivamente avvenuto): pochi euro e un cellulare bastano per toglierti la terra sotto i piedi. Che poi questi pochi euro siano stati rubati dalla cassetta delle offerte di una chiesa ha dell’incredibile, il prete in questione e i suoi superiori non si sono neanche chiesti quale sarebbe stata la contropartita di quei pochi spiccioli.
Non siamo qui ad invocare il rispetto di un precetto morale per la Chiesa, dove la divisione tra il sociale cattolico (uno dei pochi baluardi in città per le persone senza dimora) e la sua amministrazione di sceicchi sulle spalle dei contribuenti è evidente.
Non siamo qui ad invocare “il rispetto delle regole”, in un paese in cui le regole permettono di allontanare persona senza dimora e contestatrici/tori senza passare da un regolare processo. Il provvedimento sarebbe sbagliato anche passando da un’aula di tribunale, ma la sua eccezionalità sta nel fatto che è una forma di discezionalità che vale soprattutto per persone senza dimora e straniere: ovvero per coloro che con più difficoltà possono fare ricorso e per cui è politicamente “meno impegnativo” per le forze dell’ordine ricorrere a questi provvedimenti.
Siamo qui invece ad offrire il nostro supporto incondizionato (anche economico per le spese legali, qualora non si possa accedere al gratuito patrocinio) a questa persona con la quale desidereremmo metterci in contatto.
Siamo qui a chiedere alla stampa di attenersi, nelle notizie riguardanti le persone senza dimora, alla sensibilità sociale e alle linee guida adottate a livello internazionale (1).
Siamo qui a chiedere alle associazioni e ai movimenti – in particolare a quella parte di cattolicesimo sociale che potrebbe spendere risorse ed influenza –
di stringersi attorno a questa persona per provare a ottenere, a vantaggio di tutte le persone che ne hanno bisogno, misure urgenti e non più rinviabili rispetto alle questioni che riguardano la Grave Emarginazione Adulta in città (basterebbe seguire pedissequamente le linee guida del Ministero, tanto per cominciare) (2).
Come accaduto anni fa nel famoso tendagate (che ha visto condannate molte persone solidali, tra cui alcune/i firmatarie/i compresi, in uno dei processi che ne è seguito), crediamo che questa possa essere l’occasione per chiedere risposte politiche, programmazione e risorse finanziarie, nonché un netto cambio di rotta nella policy dei servizi sociali della città.
Mettiamoci la faccia e vediamo cosa può accadere.
“Ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane. Ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame.”
Fabrizio De André
Giuliana Sanò
Giuseppe Ialacqua
Bianca Fusco
Ida Fazio
Pietro Saitta
Daniele Ialacqua
Giuseppe Fusco
Francesco Greco
Claudia Bellomo
Angela Rizzo
Enzo Bertuccelli
Santino Bonfiglio
Daniele David
Giovanni Calabrò
Carmela Lo Presti
Mariangela Pizzo
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