Laurea e mercato del lavoro costituiscono due temi tutto sommato spinosi perché molto spesso frutto di generalizzazioni o banalizzazioni relativamente a quelle che sono le lauree che permettono di trovare lavoro e quali sono invece quelle considerate “inutili”. In questo caso l’intento non è quello di entrare a gamba tesa in questo argomento quanto piuttosto fare una riflessione a 360° sulla laurea e quanto sia impattate sul lavoro e il relativo salario, senza soffermarsi sulle lauree considerate più utili e quali meno. I dati raccolti da Almalaurea certificano un netto miglioramento del tasso di occupazione per quanto riguarda i neolaureati, a prescindere dal percorso di studio intrapreso. In media, circa il 74,5% di laureate e laureati triennali lavorano dopo un anno dalla fine degli studi, sale quasi impercettibilmente il numero per i laureati magistrali che lavorano ad un anno dalla laurea (74,6%).
Il peso di una laurea si vede non solo nella possibilità di essere assunti in breve ma anche guardando alla retribuzione, la cui percentuale è in aumento rispetto agli ultimi anni. Anche se va specificato che gli stipendi medi in Italia restano ben al di sotto di quella che è la media europea. Tornando però al caso dei neolaureati, le stime recenti, sempre condotte da Almalaurea, indicano lo stipendio di un laureatotriennale (ad un anno dal titolo) pari a 1340 euro netti mensili. La cifra sale nel caso di una laurea magistrale, che tocca così 1400 euro. Ancora maggiore il dato per coloro che hanno scelto una magistrale a ciclo unico ad esempio, come può essere Giurisprudenza, arrivando in media a 1589 euro mensili. Questo aspetto merita di essere sottolineato: la formazione continua è spesso considerata un plus dalle aziende e una via per poterlo fare affiancando lo studio all’attività lavorativa è quella del master, suddivisi in master di livello 1 e master di livello 2, entrambi presenti tanto negli atenei tradizionali quanto in quelli online come Unicusano. L’offerta è ampia e riguarda molti corsi di studio differenti, ma soprattutto è in costante aggiornamento. Questo aspetto risulta cruciale soprattutto per quelle carriere lavorative che hanno a che fare con i social o il mondo del web, come può essere il digital marketing o la comunicazione digitale. In questi settori i cambiamenti sono numerosi e repentini ed è fondamentale rimanere al passo con i tempi.
Una volta snocciolati i dati riguardo le medie nazionali degli stipendi e delle occupazioni post laurea, è bene fare alcune precisazioni. Prima di tutto permangono in maniera netta e radicata argomentazioni come il gender gap o il fatto che l’occupazione maschile sia sistematicamente maggiore rispetto a quella femminile. Si tratta di tematiche che non riguardano ovviamente solo il caso italiano ma sono comuni a tutta Europa: tenendo però il focus sul Belpaese, il divario tra occupazione maschile e femminile è pari al 18%. A questi dati, inoltre, va aggiunta un’importante precisazione geografica. Guardando alle regioni del centro e del nord Italia, il divario diventa meno marcato, mentre va oltre il 20% nel caso di Basilicata, Puglia e Campania.