A seguire la nota di Giuseppe Previti Presidente della Fondazione e Componente del Comitato Civico “Messina una città dimenticata”:
In occasione della presentazione dell’evento: “Bellezze Storiche Messinesi”, tenutosi nel mese di maggio u.s. presso il Sacrario Cristo Re, presente l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina, Enzo Caruso e numerosi rappresentanti di diverse Associazioni culturali aderenti all’iniziativa, invitai pubblicamente l’Amministrazione a presentare la candidatura della nostra città a Capitale Italiana della Cultura per il 2027.
La semplice istanza di manifestazione di interesse si doveva presentare entro il 3 luglio u.s. e successivamente entro il 20 settembre si doveva completare l’iter presentando il relativo dossier con il progetto culturale della durata di un anno con relativo cronoprogramma.
L’undici luglio appena trascorso sul sito del Ministero è stata riportata la notizia con le varie candidature. Mazzarino (provincia di Caltanissetta), unica città siciliana candidata e ben quattro della Calabria, compresa Reggio Calabria.
Messina non pervenuta. Eppure, come direbbe Lui (W. Shakespeare) “Tanto rumore per nulla”. Si è fatto in quest’ultimo anno un gran battage pubblicitario per il brand Antonello da Messina, come simbolo identitario della città. Non c’era occasione migliore per rilanciarlo in campo nazionale ed internazionale e si poteva certamente ambire a tale prestigioso titolo, o quanto meno tentare.
Sono convinto che l’Assessore avrà avuto le sue buone ragioni a non presentare la candidatura. Ma rimane comunque un’occasione persa.
Sarebbe auspicabile, come dissi ancora in quell’incontro d’inizio maggio ottimamente organizzato dal bravo Nino Feminò, una maggiore sinergia con le altre istituzioni presenti nel territorio, in primis la Curia (non è possibile avere in pieno centro le chiese di S.Elia, S.Giuseppe, Catalani, delle Barette, di San Francesco dei Mercanti, chiuse la mattina – e spesso anche di pomeriggio – salvo rare eccezioni), le Confraternite, la Soprintendenza, il Museo, la Città Metropolitana, etc. e, ovviamente le numerose realtà culturali, per capire quali sono e come superare le varie criticità che impediscono la piena fruizione. Questo ruolo di coordinamento può e deve essere svolto principalmente dall’Assessorato alla Cultura a cui rivolgo un ulteriore ed accorato appello. Vedere l’Antiquarium del comune sempre chiuso, mentre transitano davanti migliaia di turisti alla settimana, è un pugno nello stomaco. Apriamolo utilizzando magari una decina di ragazzi diplomati del progetto “l’estate addosso” la cui graduatoria è stata appena approvata. Apriamolo di mattina e di pomeriggio. Ripuliamo l’area archeologica annessa. Eliminiamo quella bruttura rappresentata da quelli che un tempo erano dei gabinetti che abbruttiscono tutta l’area. Ripristiniamo la segnaletica, o meglio mettiamola nel senso giusto, visto che indica l’Antiquarium in un’altra zona. Segnaletica fatta collocare da chi scrive quando rivestiva un ruolo all’interno del Consiglio Comunale. E, magari, finalmente ricollochiamo nell’Antiquarium tutto quel materiale archeologico che giace dentro quella casetta in lamiera zincata posta ai margini dell’area suddetta e da li proveniente.
Forza e coraggio.
Messina 14 .07.2024
